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 ALMANACCO DI DOMANI

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MessaggioTitolo: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkMer Feb 27, 2008 6:03 pm


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28 FEBBRAIO 2008

IL SANTO DEL GIORNO



Beato Daniele Alessio Brottier Sacerdote

La Ferté-Saint-Cyr, Blois, Francia, 7 settembre 1876 - Parigi, 28 febbraio 1936
Daniele Alessio Brottier si prodigò per la missione, l'apostolato tra i militari e l'aiuto agli orfani. Nato nel 1876 a La Ferté-Saint Cyr, diocesi di Blois, divenne prete a 23 anni. Entrò poi nella congregazione dello Spirito Santo. Andò in Senegal due volte, ma fu costretto a rientrare per motivi di salute. Diede vita allora in Francia all'opera «Souvenir Africain», allo scopo di costruire la cattedrale di Dakar. Cappellano militare nella cruenta Grande Guerra, fondò poi l'Unione nazionale combattenti e l'Opera degli orfani apprendisti. Morì nel 1936. E' beato dal 1984. (Avvenire)

Martirologio Romano: Presso Parigi in Francia, beato Daniele Brottier, sacerdote della Congregazione dello Spirito Santo, che si dedicò alla realizzazione di un’opera per gli orfani.

A volte il Signore rende così ardua la strada intrapresa da alcune anime, convinte di fare la Sua volontà, che esse sono costrette a lasciarla, nonostante la propria predisposizione e diventare poi un gigante in altri campi.
Così è stata la vita del beato Daniele Alessio Brottier, nacque il 7 settembre 1876 a La Ferté-Saint-Cyr nella diocesi di Blois. Fin dall’infanzia rivelò una profonda pietà e una grande devozione alla Madonna; entrò in seminario nel 1890, passò felicemente le ordinazioni minori, facendo per un anno anche il servizio militare e fu consacrato sacerdote il 22 settembre 1899 a 23 anni.
Inviato come professore nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy, sentì ben presto la sua particolare vocazione per la vita missionaria, perciò il 24 settembre 1902 entrò come novizio nella Congregazione dello Spirito Santo ad Orly presso Parigi, l’anno seguente emise i voti religiosi e partì quasi subito per il lontano Senegal, colonia francese.
Poté restarci però solo tre anni circa, perché a causa di violenti e continui attacchi di emicrania che l’avevano colpito, fu costretto nel 1906 a ritornare in Francia. Rimessosi in salute, l’anno seguente volle di nuovo tornare in Senegal ma ancora una volta il male si ripresentò violento e dopo qualche tempo dovette ritornare definitivamente in Patria.
Fondò in Francia l’Opera del “Souvenir Africain” con lo scopo di erigere la cattedrale a Dakar, capitale del Senegal. Da ex militare volle proporsi come cappellano dell’esercito durante la prima guerra mondiale e dal 1914 al 1917 si prodigò eroicamente nell’assistenza dei soldati sui campi cruenti di battaglie come Verdun, Fiandre, Lorena, incurante del pericolo.
Dopo la guerra fondò l’Unione Nazionale Combattenti, fu direttore dell’Opra degli orfani apprendisti di Autenil per 12 anni e di cui ne incrementò il numero e l’efficienza, nel 1960 vi erano più di 2000 orfani e 20 istituti. Morì il 28 febbraio 1936, logorato dalle fatiche.
E’ stato beatificato il 25 novembre 1984 da papa Giovanni Paolo II.

tratto da www.santiebeati.it
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DALLA LITURGIA DI DOMANI

PRIMA LETTURA (Ger 7,23-28)
Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio.

Dal libro del profeta Geremia
Così dice il Signore: “Questo comandai loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici.
Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l’ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle, da quando i loro padri uscirono dal paese d’Egitto fino ad oggi.
Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro cervice, divennero peggiori dei loro padri.
Tu dirai loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. Allora dirai loro: Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca”.

Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 94)
Rit: Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce.
Venite, applaudiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Venite, prostrati adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Ascoltate oggi la sua voce:
“Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova,
pur avendo visto le mie opere”.
Canto al Vangelo (Gv 6,63.68)
Gloria e lode a te, o Cristo!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO (Lc 11,14-23)
Chi non è con me, è contro di me.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: “È in nome di Beelzebul, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni”. Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni in nome di Beelzebul. Ma se io scaccio i demoni in nome di Beelzebul, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde”.

Parola del Signore

Commento
La Quaresima è un tempo di conversione. È anche un tempo di lutto. La lotta che dobbiamo affrontare si pone su diversi piani: dobbiamo lottare contro noi stessi, contro il nostro io, il nostro orgoglio; dobbiamo lottare contro il demonio e le tentazioni che fa nascere; dobbiamo infine lottare contro ogni realtà che ci allontana da Gesù, da ogni ostacolo che ci impedisce di essere con lui. “Chi non è con me, è contro di me”: queste parole hanno un significato molto profondo e possono servirci di regola in ogni cosa. Essere con Gesù deve essere la nostra prima ed unica preoccupazione. Allora la mattina, non appena ci svegliamo, la nostra prima azione cosciente sia un atto di adorazione: mostreremo così a Gesù il nostro desiderio di essere con lui e questo sarà il modo migliore per uscire dal torpore, dal sonno dell’incoscienza in cui il demonio potrebbe farci cadere. Durante la nostra g! iornata, prima di ogni azione, ritorniamo così a Gesù, cerchiamo di restare sempre in sua compagnia. È così che noi “raccoglieremo con lui” mentre il demonio cercherà con ogni mezzo di “disperderci”, di farci perdere tempo, di farci allontanare dall’essenziale.



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DOMANI ACCADDE.....

LA CARA VECCHIA LIRA ITALIANA CESSA IL SUO VALORE LEGALE, SOSTITUITA DALL'EURO (2002)

DOMANI NACQUE......

GABRIELLA CARLUCCI (1959)

DOMANI MORì.......

GIORGIO TOSATTI

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MessaggioTitolo: Re: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkVen Feb 29, 2008 2:26 am


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29 FEBBRAIO 2008

IL SANTO DEL GIORNO
ALMANACCO DI DOMANI San_Augusto_Chapdelaine



Sant' Augusto Chapdelaine Martire in Cina

La Rochelle (Francia), 6 gennaio 1814 – Sy-Lin-Hien (Cina), 29 febbraio 1856
Dopo una vocazione contrastata dalla famiglia, Auguste Chapdelaine - nato a La Rochelle nel 1814 - entrò nel seminario minore di Mortain. Aveva 20 anni e i ragazzi lo soprannominarono \\\\"papà Chapdelaine\\\\". Nel 1843 divenne prete ed entrò nell'Istituto per le missioni estere di Parigi. Nel 1851 partì per la Cina e arrivò nello Kwang-si tre anni dopo. Fu subito arrestato, ma riuscì ad annunciare e battezzare per due anni. Poi fu di nuovo imprigionato, torturato e ucciso. E' stato beatificato nel 1900 e canonizzato nel 2000 con altri 119 martiri cinesi dal Seicento al Novecento. (Avvenire)

Martirologio Romano: Nella città di Xilinxian nella provincia del Guangxi in Cina, sant’Agostino Chapdelaine, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che, arrestato dai soldati insieme a molti neofiti per avere per primo seminato la fede cristiana in questa regione, colpito da trecento frustate e costretto in una piccola gabbia, morì infine decapitato.

La storia dell’evangelizzazione della Cina è costellata da innumerevoli martiri, missionari europei, clero locale, catechisti cinesi, fedeli convertiti, che donarono la loro vita, durante le ricorrenti persecuzioni, che si alternarono a periodi di pace e di proficua evangelizzazione, scatenate o sobillate da bonzi invidiosi, fanatici ‘boxer’, crudeli mandarini e imperatori, soldataglia avida di sangue e saccheggi.
In questa eroica schiera di martiri caduti negli ultimi quattro secoli, è compreso s. Augusto Chapdelaine, missionario dell’Istituto delle Missioni Estere di Parigi.
Nacque a La Rochelle (diocesi di Coutances) in Francia, il 6 gennaio 1814; coltivò con i fratelli, fino ai 20 anni, gli ampi poderi agricoli presi in affitto dalla famiglia; ma dopo la morte di due di essi e la riduzione della superficie dei terreni, lasciò l’azienda e si dedicò alla desiderata carriera ecclesiastica.
Frequentò il Seminario diocesano e fu ordinato sacerdote nel 1843; ebbe il compito, prima di vicario e poi di parroco del villaggio di Boucey.
Ma il suo desiderio era quello di essere missionario, quindi nel 1851 passò al seminario – noviziato dell’Istituto delle Missioni Estere di Parigi e il 29 aprile 1852 s’imbarcò ad Anversa, diretto alla missione cinese del Kuang-Si; ma si fermò a Ta-Chan vicino alla frontiera, per ambientarsi, imparare la lingua e aspettare il momento propizio, perché il Kuang-Si era stato per più di un secolo senza la presenza di un missionario e quindi non si era più certi dell’accoglienza dei suoi abitanti.
Trascorsero quasi tre anni, poi nel 1855 poté entrare nello Kuang-Si, dove si mise subito a fare apostolato, percorrendo il territorio in lungo e in largo; in breve tempo i neofiti divennero circa duecento e ulteriori conversioni erano prossime, quando un certo Pé-San, uomo di costumi corrotti, avendo saputo che una donna da lui sedotta, si era convertita al cristianesimo, denunciò la presenza del missionario al mandarino di Sy-Lin-Hien, acerrimo nemico dei cristiani, accusandolo di sobillare il popolo, fomentando disordini.
Il mandarino allora inviò le sue guardie a Yan-Chan, dov’era padre Augusto Chapdelaine per arrestarlo, ma questi avvertito in tempo, sfuggì alla cattura rifugiandosi in casa di un letterato cristiano a Sy-Lin-Hien.
Il 25 febbraio 1856, la casa venne circondata dalle guardie e perquisita; padre Chapdelaine fu fatto prigioniero insieme a quattro fedeli cristiani che l’avevano accompagnato e il secondo figlio dell’ospite.
La retata di cristiani produsse a sera 25 prigionieri, che furono bastonati a colpi di bambù, incatenati e con la ‘ganga’ al collo (tipica gogna dei Paese asiatici).
Il 26 febbraio il missionario fu interrogato e accusato; ricevé per punizione centinaia di colpi di bambù che lo resero tutto una piaga. Il giorno dopo fu incatenato con le ginocchia piegate e strette sopra delle catene di ferro e così rimase in quella dolorosissima posizione fino al 28, in attesa di un ingente riscatto da parte dei cristiani, che comunque erano nascosti ed impauriti.
Fu condannato a morire nella gabbia e il 29 febbraio 1856, con il collo entro un foro del coperchio superiore e il corpo, tolto il fondo della gabbia, sospeso, il missionario morì come fosse impiccato.
Padre Augusto Chapdelaine fu beatificato il 27 maggio 1900 da papa Leone XIII e proclamato santo il 1° ottobre 2000, da papa Giovanni Paolo II.


Autore: Antonio Borrelli


tratto da www.santiebeati.it

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DALLA LITURGIA DI DOMANI

PRIMA LETTURA (Os 14,2-10)
Non chiameremo più “dio nostro” l’opera delle nostre mani

Dal libro del profeta Osea
Così dice il Signore:
“Torna, Israele, al Signore tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: ‘‘Togli ogni iniquità:
accetta ciò che è bene
e ti offriremo il frutto delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più dio nostro
l’opera delle nostre mani,
poiché presso di te l’orfano
trova misericordia’’.
Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò di vero cuore,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
esso fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
coltiveranno le vigne,
famose come il vino del Libano.
Efraim, che ha ancora in comune con gli idoli?
Io l’esaudisco e veglio su di esso;
io sono come un cipresso sempre verde,
grazie a me tu porti frutto.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano”.

Parola di Dio


SALMO RESPONSORIALE (Sal 80)
Rit: Signore, tu hai parole di vita eterna.
Un linguaggio mai inteso io sento:
“Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato.

Avvolto nella nube ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.
Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire;
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un altro dio
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore tuo Dio,
che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto.

Se il mio popolo mi ascoltasse,
se Israele camminasse per le mie vie!
Li nutrirei con fiore di frumento,
li sazierei con miele di roccia”.
Canto al Vangelo (Eb 4,12)
Gloria e lode a te, o Cristo!
La parola di Dio è viva, efficace;
scruta i sentimenti e i pensieri del cuore.
Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO (Mc 12,28-34)
Il Signore Dio nostro è l’unico Signore: lo amerai.

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”. Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore e con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più i! l coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore

Commento
Marco ci fa ascoltare, per bocca di Gesù, il nuovo comandamento per eccellenza, che è il centro e la sintesi del Vangelo, ed insieme il programma della nostra vita. Dio ci ha creati per l’amore. Ha fatto in modo che tutto in noi, il nostro corpo come il nostro spirito, la nostra sensibilità come la nostra volontà, la nostra anima come il nostro cuore, tutto il nostro essere, insomma, potesse amare. Del resto, egli ha fatto in modo che veniamo al mondo come un esserino indifeso, che ha un bisogno vitale non solo di essere nutrito, ma anche di essere amato dalla madre, un esserino che non può crescere e raggiungere la propria maturità come persona se non in fondamentali relazioni d’amore e grazie ad esse. Ma, più noi procediamo nella vita, più facciamo prova di come sia difficile amare, amare veramente e disinteressatamente, amare profondamente e sinceramente Dio e il prossimo. Questo richiede ogni sorta d! i purificazione, e non lo si impara certo sui libri! Il solo modo di imparare ad amare è quello di lasciarci amare da Dio, poiché non si può amare se non essendo amati, e non c’è altri che Dio che possa amarci veramente, perché egli è l’unico Signore ed è Amore.

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UN GIORNO IN PIù......

Il 29 febbraio (previsto solo negli anni bisestili) è il 60° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 306 giorni alla fine dell'anno.
Un anno che ha il 29 febbraio è, per definizione, un anno bisestile. Questa data cade negli anni divisibili per quattro (ad esempio, 1992, 1996, 2004 o 2008), ma non in quelli divisibili per cento (1800, 1900), a meno che non siano divisibili per quattrocento (ovvero il 2000 è stato bisestile).

Domenica13 volte
Lunedì15 volte
Martedì13 volte
Mercoledì15 volte
Giovedì13 volte
Venerdì14 volte
Sabato14 volte
totale97

I giorni della settimana di un giorno bisestile si ripetono ciclicamente ogni 400 anni. Nella tabella a lato sono riportate il numero volte in cui cade il 29 febbraio per ogni giorno della settimana per i 97 giorni bisestili esistenti in un ciclo di 400 anni.
Le persone nate in questo giorno celebrano solitamente il loro compleanno il 1 marzo negli anni non bisestili.
Il 29 febbraio viene detto giorno bisestile, anche se nel Calendario Romano era il 24 febbraio ad essere aggiunto, prendendo il nome di giorno "bissextile", ovvero un sesto giorno extra nel cammino che portava alle calende di marzo. I Romani, comprendendo la necessità di un giorno extra, scelsero in particolare il 24 febbraio, solo perché seguiva l'ultimo giorno del loro anno, che in quel periodo della storia era, naturalmente, il 23 febbraio.

TRATTO DA WIKIPEDIA

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OGGI ACCADDE......

Cristoforo Colombo sfrutta la sua conoscenza dell'eclissi lunare per convincere i nativi americani a dargli dei rifornimenti

OGGI NACQUE.....

1792 - Gioachino Rossini, compositore italiano († 1868)

OGGI MORì......

1928 Armando Diaz, generale italiano (n. 1861)

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MessaggioTitolo: Re: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkSab Mar 01, 2008 12:07 am

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1 MARZO 2008

IL SANTO DEL GIORNO

ALMANACCO DI DOMANI San_David_obispo_de_Menevia_277x383


San David di Menevia (del Galles) Vescovo

Menevia, Galles, 542 c. - Mynyw, Galles, 601 c.
Visse nel secolo VI e sarebbe morto nel 601; sebbene sia citato in documenti dei secoli VIII - X, una sua biografia fu scritta solo nel secolo XI da un certo Rhygyfarch. David era figlio di Sant e Nonna e nacque nella valle di Rhos; fu educato ed istruito da sant'Iltut e poi da Paolino; venne ordinato sacerdote e si ritirò in un'isola solitaria dove stette per dieci anni, dedito allo studio della Sacra Scrittura. In seguito abbracciò la vita monastica e prese ad evangelizzare la Britannia, abitata ancora da popolazioni celtiche; fondò dodici monasteri, nei quali instaurò una vita comunitaria, austera, densa di studio, lavoro e preghiera. Ritornato in patria succedette a san Dubricio come vescovo di Caerlon, da dove poi si trasferì alla sede di Menevia. Secondo una tradizione leggendaria sarebbe vissuto per 147 anni. Il suo sepolcro divenne presto una meta di pellegrinaggi ed a lui furono intestate molte chiese nel Galles, nell'Irlanda e Inghilterra. (Avvenire)
Patronato: Galles

Emblema: Mitra, Pastorale, Colomba, Modellino
Martirologio Romano: A Saint David in Galles, san Davide, vescovo, che, imitando il modello e i costumi dei Padri d’Oriente, fondò un monastero, dal quale partirono moltissimi monaci ad evangelizzare il Galles, l’Irlanda, la Cornovaglia e la Bretagna.

Grande figura di vescovo e monaco, evangelizzatore della Britannia, esimio rappresentante delle Chiese celtiche del Galles.
Visse nel secolo VI e sarebbe morto nel 601; sebbene sia citato in documenti dei secoli VIII – X, una sua biografia fu scritta solo nel secolo XI da un certo Rhygyfarch, essa risulta molto fantasiosa e ricalca quella di s. Benedetto.
David era figlio di Sant e Nonna e nacque nella valle di Rhos; fu educato ed istruito da s. Iltut e poi da Paolino; venne ordinato sacerdote e si ritirò in un’isola solitaria dove stette per dieci anni, dedito allo studio della Sacra Scrittura.
In seguito abbracciò la vita monastica e prese ad evangelizzare la Britannia, nome latino della Gran Bretagna, abitata ancora da popolazioni celtiche; fondò dodici monasteri, nei quali instaurò una vita comunitaria, austera, densa di studio, lavoro e preghiera.
Scampò ad un tentativo di avvelenamento da parte dei monaci, forse per la troppa austerità (stranamente a quei tempi, si cercava di risolvere così qualche problema di insofferenza, risulta anche qualche altro caso); andò a Gerusalemme, dove fu consacrato vescovo.
Ritornato in patria succedette a s. Dubricio come vescovo di Caerlon, da dove poi si trasferì alla sede di Menevia; fu molto influente sulla vita monastica del Galles, presiedendo a parecchi sinodi, nei quali furono prese delle decisioni disciplinari e teologiche, importanti per le Chiese celtiche.
Anche se è difficile crederci, risulta che David visse 147 anni, il suo sepolcro divenne presto una meta di pellegrinaggi ed a lui furono intestate molte chiese nel Galles, nell’Irlanda e Inghilterra.
Quasi quattro secoli dopo la sua morte, nel 966 il suo corpo fu traslato a Glastonbury; nei calendari celtici ed irlandesi e nel ‘Martirologio Geronimiano’ è celebrato il 1° marzo.
Del monastero e della chiesa, da lui fondati a Menevia, oggi Saint-David, non rimane più nulla; l’unica opera iconografica dove è raffigurato, sono gli affreschi della chiesa di Saint-Divy di Landerneau, nel miracolo operato quando la terra, dove era poggiato per predicare, si sollevò a formare una collina e la colomba dello Spirito Santo venne a posarsi sulla spalla.


Autore: Antonio Borrelli

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DALLA LITURGIA DI DOMANI

PRIMA LETTURA (Os 6,1-6)
Io voglio l’amore, e non il sacrificio.

Dal libro del profeta Osea
“Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia di autunno,
come la pioggia di primavera, che feconda la terra”.
Che dovrò fare per te, Efraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all’alba svanisce.
Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l’amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocausti.

Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 50)
Rit: Tu gradisci, o Dio, gli umili di cuore.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.

Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato,
tu, o Dio, non disprezzi.

Nel tuo amore fa’ grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l’olocausto e l’intera oblazione.
Canto al Vangelo (Ez 18,31)
Gloria e lode a te, o Cristo!
Liberatevi da tutte le vostre iniquità,
dice il Signore,
formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO (Lc 18,9-14)
Il pubblicano tornò a casa sua giustificato, a differenza del fariseo.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.

Parola del Signore

Commento
Se siamo onesti, dobbiamo riconoscere che noi tutti abbiamo la tendenza a compiacerci di noi stessi.
Forse perché pratichiamo molto fedelmente la nostra religione, come quel zelante fariseo, pensiamo di dover essere considerati “per bene”.
Non abbiamo ancora capito queste parole di Dio in Osea: “Voglio l’amore e non il sacrificio” (Os 6,6). Invece di glorificare il Padre per quello che è, il nostro ringraziamento troppo spesso riguarda ciò che noi siamo o, peggio, consiste nel confrontarci, in modo a noi favorevole, con gli altri. È proprio questo giudizio sprezzante nei confronti dei fratelli che Gesù rimprovera al fariseo, così come gli rimprovera il suo atteggiamento nei confronti di Dio.
Durante questa Quaresima, supplichiamo Gesù di cambiare radicalmente il nostro spirito e il nostro cuore, e di darci l’umiltà del pubblicano che invece ha scoperto l’atteggiamento e la preghiera “giusti” di fronte a Dio. Non comprenderemo mai abbastanza che il nostro amore è in stretta relazione con la nostra umiltà. La cosa migliore che possiamo fare di fronte a Dio, in qualsiasi misura ci pretendiamo santi, è di umiliarci di fronte a Dio.
Ci sono dei momenti in cui non riusciamo a rendere grazie in modo sincero; allora possiamo fare la preghiera del pubblicano, possiamo cioè approfittare della nostra miseria per avvicinarci a Gesù: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Gesù esaudisce sempre questa preghiera.
L’umiltà non ha niente a che vedere con un qualsiasi complesso di colpa o con un qualsiasi senso di inferiorità. È una disposizione d’amore; essa suppone che sappiamo già per esperienza che il nostro stato di peccatori attira l’amore misericordioso del Padre, poiché “chi si umilia sarà esaltato”. Essa suppone cioè che siamo entrati nello spirito del Magnificat.

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DOMANI ACCADDE......

1562 - Oltre 1.000 Ugonotti vengono massacrati dai cattolici a Vassy, in Francia, segnando l'inizio della prima guerra di religione

1974 - Scandalo Watergate: Sette persone sono indiziate per il loro ruolo nell'infrazione del Watergate e accusate di cospirazione e ostruzione della giustizia


DOMANI NACQUE.....

1931 Lamberto Dini, dirigente d'azienda, economista e politico italiano

1955
Enzo Avitabile, sassofonista e cantautore italiano
Gene Gnocchi, comico, conduttore televisivo e scrittore italiano

1960 - Roberto Ciufoli, comico e attore italiano

DOMANI MORì........

1932 - Dino Campana, poeta italiano (n. 1885)
1938 - Gabriele d'Annunzio, scrittore, drammaturgo e poeta italiano (n. 1863)



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MessaggioTitolo: Re: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkDom Mar 02, 2008 1:19 am



ALMANACCO DI DOMANI
2 MARZO 2008

IL SANTO DEL GIORNO
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Santa Angela de la Cruz (María de los Ángeles Guerrero González) Fondatrice

Siviglia, 30 gennaio 1846 - Siviglia, 2 marzo 1932
"Farsi povero con il povero per portarlo a Cristo" era il motto di santa Angela de la Cruz e della congregazione da lei fondata, le Sorelle della Compagnia della Croce. Nata a Siviglia nel 1846 come Maria de los Angeles Guerrero Gonzales, a 12 anni iniziò a lavorare in un calzaturificio per aiutare la famiglia. Passava molto tempo in preghiera e un giorno, durante le orazioni, vide Cristo in croce e un'altra croce vuota. Capì che era la sua. Cercò allora di seguire la vocazione entrando nella Carmelitane. Ma abbandonò presto per ragioni di salute. Tornata a casa, iniziò un diario, nel quale cominciò ad abbozzare la fisionomia della nuova congregazione dedita alla carità, soprattutto verso gli infermi. Essa nacque nel 1875 e venne approvata dalla Santa Sede nel 1904. La "madre dei poveri", così Madre Angela era nota a Siviglia, si spense a 86 anni, il 2 marzo 1932. Giovanni Paolo II l'ha beatificata a Siviglia nel 1982 e canonizzata a Madrid nel 2003. (Avvenire)

Martirologio Romano: A Siviglia in Spagna, sant’Angela della Croce Guerrero González, che, fondatrice dell’Istituto delle Suore della Croce, non tenne per sé alcun privilegio che non riservasse anche ai poveri, che ella era solita chiamare suoi padroni e servire in tutto.

Maria de los Angeles Guerrero y González, nacque a Siviglia il 30 gennaio 1846 da Francesco Guerrero e Giuseppina González, genitori di modeste condizioni sociali ma pieni di virtù cristiane.
Crebbe per questo in un ambiente molto religioso, aiutando i suoi genitori nei lavori manuali, specie nel cucito; di carattere molto docile e discreta, suscitava profonda ammirazione in quanti la conoscevano.
Ancora piccola dovette lasciare la scuola per lavorare in un laboratorio di calzature; nonostante ciò amava appartarsi per dedicarsi alla preghiera ed alle mortificazioni; nel 1871 a 25 anni, con un atto privato promise al Signore di vivere secondo i consigli evangelici.
Nella sua lunga esperienza di preghiera, vide una croce vuota davanti a quella di Cristo crocifisso e ciò le ispirò di immolarsi insieme a Gesù per la salvezza delle anime. Spinta da una forte vocazione, desiderò di entrare fra le Carmelitane, ma il suo direttore spirituale la indirizzò verso le Suore di Carità, ma per le precarie condizioni di salute fu costretta ad abbandonare, dopo poco tempo l’Istituto.
Ritornata in famiglia si dedicò tutta alle opere di carità verso i poveri. Seguendo con ubbidienza i consigli del direttore spirituale, prese a scrivere un diario spirituale nel quale esponeva dettagliatamente la regola di vita di una Comunità di religiose, che con la sua spiccata vocazione e con l’esperienza spirituale che viveva, sentiva di poter costituire.
Così nel 1875 a Siviglia, diede inizio alla Congregazione delle “Sorelle della Compagnia della Croce” per la cura degli infermi, nell’esercizio della più ardente carità. Il motto suo e dell’Istituzione fu “Farsi povero con il povero per portarlo a Cristo” che costituisce il fondamento della spiritualità e della missione della “Compagnia della Croce”.
La Santa Sede approvò l’Istituto nel 1904 che ebbe una rapida diffusione, imprimendo un impatto enorme sulla Chiesa e sulla società Sivigliana di quel tempo. Umile ed energica, Angela de la Cruz, questo il nome che prese quando diventò una religiosa, seppe infondere nell’animo delle sue figlie un crescente spirito di dedizione e di carità verso i bisognosi; per questo ammirata da tutti, venne chiamata dal popolo “madre dei poveri”.
Naturale e semplice, rifuggì da ogni gloria umana, ricercò la santità con uno spirito di mortificazione al servizio di Dio e dei fratelli e con questi sentimenti, lasciò questa terra il 2 marzo 1932 nella sua città di Siviglia, all’età di 86 anni.
La causa per la sua beatificazione fu introdotta presso la Congregazione dei Riti il 10 febbraio 1960. Papa Giovanni Paolo II, durante il suo primo pellegrinaggio in Spagna, la beatificò il 5 novembre 1982 nella sua Siviglia e lo stesso pontefice a distanza di 20 anni l’ha elevata agli onori degli altari della Chiesa universale, canonizzandola a Madrid il 4 maggio 2003, durante il suo quinto viaggio in terra spagnola.
Ricorrenza liturgica al 2 marzo.

Autore: Antonio Borrelli


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IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE (ANNO A)
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Colore liturgico: Viola o Rosaceo

Antifona d'ingresso
Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell’abbondanza
della vostra consolazione. (cf. Is 66,10-11)
Colletta
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio
operi mirabilmente la nostra redenzione,
concedi al popolo cristiano
di affrettarsi con fede viva e generoso impegno
verso la Pasqua ormai vicina.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (1Sam 16,1.4.6-7.10-13)
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.

Dal primo libro di Samuele

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)
Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA (Ef 5,8-14)
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
«Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà».

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 8,12)
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!


+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Parola del Signore


Commento
La “luce” è uno dei simboli originali delle Sacre Scritture. Essa annuncia la salvezza di Dio. Non è senza motivo che la luce è stata la prima ad essere creata per mettere un termine alle tenebre del caos (Gen 1,3-5). Ecco la professione di fede dell’autore dei Salmi: “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?” (Sal 28,1). E il profeta dice: “Alzati, Gerusalemme, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” (Is 60,1). Non bisogna quindi stupirsi se il Vangelo di san Giovanni riferisce a Gesù il simbolo della luce. Già il suo prologo dice della Parola divina, del Logos: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,4-5). La luce è ciò che rischiara l’oscurità, ciò che libera dalla paura ! che ispirano le tenebre, ciò che dà un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via. Senza luce, non c’è vita.
Il racconto della guarigione del cieco è una “storia di segni” caratteristica di san Giovanni. Essa mette in evidenza che Gesù è “la luce del mondo” (v. 5, cf. 8, 12), che egli è la rivelazione in persona e la salvezza di Dio - offerte a tutti.


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DOMANI ACCADDE.....

1807 - Il Congresso degli Stati Uniti d'America approva un atto per cui è "proibita l'importazione di schiavi in qualsiasi porto o luogo all'interno della giurisdizione degli Stati Uniti... da qualsiasi regno, luogo o nazione estera."

1919 - Si tiene a Mosca la prima Internazionale Comunista

1972 - La sonda Pioneer 10 parte da Cape Canaveral all'esplorazione dei pianeti esterni

1990 - Nelson Mandela viene eletto vice presidente dell'African National Congress

DOMANI NACQUE....

1876 - Papa Pio XII († 1958)

1924 - Walter Chiari, attore, comico e conduttore televisivo italiano († 1991)

1931 - Michail Sergeevič Gorbačëv, politico russo

1962 Jon Bon Jovi, cantante statunitense

DOMANI MORì......

1930 - David Herbert Lawrence, scrittore britannico (n. 1885)

TRATTO DA WIKIPEDIA

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MessaggioTitolo: Re: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkDom Mar 02, 2008 9:02 pm

PRIMA DI TUTTO GRAZIE PER IL BEL LAVORO E PAZIENZA CHE HAI ALMANACCO DI DOMANI 753781
POI STAVO FACENDO UNA CONSTATAZIONE,LEGGENDO DA QUì LE PAROLE DEL VANGELO, I SALMI, E TUTTO SEMBRANO PIù BELLE ,ACCOGLIENTI ,E SI LEGGONO E CAPISCONO MEGLIO ALMANACCO DI DOMANI 483346 ALMANACCO DI DOMANI 172281 ALMANACCO DI DOMANI 813280
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MessaggioTitolo: Re: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkDom Mar 02, 2008 11:21 pm

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3 MARZO 2008

IL SANTO DEL GIORNO

ALMANACCO DI DOMANI 43675


Santa Caterina (Katharina) Drexel Fondatrice

Filadelfia, Stati Uniti, 26 novembre 1858 - Pennsylvania, 3 marzo 1955
Suo padre è il ricco banchiere Francis A. Drexel. Sua madre, Anna, muore poche settimane dopo che lei è nata. Con la sorella maggiore Elisabetta viene allora affidata a una zia, ma nel 1860 torna a casa, perché suo padre si risposa con Emma Bouvier (del casato di Jacqueline, moglie del presidente J.F. Kennedy) dalla quale avrà una terza figlia, Luisa. Emma sa essere ottima madre per tutte e tre. E per altri ancora. In questa famiglia profondamente cattolica, fede e opere camminano insieme, ed Emma coinvolgerà via via le tre figlie nel soccorso generoso e puntuale alla gente più abbandonata di Filadelfia.
Con gli anni, Caterina studia, viaggia, va a cavallo. E legge la Bibbia, guidata da un sacerdote di origine irlandese, padre O’ Connor, che sarà poi vescovo nel Nebraska. I suoi viaggi si orientano presto verso gli Stati del Sud, dove nelle piantagioni vivono i neri, ufficialmente non più schiavi dal 1865, ma sempre poveri, subalterni, quasi rassegnati all’umiliazione; e verso gli Stati del Nord e Sud Dakota, dove sopravvivono gli indiani sconfitti, la gente Navajo. Caterina si sforza di offrire aiuto col denaro paterno, ma sente che “dare l’offerta” non basta. A questo mondo innocente e punito bisogna dedicare la vita.
Nel gennaio 1887 arriva a Roma, è ricevuta in udienza dal pontefice Leone XIII, e gli chiede di mandare missionari tra quella gente. Risposta del Papa: «Perché non si fa lei stessa missionaria? ». E lei decide, ma non d’impulso. Prepara senza fretta ogni cosa, incominciando da sé stessa. Fa il noviziato tra le Suore della Misericordia, e nel febbraio 1891 fonda poi con 13 giovani la Congregazione del Santissimo Sacramento con quell’impegno preciso: promozione umana di indiani e neri d’America, partendo dall’istruzione. Guida tutto lei, percorrendo il Paese sempre con i mezzi pubblici, lottando contro molta avversione bianca all’idea che dei “figli degli schiavi” e “figli dei selvaggi” si istruiscano come i bianchi. E contro i sabotaggi cavillosi o anche maneschi, per impedirle di comprare case e terreni. Fa sorgere 145 missioni cattoliche e scuole speciali, manda le suore a visitare i poveri nelle case, negli ospedali e nelle carceri, a rianimare quelli che non sperano nemmeno più. Nel 1925 fonda a New Orleans (Louisiana) la Xavier University, l’istituto cattolico che è aperto a indiani e a neri, preparandoli a fare gli insegnanti.
Viene infine il momento in cui la stampa americana fa conoscere a tutti Madre Drexel e la sua opera in difesa dei diritti umani (l’espressione è ancora poco usata; con lei i fatti precedono le parole). Verso gli 80 anni, il crollo fisico la costringe prima al riposo e poi all’immobilità, fino alla morte in età di 97 anni.
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Martirologio Romano: A Philadelphia in Pennsylvania negli Stati Uniti d’America, santa Caterina Drexel, vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore del Santissimo Sacramento, che utilizzò con generosità e carità i beni dai lei ereditati per l’istruzione e il riscatto degli Indiani e dei neri.




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Dalla Liturgia di domani 3 Marzo 2008

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Lunedì della IV settimana di Quaresima
======================================================

Colore liturgico: Viola

PRIMA LETTURA (Is 65,17-21)
Non si udranno più voci di pianto, né grida di angoscia

Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore:
“Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato,
non verrà più in mente,
poiché si godrà e si gioirà sempre
di quello che sto per creare,
e farò di Gerusalemme una gioia,
del suo popolo un gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme,
godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa
voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni,
né un vecchio
che dei suoi giorni non giunga alla pienezza;
poiché il più giovane morirà a cento anni
e chi non raggiunge i cento anni
sarà considerato maledetto.
Fabbricheranno case e le abiteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto”.

Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 29)
Rit: Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato.
Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.

Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.
Canto al Vangelo (Gv 6,63.68)
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
VANGELO (Gv 4,43-54)
Va’, tuo figlio vive

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì dalla Samaria per andare in Galilea. Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Ma il funzionario del re insistette: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli risponde: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: “Tuo figlio vive!”. S’informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: “Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato”. Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù! ; gli aveva detto: “Tuo figlio vive”, e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

Parola del Signore

Commento
Nel Vangelo di oggi ci viene detto chiaramente che nessun profeta è rispettato né onorato nel proprio paese. Da un punto di vista letterario, il “paese natale” di Gesù è Nazaret, un villaggio della Galilea poco conosciuto. Per questo motivo Giovanni insiste su questa osservazione, per sottolineare la testimonianza missionaria di Gesù. Gesù è stato inviato al popolo di Giudea, il cui centro religioso era Gerusalemme, tuttavia non vi fu ricevuto (Gv 1,11).
La salvezza, la redenzione per mezzo della fede va molto al di là dei privilegi legati alla razza e ad ogni altro particolarismo. Gesù, dunque, ha svolto la sua attività non soltanto in Galilea ma anche nelle regioni pagane. E, in questo brano di Vangelo, il mondo pagano è rappresentato dal funzionario di Cafarnao, che non è ebreo. Egli, pagano, ha creduto alla parola di Gesù, dando prova di una fede pura e sincera che deve servirci di esempio.
In questo brano del Vangelo di san Giovanni ci viene mostrata l’importanza del dialogo tra Gesù e il funzionario e, nello stesso tempo, l’oggetto di questa conversazione: la fede. La vera fede è quella che rende possibile l’accoglienza di Gesù, quella che ci conduce al Salvatore (a Gesù). Per mezzo della fede, andiamo incontro a Dio e scopriamo il Padre e il suo amore nella nostra vita.
Quando constata la nostra fede, la nostra fiducia in lui, Gesù, per mezzo della potenza vivificante della sua parola, compie miracoli nella nostra vita. In questo brano di Vangelo, troviamo l’effetto della parola divina e la fiducia assoluta nella potenza di Gesù. Così, Gesù ha ricompensato la fede del funzionario come ricompensa la fede di ogni uomo.

----------------------------------------------------

DOMANI ACCADDE......

1944 - A Balvano si consuma la più grave sciagura ferroviaria europea con oltre 500 morti

1991 - Un video amatoriale mostra il pestaggio di Rodney King da parte di agenti della polizia di Los Angeles


DOMANI NACQUE.....

1847 - Alexander Graham Bell, inventore e scienziato scozzese († 1922)

1925 Joe Sentieri, cantautore italiano († 2007)

1932 Tomás Milián, attore statunitense

1977
Ronan Keating, cantante irlandese
Milena Mancini, attrice italiana

DOMANI MORì........

1706 - Johann Pachelbel, religioso, compositore e organista tedesco (n. 1653)

1804 - Giandomenico Tiepolo, pittore italiano (n. 1727)

1961 - Paul Wittgenstein, pianista austriaco (n. 1887)


MATERIALE TRATTO DA
www.santiebeati.it
www.lachiesa.it
www.wikipedia.it
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grazie Anna per i complimenti[/font]
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MessaggioTitolo: Re: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkLun Mar 03, 2008 11:46 pm

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4 MARZO 2008

IL SANTO DEL GIORNO
ALMANACCO DI DOMANI Casimir1




San Casimiro Principe polacco
4 marzo - Memoria Facoltativa

Cracovia, Polonia, 3 ottobre 1458 – Grodno, Lituania, 4 marzo 1484
Patronato: Polonia e Lituania
Etimologia: Casimiro = che vuole la pace, dal polacco
Emblema: Corona, Giglio, Pergamena
Martirologio Romano: San Casimiro, figlio del re di Polonia, che, principe, rifulse per lo zelo nella fede, la castità, la penitenza, la generosità verso i poveri e la devozione verso l’Eucaristia e la beata Vergine Maria e ancora giovane, consunto dalla tisi, nella città di Grodno presso Vilnius in Lituania si addormentò nella grazia del Signore.

Il principe Casimiro, soprannominato dai suoi compatrioti “uomo di pace”, nacque a Cracovia il 3 ottobre 1458, terzo dei tredici figli di Casimiro IV, re di Polonia, e di Elisabetta d’Austria, figlia dell’imperatore Alberto II. Il matrimonio tra i due, rivelatasi un’unione felice oltre che fertile, era stato combinato con l’aiuto di Giovanni Dlugosz, storiografo e canonico di Cracovia, religioso schivo ma di grande erudizione e santità. Proprio a lui fu dunque affidata l’educazione di Casimiro quando questi raggiunse l’età di nove anni ed il sacerdote si rivelò un ottimo insegnante, severo al punto giusto, quasi un secondo padre per il piccolo principe.
Non ancora quindicenne, in seguito alla richiesta da parte della nobiltà ungherese, il padre inviò Casimiro a guidare un esercitò contro il sovrano ungherese, Mattia Corvino. Quando però Casimiro venne a sapere che Mattia disponeva di truppe ben più numerose delle sue e si rese conto di essere stato abbandonato sia dalla nobiltà ungherese che in un primo tempo aveva richiesto il suo intervento, ma anche dalle proprie truppe in diserzione, accolse favorevolmente il consiglio dei suoi ufficiali ed interruppe la spedizione.
Intanto il pontefice Sisto IV, temendo forse che la guerra rischiasse solo di favorire la causa turca, aveva inoltrato un appello di desistenza al sovrano polacco. Il re, dimostratosi disponibile ad un colloquio di pace, inviò un messaggero al figlio, che però con sua grande vergogna scoprì già ritiratosi. Per castigo fu vietato a Casimiro di fare ritorno a Cracovia e venne rinchiuso per tre mesi nel castello di Dobzki. Nonostante le pressioni del padre e le nuove richieste da parte dei nobili magiari, Casimiro non si lasciò mai più persuadere ad abbracciare le armi.
Pare che il giovane principe non ambisse a posizioni di governo e preferiva piuttosto attivarsi in favore dei poveri, degli oppressi, dei pellegrini e dei prigionieri. Era solito infatti denunciare al re suo padre tutte le ingiustizie nei confronti dei poveri ed ogni loro necessità di cui veniva a conoscenza. Grande gioia provò quando decise di dovare tutti i suoi beni ai bisognosi, che presero a definirlo “difensore dei poveri”.
La sua vita fu da allora più monastica che principesca, il suo carattere mite ed umile lo spinse ad occuparsi più della Chiesa che della vita di corte. Trascorreva infatti gran parte del suo tempo in chiesa, tra preghiera personale e funzioni liturgiche, spesso dimenticandosi addirittura di mangiare, e di notte tornava a pregare dinnanzi ai portoni chiusi della chiesa. Solitamente gentile con tutti, fu però duro contro gli sismatici: proprio dietro sua insistenza il padre vietò il restauro delle chiese ove essi erano soliti riunirsi. Grande devoto della Madonna, nella sua bara fu posta una copia del suo inno preferito: “Omni die dic Marie”.
Nessuno riuscì a convincerlo a convolare a nozze con la promessa sposa, una figlia di San Ferdinando III di Castiglia. Egli sosteneva di non conoscere altra salvezza se non in Cristo e profetizzava la sua vicina scomparsa per stare con Lui in eterno. Casimiro morì infatti di tubercolosi, a soli ventisei anni, il 4 marzo 1484 a Grodno. Le sue spoglie trovarono sepoltura nella cattedrale di Vilnius, odierna capitale lituana, ove ancora oggi sono venerate.
Sulla sua tomba si verificarono moltissimi miracoli ed il re Sigismondo decise di inoltrare al papa Leone X una petizione per richiedere la canonizzazione del principe polacco. Nel 1521 tale papa dichiarò San Casimiro patrono della Polonia e della Lituania, ma fu ufficialmente canonizzato solo nel 1602 dal pontefice Clemente VIII e nel 1621 la sua festa venne estesa alla Chiesa universale. Il clto del santo è rimasto assai vivo anche tra i polacchi ed i lituani emigrati in America.
Vasta è l’iconografia di questo santo polacco: celebre è il suo ritratto eseguito da Carlo Dolci e molti altri dipinti lo raffigurano con in mano una pergamena, riportante alcune parole del suo inno mariano prediletto, ed un giglio, simbolo di castità. San Casimiro è infatti particolarmente invocato contro le tentazioni carnali.


ORAZIONE

O Dio onnipotente, che chiami a servirti per regnare con te,
fa’ che per intercessione di San Casimiro
viviamo costantemente al tuo servizio
nella santità e nella giustizia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Autore: Fabio Arduino


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La Liturgia di domani 4 Marzo 2008

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Martedì della IV settimana di Quaresima
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Colore liturgico: Viola
PRIMA LETTURA (Ez 47,1-9.12)
Vidi l’acqua che usciva dal tempio; e là dove essa giungeva, tutto era risanato.

Dal libro del profeta Ezechiele
In quei giorni, l’angelo mi condusse all’ingresso del tempio del Signore e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare.
Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado. Allora egli mi disse: “Hai visto, figlio dell’uomo?”.
Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; voltandomi, vidi che sulla sponda del fiume vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra.
Mi disse: “Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il fiume, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina”.

Parola di Dio


SALMO RESPONSORIALE (Sal 45)
Rit: Con la tua presenza salvaci, Signore.

Dio è per noi rifugio e forza,
aiuto sempre vicino nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se crollano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,
la santa dimora dell’Altissimo.
Dio sta in essa: non potrà vacillare;
la soccorrerà Dio, prima del mattino.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto portenti sulla terra.


Canto al Vangelo (Ez 33,11)
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Non voglio la morte del peccatore, dice il Signore,
ma che si converta e viva.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!


VANGELO (Gv 5,1-3.5-16)

Sull’istante quell’uomo guarì

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzata, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo guarito: “È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio”. Ma egli rispose loro: “Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina”. Gli chiesero allora: “Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?”. Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”.
Quell’uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Parola del Signore


Commento
Nella visione di Ezechiele, l’acqua che dà la salute e la vita simboleggia la grazia che Dio dispensa in abbondanza nel tempo messianico. Questo tempo è giunto con la venuta di Gesù Cristo. È il motivo per cui Gesù non conduce il malato alla piscina di Siloe, la sorgente della grazia dell’Antico Testamento, ma lo guarisce per mezzo della propria potenza.
Egli lo fa di sabato, ed ordina al miracolato di portare il suo giaciglio nel giorno di sabato, poiché è giunto il tempo in cui è arrivata una grazia più grande della legge, e Gesù è il padrone del sabato. Nel sacramento del battesimo, tutti siamo stati integrati nel tempo messianico e, guariti dalla paralisi, abbiamo ricevuto l’ordine di partire e di portare i frutti della vita nello Spirito. Oggi Gesù ci dà un monito come ha fatto con il paralitico: dobbiamo avere paura di ricadere ancora nella schiavitù del peccato, affinché la nostra paralisi spirituale di cristiani non sia più grave della paralisi del paganesimo di cui Cristo ci ha liberati. Il tempo di Quaresima è il tempo dell’esame di coscienza. I nostri paesi, il mondo cristiano e post-cristiano non sono forse caduti di nuovo nel paganesimo, nell’idolatria del denaro, del successo e del potere? Non siamo forse di nu! ovo paralizzati tanto da non saper più vincere il male sociale, politico, familiare e personale? Le strutture del male sociale non costituiscono forse il letto della nostra malattia? O lo costituiscono le opinioni e i costumi del nostro ambiente? Gesù chiama ognuno di noi a convertirsi. Ci offre la riconciliazione con il Padre e la guarigione. Ci dice oggi: alzati, porta con te il tuo giaciglio di malato, va’, vivi e fa’ il bene. Ognuno di noi, all’ascolto del Vangelo di oggi, deve trovare il suo compito nell’ordine di Gesù: “Alzati, cammina e non peccare più”.

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DOMANI ACCADDE....

1848 - Carlo Alberto emana lo Statuto Albertino

1979 - Il Santo Padre Giovanni Paolo II pubblica la Lettera Enciclica Redemptor Hominis, ai venerati fratelli nell'episcopato, ai sacerdoti e alle famiglie religiose, ai figli e figlie della Chiesa e a tutti gli uomini di buona volontà all'inizio del suo ministero pontificale

2005 - Muore Nicola Calipari, funzionario del Sismi, mentre tentava di riportare in Italia la giornalista Giuliana Sgrena

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1952 - Umberto Tozzi, cantautore italiano

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1861 - Ippolito Nievo, scrittore italiano (n. 1831)

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MessaggioTitolo: Re: ALMANACCO DI DOMANI   ALMANACCO DI DOMANI 16gd9bkGio Mar 06, 2008 12:21 am


ALMANACCO DI DOMANI

6 MARZO 2008

IL SANTO DEL GIORNO

ALMANACCO DI DOMANI Santarosaviterbo



Beata Rosa da Viterbo Vergine
6 marzo - Comune

Viterbo, 1233/34 - Viterbo, 6 marzo 1251/52
Nata da famiglia benestante, a 17 anni entrò nell’ordine delle terziarie dopo aver avuto una visione. In questo periodo fece diversi pellegrinaggi e soprattutto una dura penitenza. Mentre si faceva intensa la guerra tra Guelfi e Ghibellini insieme alla famiglia fu esiliata: tornò in patria dopo la morte di Federico II, ma la sua vita fu assai breve. Sulla sua morte non si sa praticamente nulla solo che alcuni anni più tardi il suo corpo è stato ritrovato intatto.
Patronato: Viterbo
Etimologia: Rosa = dal nome del fiore
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Viterbo, beata Rosa, vergine, del Terz’Ordine di San Francesco, che fu assidua nelle opere di carità e a soli diciotto anni concluse anzitempo la sua breve esistenza.

Nel 1252 papa Innocenzo IV pensa di farla santa, e ordina un processo canonico, che forse non comincia mai. La sua fama di santità cresce ugualmente, e nel 1457 Callisto III ordina un nuovo processo, regolarmente svolto: ma nel frattempo muore, e Rosa non verrà mai canonizzata col solito rito solenne. Ma il suo nome è già elencato tra i santi nell’edizione 1583 del Martirologio romano. Via via si dedicano a lei chiese, cappelle e scuole in tutta Italia, e anche in America Latina.
Vita breve, la sua. Nasce dai coniugi Giovanni e Caterina, forse agricoltori nella contrada di Santa Maria in Poggio. Sui 16-17 anni, gravemente malata, ottiene di entrare subito fra le terziarie di san Francesco, che ne seguono la regola vivendo in famiglia. Guarita, si mette a percorrere Viterbo portando una piccola croce o un’immagine sacra: prega ad alta voce ed esorta tutti all’amore per Gesù e Maria, alla fedeltà verso la Chiesa. Nessuno le ha dato questo incarico. Viterbo intanto è coinvolta in una crisi fra la Santa Sede e Federico II imperatore. Occupata da quest’ultimo nel 1240, nel 1247 si è “data” accettandolo come sovrano.
Rosa inizia la campagna per rafforzare la fede cattolica, contro l’opera di vivaci gruppi del dissenso religioso, nella città dove comandano i ghibellini, ligi all’imperatore e nemici del papa. Un’iniziativa spirituale, ma collegata alla situazione politica. Per questo, il podestà manda Rosa e famiglia in domicilio coatto a Soriano del Cimino. Un breve esilio, perché nel 1250 muore Federico II e Viterbo passa nuovamente alla Chiesa. Ma non sentirà più la voce di Rosa nelle strade. La giovane muore il 6 giugno probabilmente del 1251 (altri pongono gli estremi della sua vita tra il 1234 e il 1252). Viene sepolta senza cassa, nella nuda terra, presso la chiesa di Santa Maria in Poggio. Nel novembre 1252 papa Innocenzo IV promuove il primo processo canonico (quello mai visto) e fa inumare la salma dentro la chiesa. Nel 1257 papa Alessandro IV ne ordina la traslazione nel monastero delle Clarisse. E forse vi assiste di persona, perché trasferitosi a Viterbo dall’insicura Roma (a Viterbo risiederanno i suoi successori fino al 1281).
La morte di Rosa si commemora il 6 marzo. Ma le feste più note in suo onore sono quelle di settembre, che ricordano la traslazione del corpo nell’attuale santuario a lei dedicato. Notissimo è il trasporto della “macchina” per le vie cittadine: è una sorta di torre in legno e tela, rinnovata ogni anno, col simulacro della santa, portata a spalle da 62 uomini. Si ricorda nel 1998 anche l’iniziativa del conte Mario Fani, che 130 anni or sono, col circolo Santa Rosa, a Viterbo anticipava la Società della Gioventù Cattolica, promossa poi dai cattolici bolognesi con Giovanni Acquaderni. Nel 1922 Benedetto XV ha proclamato Rosa patrona della Gioventù Femminile di Azione Cattolica.
A Viterbo, di cui è patrona della città e compatrona della diocesi, è ricordata il 4 settembre, giorno della traslazione.


Autore: Domenico Agasso



Fonte:
ALMANACCO DI DOMANI Famigliacristiana

La Liturgia di domani 6 Marzo 2008

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Giovedì della IV settimana di Quaresima
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Colore liturgico: Viola

PRIMA LETTURA (Es 32,7-14)
Signore, desisti dall’ardore della tua ira

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: “Va’, scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto”.
Il Signore disse inoltre a Mosè: “Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione”.
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: “Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li hai fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra?
Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre”.
Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 105)
Rit: Perdona, Signore, le colpe del tuo popolo.

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a un’immagine di metallo fuso;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia fieno.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
prodigi nel paese di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Egli aveva già deciso di sterminarli,
se Mosè suo eletto
non fosse stato sulla breccia di fronte a lui,
per stornare la sua collera dallo sterminio.

Canto al Vangelo (Gv 3,16)
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito;
chi crede in lui ha la vita eterna.
Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

VANGELO (Gv 5,31-47)
Vi accusa Mosè, nel quale avete posto la vostra speranza

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c’è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”.

Parola del Signore

Commento
La lettura dell’Antico Testamento ci mette in guardia dalla tentazione di cercare il vitello d’oro, la divinità visibile e palpabile fatta su misura per noi. La lettura del Vangelo secondo Giovanni esige che noi crediamo in Gesù Cristo. Il fondamento della nostra fede è la testimonianza dell’Antico e del Nuovo Testamento. Testimonianza della verità che non si può apprendere né provare scientificamente, e neppure codificare in una legge. Gli Ebrei del tempo di Gesù avevano l’Antico Testamento, ma non capivano le parole di Mosè su Gesù. Avevano davanti ai loro occhi i miracoli compiuti dal profeta di Nazaret, ma i miracoli possono essere interpretati in molti modi. Bisogna credere per capire il loro contenuto. Gesù desiderava convincerli per dar loro la vita.
Molti credettero in lui, ma gli eruditi e gli anziani lo rifiutarono. E noi, come interpretiamo il Vangelo? Crediamo veramente alla testimonianza di Dio Padre in Gesù di Nazaret? Crediamo che egli è il Verbo di Dio, il Messia atteso? Non abbiamo mai visto Dio, ma abbiamo le parole di Gesù Cristo. Esiste il Verbo di Dio in noi? E noi, esistiamo in Gesù Cristo? Forse ci si può rimproverare di non aver ricevuto Gesù e i suoi messaggeri, mentre riceviamo qualunque passante che arriva con la sua teoria (teoria a volte strana) perché è interessante, alla moda, esotica, o perché lo scetticismo che essa comporta si presta all’edificazione della nostra gloria...? A volte semplicemente ci vergogniamo di credere e di cercare di incontrare Dio nell’antico cristianesimo. Preghiamo per il dono della fede, della speranza e della carità, per vedere in Gesù il Figlio di Dio e per essere a nostra volta tr! asformati in figli di Dio, divinizzati nell’unione con il Figlio Unigenito.


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DOMANI ACCADDE......

1975 In Italia la maggiore età viene abbassata da 21 a 18 anni

DOMANI NACQUE.....

1619 - Savinien Cyrano de Bergerac, scrittore e drammaturgo francese († 1655)


1677 - Pietro Micca, militare e patriota italiano († 1706)

2006 Clelia Marchi (n. 1912) DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE!

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