Alcuni versi acerbi della mia adolescenza
(prima parte)
Mancanza
Lontano, sì lontano ora stai
Mentre corro via pieno di paure
Verso cieli che poi non vedrò mai
Ti saluto quindi amica mia
Mentre ti scrivo queste righe
Ho la consolazione di non andar via
Ma è solo una stupida sensazione
Come quella che ebbi d’avere te
Ché è finita portata via da un acquazzone
Solo immagini e sensazioni, dolore
Restano in queste mie deluse mani
Che aspettavano tutto o almeno amore.
Invito
Accoglimi, ti prego, sul dolce tuo petto
E accarezzami la testa come un bimbo
E fammi essere sicuro d’esser tuo diletto
Andremo insieme ai nuovi giardini
Nel nostro eden fra le mura e il cemento
E giocando non invidieremo i bambini
E quando fra l’erba nascerà un fiore
Non strapparlo ma tienilo stretto
Perché quello sarà il mio amore.
Estasi
Fra le tue braccia ancora stringerti vorrei
Mentre cingi le tue al petto di questo amato cuore
Giuro, non ti lascerò, dea mia tu sei
E unito in te muore il tempo e volano le ore
Dimmi il corpo che ora si muove
Dimmi l’anima che ora si strugge
Il fremito che si spande in ogni dove
Dimmi la linfa che la tua cervice sugge
E poi, ancora l’energia che si protende
Fino ad esalare la propria verità
E si riversa negli infiniti vuoti dentro noi
Freddo
Che freddo in questa calda mattina d’agosto
Mentre sono solo al sole e tu al di là del mare
Che freddo su questa spiaggia dove non c’è posto
Mentre sopporto la vista di uno sguardo ilàre
Che freddo su questa vita, mentre scende la sera
Quando una ha scelto me
Che freddo in questa amorosa chimera,
che freddo senza te
ricordi
Ti ricordo ancora sai,
dopo tant’anni in cui t’ ho sempre pensato
senza saper certo se t’ ho amato mai
ancora ora il tuo viso ho fissato
nella mente che ricorda come allora
ché mai nuovamente t’ ha guardato
Di questa immagine il cuor s’innamora
O forse solo sente di aver mancato st’ affetto
E di mai visti amori la dolcezza odora
Masso che in petto batti abietto
Opprimi la ragione e i sensi,
ti fai sentir sol ora in questo tempo maledetto?!
Gioia
Gioisci, o sì è festa, festa del mio cuore,
e largo al ciel pretendo dire
che finalmente so cosa vuol dir amore
le strade e le piazze sono luci vibranti,
nel ciel c’è tempesta di mille colori,
mentre danzo felice d’esser fra gli amanti
giovane donna, bella mia dama
fra le urla festanti ti farò mia regina
saziando pre sempre questa mia brama
s’intesse d’armonia questo tuo viso incantato
col manto di stelle che stai ad ammirare
tanto che mi lascia come incantato
rivelazione
forte mi batte il cuore ora che soli siam restati
in questa casa ravvivata dal tuo profumo
ora che guardo i tuoi occhi sempre sognati
troppo tempo è passato prima di rivelarci
prima che il dichiarato amore fosse re dei nostri cuori,
troppo silenzio han proferito le labbra nostre prima di baciarci
non aver paura mia dea
di stringerti a me e dimentica il tuo passato
rivivi con me e non pensare d’esser rea
sento la tua mano sulla mia
non preoccuparti: nessuno interviene;
gettati su questo petto capace d’ogni pazzia
si, avrò pazienza mia dolce bambina
i lunghi tuoi capelli sfiorerò
e una sola carne con te sarò
sento la mia mano sulla tua mano
sussurro mai da te sarò lontano,
ma ora, ti prego, non far rumore:
ascoltiamo il canto del dio Amore
leggerezza-canto
un prato
il sole
dove sei amore?
Il vento
I fiori
quando vieni amore?
Alberi
Foglie
Silenzio
Stai con me amore:
io e te, ormai e un solo cuore
io e te, ormai è un solo amore
io e te, ormai è un ritmo palpitante
io e te, orami è un solo amante
segreto
ti comprendo, o giovane donna,
nell’intimo del tuo pensiero
ti nascondi, ma ardi d’amore vero
mentre calma ti aggiusti la gonna
Sì, lo so, e questo mi fa vivere
Esser certo di questo segreto amore
Che va al di là d’ogni piacere
Quando io piango anche tu gemi
Quando io soffro anche tu langui
Quando ho paura anche tu temi
E quando la gioia mi pervade il viso
Anche il tuo si rinnova con un bel sorriso
Distanti siamo, ma ormai soli
Non c’è più mondo, non ci sono colori
Non dir niente, solo noi sapremo
Che un giorno sempre uniti saremo
Visione
Perdonami se ti ho disturbata
Invadendo la tua tranquillità nell’acqua
Che spruzza sul tuo petto o amata
E i lunghi capelli neri annacqua
Dinanzi a tal bellezza
L’animo mio non resiste,
a ciò che supera ogni saggezza,
e nella contemplazione insiste
madonna mia, o sacra Venere
quale armonia ha l’universo
da ridurmi a questa vista in cenere
e impedirmi di gloriarti col mio verso!
Tutta quest’armonia tu hai
Donatati dal cielo, o mi a beata.
La calda e morbida pelle amai
E ancora elle è per me sempre più amata
Non, non andare, resta
Mi fissi limpida e pura,
accarezzo la tua testa,
che gioiello mi dà paura.
Solo
Stamane all’alba, stanco
Mi sono risvegliato e ancora
Stasera al vespro, stanco
Mi sono riaddormentato
Il sole sale e scende
E alla luna s’alterna
E il tempo sempre passa
E mai rallenta
E intanto io, perso
Che ho tutto il mio verso
Zitto ne seguo il cammino
Inferno di nullità
Nullità d’inferno
Non c’è dolore né sofferenza
Non c’è vita né sapienza
Non c’è tristezza
Non c’è bellezza
Non trovo più il mio cuore
Non c’è, oh no, non c’è amore
Cattiva
Le stette vicino, senza dir niente.
Lei credette di morire quando il cuore le scoppiò in petto,
allorché una fredda mano la toccò,
dove nessuno era mai arrivato.
L’amore non ha confini.
Serenità
Ti osservo di nascosto
Dentro lo specchio che riflette il tuo corpo
E non preferirei alcun altro posto
Lavori, e con quanta lena,
la tua camicia vibra tutta intera
ma sopra emerge una figura serena
tranquilla, come quella volta
in cui ci rivelammo amore
segno che da quelle beate ora
dal suo seno l’amore mai t’ ha tolta
lascia stare i lavori
donna mia,
tu sei degna di alti onori
che è miseria la poesia mia
(p) & (c) daniele divaio 1994