Il terzo occhio, un libro di Lobsang Rampa, parla della giovenezza del figlio d un ministro del tredicesimo Dalai Lama. da piccolo gli astrologi gli predicono un futuro monastico, quindo entra come novizio in un monastero per preservare e diffondere poi gli insegnamenti esoterici.
A otto anni lo sottopongono a un intervento che gli apre un foro nel cranio: il cosiddetto "terzo occhio" che gli permette di vedere cose agli altri sconosciute come l'aura che circonda le persone.
A sedici anni viene iniziato alla cerimonia della "piccola morte" in cui viaggia nel mondo astrale per tre giorni regredendo in ere preistoriche.
Il libro è una perla rara tra tutti quelli che si avventurano nel mondo della narrativa tibetana, scritto con linguaggio semplice, tiene dalla prima all'ultima pagina in un'atmosfera tra il magico e il reale.
Particolare che mi ha colpito molto, il senso di divertita rassegnazione del bambino, come quando, tra le dure prove che deve affrontare, si lancia nel vuoto con uno pseudo-semi-paracadute, il bambino ha paura ma, per darsi coraggio, dice a se stesso che se è scritto che arriverà a compiere determinate cose, vuol dire che non può certo morire in quella occasione.
Divertente e commovente, intenso ma leggero, intrigante ma semplice,
lo consiglio vivamente a tutti coloro che sono interessati all'argomento e anche a chi assolutamente non ci crede, su qualcosa certamente rifletterà