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Admin meryan Amministratrice
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| Titolo: MISTERI Mer Apr 02, 2008 12:05 am | |
| MISTERI
1 ) L' esperimento di Philadelphia Ritengo estremamente importante che la scienza intensifichi le ricerche su quali possano essere le conseguenzedegli effetti del magnetismo sull'uomo .Nel 1943 , nel porto di Pholadelphia , fu compiuto dalle autorità americane un esperimento di con il cacciatorpediniere "Eldrige" , che aveva in forza un equipaggio di 200 uomini , mettendo in atto lateoria dei campi unificati di Einstein .Furono accesi dei campi di forza a prua , a poppa e di fianco alla nave , che rapidamente scomparvedal porto di Philadelphia per ricomparire , rimaterializzandosi all'istante , nel porto di Norfolk , a 4.400miglia di distanza . L' esperimento , compiuto con conoscenza limitata sugli effetti del magnetismo , nonrealizzò il completo trasferimento della nave e del suo equipaggio . Ciò comportò il manifestarsi degli effetti negatividerivanti dalla vicenda : l'acqua , nel punto dove era ancorata la nave , mostrava ancora l'avvallamento procuratodal peso dell'incrociatore e gli uomini che erano a bordo , una volta spenti i campi magnetici di forza , nonriacquistarono tutti la forma fisica ma alcuni rimasero parzialmente o totalmente invisibili .Si rimaterializzavano solo toccandoli , una volta che si fossero fatti localizzare.Col passar del tempo gli effetti magnetici continuarono a manifestarsi :improvvisamente i marinai o scomparivanocompletamente o solo a metà e se qualche collega non li toccava, sarebbero ( con questo termine venivadefinito lo stato di invisibilità ).Queste notizie , tenute segretissime , trapelarono grazie all'impegno e al coraggio dimostrato dal giornalistaM.K.Jessup che , essendo anche uno scienziato , portò avanti ricerche meticolose sul fenomeno .Ma il 20 aprile 1959 Jessup , giornalista affermato e studioso di successo , fu ritrovato morto nel garage dellasua casa per avvelenamento da monossido di carbonio . Apparente sembrava un inspiegabile suicidio .Secondo molti dei suoi amici e colleghi era invece stato assassinato perchè sapeva troppo .Io sono d'accordo con loro .E necessario risvegliare , educare e sviluppare una facoltà più profonda : l'intuizione .Non ci spaventiamo se le intuizioni sono spesso incomprensibili. Incominciamo col NON negarle ...ed esse appariranno . Mettiamo per un po' da parte la ragione : noi non siamo l'immagineche vediamo allo specchio , ma di più , molto di più .
Ultima modifica di Admin meryan il Mer Giu 04, 2008 12:27 am - modificato 2 volte. | |
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| Titolo: Re: MISTERI Mer Apr 02, 2008 12:09 am | |
| 2) John Worrel Keely Era un inventore solitario nato in Pensylvania il quale , mentre compiva studi sulle forze magnetiche che percorronola Terra fluendo dai poli , ebbe l'intuizione che i corpuscoli di materia potevano essere divisi per mezzo di vibrazioni .Applicando questo principio che chiamò FORZA DINASFERICA , riuscì a far funzionare con un moto perpetuo un motoreche solo l'usura poteva fermare . Keely conduceva i suoi esperimenti a New York e la sua scoperta destò un vivo interesse.Le autorità lo fermarono impedendogli di continuare esperimenti su tale strada , ma prima di obbligarlo a concludere la suacarriera di inventore egli realizzò il suo ultimo progetto . Keely costruì un modello di astronavein metallo del peso di circa 3 chili e dopo averlo collegato con un sottile filo di platino fissato all'estremità di unsintetizzatore , suonò col violino una nota musicale e il modellino iniziò a volare , rimanendo immobile , alzandosie abbassandosi con grande facilità di manovra.Dopodichè Keely scomparve improvvisamente con tutti i mobili e le sue invenzioni senza che nemmeno i vicinidi casa se ne accorgessero . Ma quanta conoscenza abbia lasciato in eredità , possono testimoniarlotutti coloro che hanno assistito al passaggio di dischi volanti che emettevano suoni melodiosi , comesinfonie .3 ) Il QUINTO battaglione NORFOLK La guerra non solo mette a dura prova lo spirito degli uomini, ma anche i loro sensi. Nessuno può sapere che cosa puòsuccedere in una conflagrazione bellica: neppure si può escludere che un mondo si apra e ne inghiotta un altro, come èsuccesso con un intero reggimento britannico durante la campagna di Turchia, durante la prima guerra mondiale.Era il 20 agosto 1915. I turchi occupavano una zona in posizione elevata presso la baia di Sulva, e il combattimento fra diloro e le forze attaccanti, britanniche, neozelandesi e australiane, fu accanito, con gravi perdite da entrambe le parti.La mattina dopo fu serena e soleggiata, guastata soltanto da sette o otto nubi a forma di fette di pane intorno a unamontagnolachiamata Colle 60, da cui l'esercito turco scatenava un fuoco terrificante. Stranamente, nonostanteuna brezza di ottochilometri all'ora proveniente da sud, le strane nubi rimasero immobili.Il 14°Reggimento Norfolk affrontò la difficile impresa di sferrare un attacco contro la posizione turca. Esso avanzò fino aimmergersi in una delle nubi che stava a cavallo di un torrente in secca, il Kaiajak Dere. Ci volle quasi un'ora perchè la fila,composta di quattromila uomini, scomparisse nella nube, secondo i genieri della Nuova Zelanda che erano appostati a duechilometri e mezzo di distanza.Poi avvenne l'incredibile. La nube a bassa quota, descritta come lunga 250 metri e larga 60, si sollevò lentamente nel cieloe scomparve in direzione della Bulgaria.Con la nube se ne andarono gli uomini del 14°reggimento dell'esercito britannico. Oggi nessuna croce terrenacontrassegna le loro tombe. Se essi furono annientati in battaglia, allora la loro cancellazione fu più improvvisa e completadiqualsiasi altra avvenuta nella storia militare.Ma se furono sollevati nelle nubi e portati via, come dissero i genieri neozelandesi,essi potrebbero essere dovunque, magari anche in un mondo senza guerra.Di tutto questo è conservata documentazione nel Museo della Guerra di Londra dove ,chi lo desidera , può ricevere informazioni dettagliate e conferma incontrovertibile della veridicitàdel fenomeno rimasto inspiegabile . | |
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| Titolo: Re: MISTERI Mer Apr 02, 2008 12:21 am | |
| La colonna di Kitub ( a Dheli )
La sua età non ha potuto essere stabilita con certezza , sebbene si sappia che abbia più di 4000 anni .
Essa è composta da pezzi di ferro saldati o tenuti insieme in chissà quale modo che , sebbene esposti
ad un clima caldo e umido e a tutte le intemperie , non hanno segni di ruggine .
Si tratta di ferro puro che noi possiamo oggi produrre , mediante elettrolisi , solo in piccolissime quantità .
La tomba di Chou Chu
Nella tomba del generale cinese (vissuto tra il 265 e il 316 d.C. ) venne ritrovata , fra altri oggetti , una
curiosa cintura che, sottoposta nel 1958 ad accurate analisi presso l'istituto di fisica applicata dell 'Accademia
delle scienze cinese , risultò composta per l'85 per cento di alluminio , per il 10 per cento di rame e per il 5 per cento
di manganese .
Benchè l'alluminio sia largamente diffuso sulla terra è molto difficile da estrarre . Il procedimento elettrolitico ,
che è sinora il solo conosciuto per ricavare l'alluminio dalla bauxite , non è stato sviluppato che dopo il 1808.
Il fatto che artgiani cinesi siano riusciti ad estrarre l'alluminio dalla bauxite 1600 anni fa , rappresenta
un'importante scoperta nella storia mondiale della metallurgia .
Antico Egitto
Fra i rinvenimenti di cui è stata data notizia si trovano mappe astronomiche di una precisione sorprendente
e un gran numero di oggetti , molti dei quali non hanno potuto ancora essere identificati .
Vi sono anche lenti di cristallo perfettamente sferiche , fabbricate con altissima precisione .
E interessante notare che lenti analoghe sono state trovate anche in Iraq e nella Australia centrale ed esse possono essere
oggi ottenute soltanto con un abrasivo speciale a base di ossido di cerio . Da ciò scaturisce una domanda :
gli Egiziani conoscevano l'elettricità?
Infatti l'ossido di cerio si produce con un processo elettrochimico ed è assolutamente impossibile isolarlo
senza disporre di energia elettrica .
Consideriamo il fatto che nelle viscere delle piramidi si trovano vani talmente segregati dal mondo esterno
che l'aria fresca vi venne portata dai loro scopritori , 40 secoli dopo la chiusura .
Ora... le pareti , i pavimenti ed i soffitti sono coperti da finissimi geroglifici a più colori , pitture che sono state
certamente eseguite nell'interno dei locali , quando la costruzione era già stata ultimata .
Ma di quale luce si poterono servire gli artisti ?
Per effettuare opere di tale delicatezza e perfezione occorrono potentissime sorgenti luminose e fiaccole o lampade
non potrebbero bastare ; ed esse non furono certamente usate poichè non c'è traccia di fumo o fuliggine ,
come ne ritroviamo invece in tutti i vani chiusi illuminati con tale sistema .
Che i figli del Nilo abbiano fatto uso delle sorgenti luminose a cui noi stessi ricorreremmo in circostanze analoghe ?
........................................................................Le pile di Bagdad
Un ingegnere tedesco incaricato di costruire le fogne di Bagdad scoprì , fra quelle che il museo locale considerava
"cianfrusaglie " , pile elettriche ancora funzionanti , etichettate come "oggetti di culto" e risalenti alla dinastia
dei Sassanidi . Le ricerche condotte in seguito a tale rinvenimento rivelarono l'esistenza di una setta che ,
a partire da 2000 anni fa , difendeva gelosamente i segreti dell'elettricità in genere e della galvanoplastica in particolare .
Gli elettricisti occulti di Bagdad tuttavia non inventarono nulla : pochi chilometri a sud della capitale irachena ,
nel cuore dell'antica Babilonia , sono venuti alla luce accumulatori che si ritengono fabbricati 3 o 4 mila anni fa...
manco a dirlo... su licenza egizia . | |
| | | Admin meryan Amministratrice
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| Titolo: Re: MISTERI Mer Apr 02, 2008 12:30 am | |
| Il castello di corallo Dal 1920 al 1940, lavorando per lo più di notte, nell’aria umida della Florida,
per erigere un monumento ad un amore che non sarebbe mai stato corrisposto,
il minuscolo lettone Edward Leedskalnin
(era alto solamente un metro e cinquantadue centimetri e pesava quarantacinque chili scarsi)
utilizzò enormi massi corallini che pesavano fino a trenta tonnellate, usando tecniche che solo lui
conosceva. Il risultato finale, che fa pensare più a metallo fuso in uno stampo o colato piuttosto che a
pietra scolpita, continua a sbalordire architetti e ingegneri, nonché i diecimila turisti che vi affluiscono
ogni anno.
L’amore e l’opera di Leedskalnin si rivolgevano a una giovanissima sposa a cui egli si riferì sempre
come alla “Dolce Sedicenne”. Respinto proprio il giorno prima del matrimonio,
Edward lasciò la Lettonia per stabilirsi in Florida. Servendosi di blocchi utilizzati nell’edilizia locale,
Leedskalkin cominiciò a costruire il suo Castello di Corallo su quattro ettari di terra,
presumibilmente nella speranza di attirare il suo riluttante amore negli Stati Uniti.
Essa non venne mai, ma il piccolo lettone continuò ostinatamente a lavorare, sollevando
un’impenetrabile aura di mistero e di maestosità intorno al suo solitario progetto. Nessuna si capacitava
di come riuscisse da solo a sollevare da terra i giganteschi blocchi corallini e a caricarli sul suo camion,
nè come facesse a squadrarli e a collocarli, sistemando in certi casi lastre di nove tonnellate con un tale
senso dell’equilibrio e una tale delicatezza che bastava sfiorarle con un dito per farle ruotare.
Se venivano a trovarlo dei visitatori, Leedskalkin interrompeva il lavoro, per riprenderlo dopo che se
n’erano andati. Quando morì, nel 1951, si portò nella tomba i suoi segreti, anche se lasciò intendere che
fossero simili alle stesse tecniche con cui gli egizi avevano costruito la Grande Piramide di Cheope.
Tutto quello che è certo è che disse di essere riuscito a vincere le leggi naturali della gravità e
dell’equilibrio. Oggi i visitatori si entusiasmano davanti a meraviglie come un modello di Saturno di 18
tonnellate, collocato in cima a mura spesse novanta centimetri.
A breve distanza, immobilizzato nella sua orbita, c’è Marte, anch’esso rappresentato da un globo
di corallo dello stesso peso. Quest’opera, costruita per amore, ci ricorda il Taj Mahal di Agra, in India,
una tomba che è considerata il più splendido palazzo del mondo, fatto edificare dall’Imperatore Mogul
Shan Jehan per la sua moglie favorita.
Ma il Taj Mahal fu eretto da centinaia di abili operai, aiutati dai montacarichi e argani speciali,
nonché da fondi illimitati, da un esercito di fornitori e da lunghe file di buoi per il traino dei materiali,
mentre il Castello di Corallo fu costruito di notte e da un solo uomo.
Il teschio di cristallo
Il quarzo cristallino ha sempre goduto di popolarità per le sue presunte proprietà spirituali. Questo stesso minerale affascinò anche le culture antiche. I greci lo chiamavano Crystallos, o “ghiaccio chiaro”. In Egitto, fin dal 4000 a.C., le fronti dei defunti venivano adornate con un “terzeo occhio” di quarzo cristallino per permettere all’anima di vedere la strada per l’eternità. Tradizionalmente, il materiale preferito da veggenti e sensitivi per le loro sfere è cristallo di rocca purissimo. Ma l’oggetto più straordinario che si conosca, composto da questo materiale, è il cosidetto “teschio di cristallo” di Mitchell-Hodges, la cui origine è variamente attribuita agli Atzechi, ai Maya o addirittura agli Atlantidi. Anche il suo rinvenimento fu molto controverso ed è stato al centro di diversi dibattiti. Secondo certe fonti, fu trovato nel 1927 da una diciassettenne, Anna, figlia adottiva dell’avventuriero e vagabondo F.A. Mitchell-Hodges, mentre scavava fra le rovine di Lubaantun, la “Città delle pietre cadute” nelle giungle dell’Honduras britannico. Dopo tre anni di scavi nell’antico sito archeologico maya, Anna portò alla luce il teschio di cristallo di rocca, a grandezza naturale, che giaceva fra le macerie di un altare e di un muro attiguo. Una mandibola appartenente allo stesso manufatto venne ritrovata a circa otto metri di distanza tre mesi dopo. La squadra di Mitchell-Hodges eseguì estesi scavi nella zona, e diede un enorme contributo al nostro attuale patrimonio di reperti e conoscenze sulla civiltà precolombiana del Nuovo Mondo. Ma Mitchell-Hodges era anche noto come un fervente assertore della veridicità della leggenda di Atlantide; fu anzi in primo luogo la convinzione che fosse possibile confermare l ’esistenza di una connessione fra le civiltà atlantidea e maya a spingerlo a sfidare le giungle dell’America centrale. Il cristallo di rocca, purtroppo, non può essere datato con i sistemi convenzionali. Tuttavia i laboratori Hewlett-Packard, che studiarono il misterioso cranio, hanno stimato che il suo completamento avrebbe richiesto un minimo di trecento anni di lavoro a una serie di artigiani dotati, però, di enorme talento. In termini di durezza questo tipo di cristallo è solo leggermente inferiore al diamante. Perchè allora questo pezzo di pietra, tra l’altro non originario del posto, era considerato di un tale valore che il popolo che lo lavorò - quale che fosse - impiegò più di tre secoli per levigarlo pazientemente? Il mistero del teschio di cristallo si infittì ancor di più quando fu ritrovata la parte inferiore e quando i due pezzi furono attaccati si vide che la mandibola si articolava col resto del teschio, creando l’effetto di un cranio umano che apre e chiude la bocca. E’ possibile che il teschio fosse manovrato in tal modo dai sacerdoti del tempio e che fosse usato come oracolo e strumento di divinazione. Pare che il lobo frontale del teschio a volte si appanni, acquistando una tinta lattiginosa. Altre volte emette un’aura spettrale simile all’alone della luna. Queste manifestazioni potrebbero essere il frutto di una fantasia sovreccitata, oppure stimolata dal potere intrinseco del cranio stesso; di fatto coloro che hanno avuto contatti prolungati nel tempo col teschio riferiscono di esperienze sensoriali inquietanti che comprendono suoni ed odori eteri, fino ad arrivare all’apparizione di spettri. L’impatto visivo del teschio è, sicuramente, ipnotico anche per uno scettico.[/center] | |
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| Titolo: Re: MISTERI Ven Apr 04, 2008 10:56 am | |
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| Titolo: Re: MISTERI Ven Apr 04, 2008 1:30 pm | |
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