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 il mistero della resurrezione di gesù

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MessaggioTitolo: il mistero della resurrezione di gesù   il mistero della resurrezione di gesù 16gd9bkDom Ott 05, 2008 11:51 pm

il mistero della resurrezione di gesù Gesù2 Il mistero della Resurrezione di Gesù
Se davvero nel cuore sentite il bisogno di conoscere e capire la Verità, di scoprire un po' più da vicino e dettagliatamente come sono andate le cose, Vi consiglio con tutto il cuore questo scritto. Vi appassionerà e Vi farà riflettere fornendoVi un quadro piuttosto chiaro di come si svolsero i fatti. Troverete minuziosi riferimenti storici e particolari che Vi mostreranno davvero da vicino quanto grande fu la sofferenza di Gesù e quanto più grande fu la gioia della Sua Resurrezione, perchè avvenne davvero.
Buona lettura.
Soraya.
*****
Prove dell’Esistenza di Gesù Cristo -
Il Segno più Grande – La Resurrezione


Gesù afferma: “Nessuno me la toglie (la vita); sono io che la offro di mia volontà. Io ho il potere di offrirla e di riaverla: questo è il comando che il Padre mi ha dato” (Giovanni 10:18 TILC).


Paolo sostiene: “Ma se non c'è risurrezione dei morti, neppure Cristo è risuscitato! E se Cristo non è risuscitato, la nostra predicazione è senza fondamento e la vostra fede è senza valore. Anzi finiamo per essere falsi testimoni di Dio, perché, contro Dio, abbiamo affermato che egli ha risuscitato Cristo. Ma se è vero che i morti non risuscitano, Dio non lo ha risuscitato affatto. Infatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è risuscitato. E se Cristo non è risuscitato, la vostra fede è un'illusione, e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche i credenti in Cristo, che sono morti, sono perduti. Ma se abbiamo sperato in Cristo solamente per questa vita, noi siamo i più infelici di tutti gli uomini” (1 Corinzi 15:13-19 TILC). La realtà e storicità della resurrezione è il pilastro più importante del cristianesimo. Essendo risuscitato dai morti, Gesù fu dichiarato Figlio di Dio con potenza, con la natura santa di Dio stesso (Romani 1:4).

R.M'Cheyne Edgar, nella sua opera, The Gospel of a Risen Saviour, (Il Vangelo di un Salvatore Risuscitato), dice: “Ecco un maestro di religione che rivendica tranquillamente la Sua capacità di risorgere dalla tomba, dopo essere stato flagellato e crocifisso. Noi possiamo dire, senza dubbio, che una simile affermazione non sia mai stata fatta prima né dopo. Dire che questa prova fuori del comune sia stata immaginata da alcuni studenti mistici delle profezie, e inserita nella narrazione dei Vangeli, significa deporre un fardello un po’ troppo pesante sulla nostra credulità. Colui che era pronto a scommettere tutto sulla Sua capacità di risorgere dalla tomba si presenta a noi come il più originale dei maestri, risplendente della luce di una vita che si è provata da se stessa!”

Gesù predice la sua resurrezione e sottolinea che quello sarà il “segno” che confermerà la sua affermazione di essere il Messia. Le referenze seguenti documentano le Sue dichiarazioni sulla sua resurrezione: Matteo 12:38-40; 16:21; 17:9; 17:22, 23; 20:18, 19; 26:32; 27:63. Marco 8:31; 9:1; 9:10; 9:31; 10:32-34; 14:28, 58. Luca 9:22. Giovanni 2:18-22; 12:32-34.

Per citare solo una di queste referenze, Giovanni 2:18-22: “ Intervennero alcuni capi ebrei e domandarono a Gesù: - Dacci una prova che hai l'autorità di fare queste cose. Gesù rispose: Distruggete questo Tempio! In tre giorni lo farò risorgere. Quelli replicarono: - Ci sono voluti quarantasei anni per costruire questo Tempio e tu in tre giorni lo farai risorgere? Ma Gesù parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo, e credettero alle parole della Bibbia e a quelle di Gesù” (TILC).

Secondo l’approccio storico, la resurrezione è un avvenimento che ha avuto luogo in una dimensione spazio – temporale definita. Wilbur Smith, celebre scrittore e professore rimarca (Smith, Wilbur M. Therefore Stand: Christian Apologetics. Grand Rapids: Baker Book House, 1965):

“Il significato della resurrezione è una questione teologica, ma la realtà della resurrezione è una questione storica; la natura del corpo risuscitato può essere un mistero, ma la scomparsa di un corpo è una realtà che deve essere determinata da prove storiche. La situazione geografica del luogo è conosciuta, il proprietario della tomba era in vita durante la prima metà del primo secolo; la tomba fu scavata nella roccia sul fianco di una collina vicino a Gerusalemme, un luogo preciso, non era una favola mitologica, né una nube di polvere. I soldati a guardia della tomba non erano degli esseri immaginari del monte Olimpo; il Sinedrio era formato da un gruppo di uomini che si riunivano frequentemente a Gerusalemme. Come confermano numerosi scritti, Gesù era una persona vivente, un uomo tra gli altri uomini, e i discepoli che andarono a predicare il Cristo crocifisso erano uomini ordinari, che mangiavano, bevevano, dormivano, soffrivano, lavoravano, e sono morti. Cosa c’è in questo di dottrinale? Questo è un soggetto storico” (pagina 386).

“Ma diciamo semplicemente che noi ne sappiamo di più sulle circostanze della morte di Gesù, a Gerusalemme e dintorni, che di quella di qualsiasi altra persona del mondo antico” (pagina 360).

Tra le numerose prove a sostegno della resurrezione di Gesù troviamo:

La testimonianza della storia:


Uno storico giudeo di nome Josephus ha scritto, alla fine del primo secolo A .C., nel suo libro Antiquities (Antichità degli Ebrei): “C’era, in quest’epoca un uomo, se si può definirlo così, un saggio; egli faceva opere meravigliose, un insegnante per coloro che erano pronti a ricevere la verità con gioia. Egli attirò a sé molti Giudei e anche molti Greci. Quest’uomo era il Cristo. E quando fu condannato da Pilato, su l’accusa dei religiosi, coloro che l’amavano non lo abbandonarono, egli si mostrò a loro, vivente, il terzo giorno, come avevano annunciato i divini profeti, insieme con altre cose meravigliose. E ancora oggi, la razza dei cristiani, che prendono il loro nome dal suo, non si è estinta.

Josephus era un giudeo che cercava di piacere ai Romani e non avrebbe scritto questi fatti se non fossero stati veri. Inoltre, la descrizione di Pilato che condanna “Cristo” non era particolarmente gradita ai Romani.
La testimonianza degli apostoli:

Simon Greenleaf, professore di Diritto all’Università di Harvard, ha scritto in An Examination of the Testimony of the Four Evangelists by the Rules of Evidence Administered in the Courts of Justice (uno studio sulle testimonianze dei quattro evangelisti secondo l’autorevolezza delle prove esibite in tribunale): “Le verità capitali dichiarate dagli apostoli erano due: Cristo era risuscitato dai morti; gli uomini potevano ricevere la salvezza soltanto pentendosi dei loro peccati e mettendo la loro fede in Lui. Essi sono stati fedeli a questa dottrina in modo unanime, ovunque, non soltanto davanti alle grandi prove ma anche davanti agli errori più grandi ai quali il pensiero umano sia stato esposto. Il loro maestro era morto come un malfattore, condannato da un tribunale pubblico. La sua religione cercava di rovesciare le religioni del mondo intero. Le leggi d’ogni paese si opponevano agli insegnamenti dei Suoi discepoli. Gli interessi e le passioni dei leader e grandi uomini del mondo erano contro di loro. La cultura del mondo era contro di loro. Dalla diffusione di questa nuova fede, anche se attuata in modo inoffensivo e pacifico, potevano aspettarsi solo derisione, opposizione, ingiurie, spietate persecuzioni, percosse, prigionia, tormenti e morti crudeli. Ciò nonostante essi hanno divulgato questa fede con zelo, hanno sopportato tutte queste miserie senza smarrimenti, con gioia. Quando, uno dopo l’altro, erano messi crudelmente a morte, quelli che sopravvivevano proseguivano la loro missione con risoluzione ed accresciuto vigore. Raramente si sono trovati in annali di guerre militari tali esempi d’eroica perseveranza, di pazienza e di coraggio. Essi avevano tutte le ragioni possibili ed immaginabili per rivedere le capisaldi della loro fede, le prove, i fatti importanti e le verità che affermavano, essi erano messi a confronto con queste ragioni nelle situazioni più drammatiche e ad una frequenza terrificante. Era quindi impossibile che essi potessero persistere nell’affermazione delle verità da loro narrate se Gesù non fosse veramente risuscitato dai morti, e se non fossero stati realmente convinti di ciò” (Greenleaf, Simon. Testimony of the Evangelists, Examined by the Rules of Evidence Administered in Courts of Justice. Grand Rapids: Baker Book House, 1965 (ristampa dall’edizione del 1847).

Dopo la crocifissione, gli apostoli si nascosero per paura della persecuzione da parte delle autorità, (certamente non avevano il coraggio di forzare la tomba di Gesù e di “rubarne” il corpo, come i capi religiosi volevano far dire alle guardie dietro compenso), eppure dei dodici apostoli, undici diverranno martiri, predicando che Gesù era il figlio di Dio, risuscitato dai morti. Pietro ha rinnegato Gesù più volte dopo il Suo arresto, ma poco tempo dopo la Sua crocifissione e la Sua deposizione nella tomba Pietro era a Gerusalemme, predicando con coraggio, nonostante la minaccia di morte, che Gesù era il Figlio di Dio, e che era risuscitato. Il suo fervore era tale che al momento della sua propria crocifissione egli chiese di essere crocifisso a testa in giù, perché egli non si riteneva degno di morire nello stesso modo del Cristo. Tommaso che, prima di credere, aveva voluto mettere il dito nelle ferite lasciate dai chiodi nelle mani di Gesù, subì il martirio morendo trapassato da un colpo di lancia. Giacomo, il fratello di Gesù, che dubitava delle Sue affermazioni, morì martire, lapidato dopo che Gesù gli fu apparso (1 Corinzi 15:7).

E’ difficile morire per una menzogna. Recentemente, nel corso della storia, abbiamo visto persone morire per cause nelle quali credevano, ma nessuno è morto per qualcosa in cui non credeva. Qualcosa ha trasformato questi apostoli timidi e tremanti in potenti annunciatori della loro fede. Gesù era loro apparso. Nel libro degli Atti leggiamo che Gesù si mostra vivente ai suoi apostoli: “Dopo la sua morte Gesù si presentò loro, e in diverse maniere si mostrò vivo. Per quaranta giorni apparve ad essi più volte, parlando del regno di Dio” (Atti 1:3 TILC).
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MessaggioTitolo: Re: il mistero della resurrezione di gesù   il mistero della resurrezione di gesù 16gd9bkDom Ott 05, 2008 11:57 pm

Gesù era veramente morto sulla croce:


Mentre pendeva dalla croce: “Gesù prese l'aceto e poi disse: "È compiuto". Abbassò il capo e morì. Era la vigilia della festa: le autorità non volevano che i corpi rimanessero in croce durante il giorno festivo, perché la Pasqua era una festa grande. Perciò chiesero a Pilato di far spezzare le gambe ai condannati e far togliere di lì i loro cadaveri. I soldati andarono a spezzare le gambe ai due che erano stati crocifissi insieme a Gesù. Poi si avvicinarono a Gesù e videro che era già morto. Allora non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia. Subito dalla ferita usci sangue con acqua. Colui che ha visto ne è testimone, e la sua testimonianza è vera”
(Giovanni 19:30-35 TILC).

“Un tale corse a prendere una spugna, la bagnò nell'aceto, la fissò in cima a una canna e cercava di far bere Gesù. Diceva: ‘Aspettate. Vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce!’.Ma Gesù diede un forte grido e morì. Allora il grande velo appeso nel Tempio si squarciò in due, da cima a fondo. L'ufficiale romano che stava di fronte alla croce, vedendo come Gesù era morto, disse: ‘Quest'uomo era davvero Figlio di Dio!’”
(Marco 15:36-39 TILC).

“Quel giorno, vigilia del sabato, era di preparazione alla festa, ed era già sera. Venne Giuseppe, originario di Arimatèa: egli era un personaggio importante, faceva parte del tribunale ebraico: anche lui aspettava con fiducia il regno di Dio. Giuseppe si fece coraggio, andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che Gesù fosse già morto. Chiamò allora l'ufficiale e gli domandò se era morto davvero. Dopo aver ascoltato l'ufficiale, diede il permesso di prendere il corpo di Gesù” (Marco 15:42-45 TILC). Il centurione sapeva che Gesù era morto, altrimenti non avrebbe permesso che Giuseppe d’Arimatea lo sotterrasse.

“Allora Giuseppe comprò un lenzuolo, tolse Gesù dalla croce, lo avvolse nel lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia. Poi fece rotolare una grossa pietra davanti alla porta della tomba. Intanto due delle donne, Maria Maddalena e Maria madre di Ioses, stavano a guardare dove mettevano il corpo di Gesù” (Marco 15:46-47 TILC).
La pietra:

Maria Maddalena e Maria, la madre di Gesù, andarono ad ungere il corpo di Gesù il primo giorno della settimana, dopo il sabato. Esse erano preoccupate, si domandavano chi avrebbe spostato la pietra all’entrata del sepolcro per permettere loro di ungere il corpo con gli aromi che avevano portato. Quando arrivarono alla tomba: “guardarono, e videro che la grossa pietra, molto pesante, era stata già spostata” (Marco 16:4 TILC). Anche Matteo descrive la pietra come “una grande pietra” (Matteo 27:60). Si pensa che la pietra pesasse circa due tonnellate.
Il sigillo:

Più importante della grandezza della pietra, a parte il fatto che una grande pietra avrebbe scoraggiato dei potenziali ladri, era il sigillo che era sulla pietra. I Farisei andarono a vedere Pilato per informarlo che Gesù aveva detto che dopo tre giorni sarebbe risuscitato. Essi domandarono di ordinare che il sepolcro fosse ben sorvegliato fino al terzo giorno: “Perciò ordina che le guardie sorveglino la tomba fino al terzo giorno, così i suoi discepoli non potranno venire a rubare il corpo e poi dire alla gente: ‘È risuscitato dai morti!’. Altrimenti quest'ultimo imbroglio sarebbe peggiore del primo. Pilato rispose: - Va bene: prendete le guardie e fate sorvegliare la tomba come vi pare. Essi andarono, assicurarono la chiusura della tomba sigillando la grossa pietra e poi lasciarono le guardie a custodirla” (Matteo 27:64-66 TILC).

A.T Robertson in Word Pictures in the New Testament (New York: R.R Smith, Inc., 1931) ha descritto il modo in cui, molto probabilmente fu sigillata la pietra: “…probabilmente con una corda tesa intorno alla pietra ed assicurata ai due lati, come in Daniele 6:17 (Fu presa una pietra e messa sull'apertura della fossa. Il re vi applicò il suo sigillo personale e quello dei suoi alti funzionari perché nessuno potesse cambiare la sorte di Daniele). L’apposizione del sigillo era fatta alla presenza delle guardie romane, che erano incaricate di proteggere il sigillo dell’autorità e della potenza romane. Essi fecero del loro meglio per impedire il furto e la resurrezione (Bruce), ma addirittura si superarono e fornirono la prova di una tomba vuota e della resurrezione di Gesù (Plummer).”

Le bende e il sudario:

Quando Simon Pietro entra nel sepolcro, trova le bende, e il sudario che avevano messo sulla testa di Gesù, non con le bende ma piegato in un luogo a parte (Giovanni 20 :3-9). John R.W Stott commenta: “E’ facile immaginare la scena che si offrì agli occhi degli apostoli quando arrivarono al sepolcro: la pietra, le bende in terra, il sudario e la lontananza tra i due. Non è sorprendente che essi ‘ videro e credettero ’. Un’occhiata alle bende confermava la realtà della resurrezione e della sua natura. Non erano state né toccate né piegate, assomigliavano ad una crisalide abbandonata dalla sua farfalla” (Stott, John R.W. Basic Christianity. Downers Grove: Inter-Varsity Press, 1971).
Tentativi di depistaggio della verità:


La risposta di Pilato ai Farisei fu: “voi avete delle guardie”, che può essere interpretata come voi avete delle guardie romane o voi avete già le vostre guardie, quelle del tempio. La teoria prevalente è che fu posta una guardia romana. Altrimenti perché i Farisei sarebbero andati a vedere Pilato per assicurare protezione al sepolcro? Essi non avrebbero avuto bisogno dell’autorizzazione di Pilato per posizionare le proprie guardie. Quando Gesù risuscitò, per paura della collera di Pilato le guardie andarono dai capi sacerdoti per riferire quello che era successo (Matteo 28:11). Questi diedero ai soldati una grossa somma di denaro per modificare l’accaduto: “Voi dovete dire che sono venuti di notte i suoi discepoli, mentre dormivate, e che l'hanno rubato. Se poi il governatore verrà a saperlo, noi lo convinceremo e faremo in modo che voi non siate puniti. Le guardie presero i soldi e seguirono quelle istruzioni . Perciò questa storia è diffusa ancor oggi tra gli Ebrei” (Matteo 28:13-15 TILC).

A causa della severa disciplina che esisteva nell’esercito romano, una guardia aveva le sue buone ragioni di temere le conseguenze del venir meno ad un compito che un Pilato furioso gli aveva intimato di svolgere, e che lo avrebbe accusato di aver dormito mentre il corpo veniva rubato, un errore fatale (punibile con la morte). Evidentemente i capi sacerdoti avevano un’influenza su Pilato e promisero alle guardie romane di proteggerle se avessero accettato di mentire e di alterare i fatti, in cambio di una grossa somma di denaro. I capi sacerdoti non avrebbero dovuto corrompere una guardia del tempio sotto la loro diretta autorità. Il fatto che essi abbiano corrotto i soldati conferma che il corpo di Gesù era scomparso, non rubato.

Secondo il professor Albert Roper (Roper, Albert. Did Jesus rise from the Dead? Grand Rapids: zondervan Publishing House, copyright 1965), la guardia romana comprendeva dai dieci ai trenta soldati e il sigillo posto sul sepolcro era quello imperiale di Roma (la cui violazione avrebbe causato la punizione dell'impero romano). Il professor William Smith (Smith, William (ed.). Dictionary of Greek and Roman Antiquities. Ed. rev. London: James Walton and John Murray, 1870) ci informa che la guardia romana era composta generalmente da quattro soldati. Uno dei quattro faceva da sentinella mentre gli altri provavano più o meno a riposare, ma pronti all’azione alla prima allerta”.

Matteo descrive quello che accadde la notte in cui la guardia era in servizio: “Improvvisamente vi fu un terremoto, un angelo del Signore scese dal cielo, fece rotolare la grossa pietra e si sedette sopra. Aveva un aspetto splendente come un lampo e una veste candida come la neve. Le guardie ebbero tanta paura di lui che cominciarono a tremare e rimasero come morte” (Matteo 28:2-4 TILC).
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MessaggioTitolo: Re: il mistero della resurrezione di gesù   il mistero della resurrezione di gesù 16gd9bkDom Ott 05, 2008 11:59 pm

La sofferenza di Gesù:

Alcuni affermano che Gesù non fosse morto sulla croce, ma semplicemente svenuto. Dopo essere stato posto nel sepolcro, egli riprese conoscenza, si alzò e se n’andò.

Quest’argomento non prende in considerazione le sofferenze fisiche che Gesù sopportò prima e durante la crocifissione e che condussero alla morte. Prima di essere arrestato, Gesù viaggiava a piedi attraverso la Palestina, ed è ragionevole pensare che egli fosse in buona salute. Pensando al supplizio che avrebbe affrontato il giovedì sera, Gesù soffrì di una grande angoscia mentale che gli fece sudare sangue, come descrive il medico Luca. Il sudare sangue è un fenomeno raro, ma può accadere in stati emotivi intensi, si tratta di un’emorragia nelle ghiandole sudorifere. (William d. Edward, MD; Wesley J. Gabel, MDiv; Floyd E. Hosmer, MS., AMI, "On the Physical Death of Jesus Christ, JAMA, March 21, 1986 - Vol 225, No. 11, p. 1455).

Dopo che Gesù fu arrestato dai gran sacerdoti, gli ufficiali del tempio e gli anziani nel giardino del Getsèmani, lo presero in giro, lo bendarono e lo batterono. “Tutti allora domandarono: - Dunque, tu sei proprio il Figlio di Dio? Gesù rispose loro: - Voi stessi lo dite! Io lo sono!” (Luca 22:70 TILC) e tutti lo condussero davanti a Pilato con l’accusa di istigare la nazione alla rivolta, impedire di pagare il tributo a Cesare, e di dire di essere il Cristo, il re. Pilato lo dichiarò non colpevole e quando seppe che era galileo lo mandò da Erode. Quest’ultimo fu contento di vederlo, perché voleva che facesse qualche miracolo. Erode lo interrogò lungamente ma Gesù non rispose. Allora lo mise in ridicolo mettendogli una veste scarlatta e lo rimandò da Pilato. Pilato disse ai gran sacerdoti, ai magistrati e al popolo che egli non lo riteneva colpevole, Lo avrebbe quindi punito e poi liberato, ma questi gli domandarono gridando la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù, ed egli gliela concesse.

Ogni uccisione romana era preceduta dalla flagellazione. Era utilizzata una corta frusta, costituita da una o più strisce di cuoio, nelle quali erano incastrate delle piccole biglie di ferro o dei pezzetti d’osso di montone acuminati, per lacerare la pelle. Le spalle, la schiena e le gambe erano flagellate. La flagellazione aveva lo scopo di indebolire la vittima e ridurla in uno stato vicino al crollo o alla morte. Il saguinamento che ne risultava causava una scossa circolatoria e determinava il tempo che la vittima sarebbe sopravvissuta sulla croce.

I soldati romani sputarono su Gesù, lo colpirono sulla testa e gli misero una corona di spine. Gesù era così debole che i soldati romani costrinsero Simone, un uomo di Cirene, a portare la croce. Poiché la croce doveva pesare probabilmente oltre 150 kg, si portava soltanto la sbarra trasversale, che pesava tra 37 e i 63 kg. Era messa sulla nuca della vittima, e bilanciata dalle spalle.

I Romani preferivano inchiodare le mani delle loro vittime sulla sbarra trasversale. Sulle spoglie di una vittima trovata in un ossario nei pressi di Gerusalemme, si sono trovati grandi chiodi aguzzi di ferro da 5 a 7 pollici di lunghezza e 3/8 pollici di larghezza, che risalgono all'epoca di Cristo. Questi grandi chiodi erano inseriti nei polsi, e non nei palmi. I Romani preferivano inchiodare anche i piedi delle vittime.

Il peso del corpo pendente dalla croce metteva i muscoli intercostali in uno stato di profonda inalazione ed esalazione. Così la respirazione era debole e, “per esalare correttamente occorreva sollevare il corpo facendo leva sui piedi, piegare i gomiti ed avvicinare le spalle al corpo.” Tuttavia, questo movimento metteva il peso intero del corpo sui tarsi causando un dolore acuto. Inoltre, la flessione dei gomiti causava la rotazione dei polsi sui chiodi di ferro provocando un dolore intenso lungo i nervi mediani danneggiati. Inoltre, sollevando il corpo si sfregava la parte posteriore frustata contro il ruvido legno. Crampi muscolari ed una parestesia delle braccia aperte ed elevate si aggiungevano al dolore. Di conseguenza, ogni sforzo per respirare diventava un’agonia e finiva per causare l'asfissia.”(JAMA, March 21, 1986 - Vol 255, No. 11, p.1461).


La sopravvivenza sulla croce poteva durare da tre - quattro ore, a tre - quattro giorni e dipendeva dalla gravità della flagellazione. Quando quest’ultima era stata abbastanza debole, i soldati romani acceleravano la morte spezzando le gambe al di sotto delle ginocchia e questo causava il soffocamento della vittima. Di solito, una delle guardie romane forava anche il corpo vicino al cuore, con una lancia, o una spada.

Il Vangelo di Giovanni ci dice che: “Gesù prese l'aceto e poi disse: ‘È compiuto’. Abbassò il capo e morì” (Giovanni 19:30). Affinché il corpo non restasse sulla croce nel giorno del Sabato, chiesero a Pilato il permesso di spezzare le gambe a coloro che erano crocifissi. “I soldati andarono a spezzare le gambe ai due che erano stati crocifissi insieme a Gesù. Poi si avvicinarono a Gesù e videro che era già morto. Allora non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia. Subito dalla ferita uscì sangue con acqua” (Giovanni 19:32-34 TILC).

Dire che Gesù “svenne” sulla croce invece di morire, che più tardi riprese conoscenza nel fresco del sepolcro, e trovò le forze, dopo l’estrema sofferenza fisica che aveva sopportato, (senza dimenticare che era stato trafitto nel costato da una lancia), di spingere una pietra di due tonnellate e trascorrere i quaranta giorni seguenti nel servizio ai suoi discepoli in tutta la terra santa, è ridicolo. Lo studio delle molte prove storiche della sua risurrezione attesta la Sua divinità, e ci dà la speranza che credendo in Lui, come Egli ha promesso, avremo la vita eterna.


Gesù Cristo -
La Risurrezione in Dettaglio



Scherzo atroce o il fatto più fantastico della storia

GESÙ HA TRE CREDENZIALI

a. L’IMPATTO DELLA SUA VITA SULLA STORIA
b. IL COMPIMENTO DELLE PROFEZIE NELLA SUA VITA
c. LA RESURREZIONE
L'APPROCCIO MODERNO PRESUPPOSIZIONALE (PROSPETTIVA NATURALISTA)

a. DIO NON ESISTE
b. VIVIAMO IN UN SISTEMA CHIUSO
c. IL SOVRANNATURALE NON ESISTE
d. I MIRACOLI NON POSSONO AVERE LUOGO

OSSERVANDO UNA TOMBA VUOTA, DICONO CHE UNA RESURREZIONE NON HA POTUTO AVERE LUOGO, NONOSTANTE LE PROVE

CI SONO PRESUPPOSTI FILOSOFICI, E NON DEDUTTIVI

“È TROPPO DIFFICILE DA CREDERE" - DIBATTITO AL POLITECNICO DELLA CALIFORNIA

TUTTO IL SOVRANNATURALE CIRCA GESU’ DEVE SCOMPARIRE

LE PERSONE NON HANNO PROBLEMI CON LE PROVE MA CON IL LORO SISTEMA FILOSOFICO

JOHN WARWICK MONTGOMERY DISSE: “IL SOLO MODO DI VERIFICARE SE UN EVENTO PUÒ VERIFICARSI, E’ DI VEDERE SE SI E’ EFFETTIVAMENTE VERIFICATO.” IL PROBLEMA “DEI MIRACOLI”, DEVE DUNQUE ESSERE RISOLTO CON UN APPROCCIO STORICO E NON SPECULATIVO” (“HISTORY AN CHRISTIANITY”).

Il CRISTIANESIMO, AL CONTRARIO DELLE ALTRE RELIGIONI, SI BASA SULLA VITA, LA MORTE E LA RISURREZIONE DEL SUO FONDATORE. QUASI TUTTE LE ALTRE RELIGIONI SONO BASATE SU PRESUPPOSTI O IDEOLOGIE FILOSOFICHE. IL CRISTIANESIMO SI BASA SULLA RESURREZIOINE DEL SUO FONDATORE, CHE GIUSTIFICA LA VERITÀ CHE PROFESSA. LE ALTRE RELIGIONI SONO BASATE SUGLI INSEGNAMENTI E LE FILOSOFIE DEI LORO FONDATORI.

R. M’Cheyne Edgar, nella sua opera, “The Gospel of a Risen Saviour” (Il Vangelo di un Salvatore Risorto), ha scritto:
“Ecco un maestro di religione che rivendica tranquillamente la Sua capacità di risorgere dalla tomba, dopo essere stato flagellato e crocifisso. Noi possiamo dire, senza dubbio, che una simile affermazione non sia mai stata fatta prima né dopo. Dire che questa prova fuori del comune sia stata immaginata da alcuni studenti mistici delle profezie e inserita nella narrazione dei Vangeli significa deporre un fardello un po’ troppo pesante sulla nostra credulità. Colui che era pronto a scommettere tutto sulla Sua capacità di risorgere dalla tomba si presenta a noi come il più originale dei maestri, risplendente della luce di una vita che si è provata da sé stessa!”

Andate a vedere la tomba di George Washington e la troverete, andate alla tomba di Richard Nixon, e la troverete, andate alla tomba di Gesù e troverete... DEI TURISTI.

Wilbur M. Smith, uno storico e famoso professore, dice: “La resurrezione di Cristo è il fondamento della fede cristiana. È la dottrina che ha messo il mondo sottosopra nel corso del primo secolo, che ha innalzato il cristianesimo ben al di sopra del giudaismo e delle religioni pagane del mondo mediterraneo. Se si toglie, allora si può togliere tutto il resto che è vitale ed unico nel Vangelo del Signore Gesù Cristo: “E se Cristo non è risuscitato, la vostra fede è un'illusione, e voi siete ancora nei vostri peccati” (1 Corinzi. 15:17 TILC).

Il Dr Simon Greenleaf, uno dei più grandi avvocati americani, sul soggetto delle prove indirette dice:
“SE CI SONO UN NUMERO SUFFICIENTE DI PERSONE VIVE NEL MOMENTO IN CUI L’INFORMAZIONE SU UN EVENTO E’ PUBBLICATA, E QUESTE PERSONE SONO TESTIMONI OCULARI O VI HANNO PARTECIPATO, SI PUÒ STABILIRE LA VALIDITÀ D’UN EVENTO SECOLARE”.

Il dott. Greenleaf ha scritto tre volumi sulle leggi delle prove giuridiche. Era scettico e costantemente beffardo nei riguardi degli allievi cristiani che si trovavano nella sua classe a Harvard. Alcuni dei suoi studenti lo sfidarono ad applicare le leggi delle prove giuridiche alla resurrezione di Gesù Cristo. Durante questo processo egli si convertì al cristianesimo, e arrivò alla conclusione che la resurrezione di Gesù Cristo era uno dei fatti storici meglio stabiliti.

Il Dr. Frank Morrison, giornalista e ingegnere, con una formazione nel diritto, ammirava realmente la vita di Gesù Cristo, ma pensava che la resurrezione fosse un mito. Si mise a scrivere un libro per confutare il mito della resurrezione. Questo libro lo aveva così tanto a cuore che si pagò il viaggio fino in Palestina per fare le sue ricerche. Mentre si trovava li, diede la sua vita a Gesù Cristo e quindi scrisse il libro “Who Moved the Stone”'(chi ha mosso la pietra?). Il titolo del primo capitolo è significativo “The Book That Refused to be Written” (il libro che non voleva essere scritto).

C.S. Lewis ha detto: “ero uno dei più reticenti a diventare cristiano che sia mai esistito. Tiravo calci quando sono stato portato nel regno.”

QUALI FURONO LE PROVE CHE PORTARONO QUESTI UOMINI ALLA CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO:

LE PREDIZIONI DI CRISTO CONCERNENTI LA SUA RESURREZIONE ANTECEDENTI LA PRIMA PASQUA::

Matteo 16:21: “Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai discepoli ciò che gli doveva capitare. Diceva: ‘Io devo andare a Gerusalemme. È necessario. Gli anziani del popolo, i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge mi faranno soffrire molto, poi sarò ucciso, ma al terzo giorno risusciterò.’”

Matteo 17:9: “ MENTRE SCENDEVANO DAL MONTE, GESU’ DIEDE QUEST’ORDINE AI DISCEPOLI: NON DITE A NESSUNO QUEL CHE AVETE VISTO, FINO A QUANDO IL FIGLIO DELL’UOMO SARA’ RISUSCITATO DAI MORTI.”

Marco 9:10: “I DISCEPOLI UBBIDIRONO A QUEST’ORDINE, MA DISCUTEVANO TRA LORO CHE COSA GESU’ VOLESSE DIRE CON LE PAROLE: RISORGERE DAI MORTI.”

Giovanni 2:18-21: “INTERVENNERO ALCUNI CAPI EBREI DOMANDARONO A GESU’: - DACCI UNA PROVA CHE HAI L’AUTORITA’ DI FARE QUESTE COSE. GESU’ RISPOSE: DISTRUGGETE QUESTO TEMPIO! IN TRE GIORNI LO FARO’ RISORGERE. QUELLI REPLICARONO: - CI SONO VOLUTI QUARANTASEI ANNI PER COSTRUIRE QUESTO TEMPIO E TU IN TRE GIORNI LO FARAI RISORGERE? MA GESU’ PARLAVA DEL TEMPIO DEL SUO CORPO.”

CI SONO MOLTI ALTRI VERSETTI NELLA BIBBIA SULLE PROFEZIE DI GESU’, COMPRESI MATTEO 17:22, 23, MATTEO 20:18-19


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MessaggioTitolo: Re: il mistero della resurrezione di gesù   il mistero della resurrezione di gesù 16gd9bkLun Ott 06, 2008 12:03 am

EVENTI BIBLICI:

UN GRANDE TERREMOTO

L'ANGELO DEL SIGNORE SCESE E’ ROTOLÒ LA PIETRA

LE GUARDIE CADDERO COME MORTE

I SOLDATI CORSERO DAI GRAN SACERDOTI

I GRAN SACERDOTI DIEDERO LORO DEL DENARO PER FARE LORO DIRE CHE I DISCIPOLI AVEVANO RUBATO IL CORPO

LE PROVE DELLA RESURREZIONE
OCCORRE STABILIRE CHE EGLI SIA DAVVERO MORTO - Il Sabato era vicino - i soldati romani non gli spezzarono le gambe poiché era morto - uno di loro gli le gambe poiché era morto - uno di loro gli trafisse il costato con una lancia - sangue e acqua - decomposizione rapida – Pilato verificò la sua morte con il centurione prima di far consegnare il corpo a Giuseppe d’Arimatea.

LA TOMBA -
LA TOMBA ERA VUOTA

ANCHE I SUOI NEMICI RICONOBBERO CHE LA TOMBA ERA VUOTA

GLI APOSTOLI FURONO BATTUTI AFFINCHE’ LO NEGASSERO

LE DONNE VIDERO LA TOMBA VUOTA

CHIUNQUE AVREBBE POTUTO VERIFICARLO

LE BENDE:
MARIA MADDALENA INFORMO’ PIETRO E GIOVANNI DEL FATTO CHE LA TOMBA ERA VUOTA

GIOVANNI CORSE PIÙ RAPIDAMENTE DI PIETRO

VIDE LE BENDE PER TERRA, MA NON ENTRÒ NELLA TOMBA

PIETRO VIDE CHE IL SUDARIO CHE AVEVA AVVOLTO LA TESTA NON ERA A TERRA CON LE BENDE, MA PIEGATO IN UN LUOGO DISTINTO

LA PIETRA -
Matteo descrive la pietra come molto grande. Marco ci dice che la pietra era estremamente grande - una tomba in roccia dura alta dai 4,5 ai 5 piedi - doveva pesare circa due tonnellate – poteva contenere tre corpi.

DOPO IL RESURREZIONE LA PIETRA FU SPOSTATA IN UNA POSIZIONE INSOLITA.

MATTEO DICE CHE LA PIETRA FU POSTA ALL’ENTRATA UTILIZZANDO LA PAROLA GRECA ''KULIO '', CHE SIGNIFICA “ROTOLARE”.

MARCO UTILIZZA LA STESSA RADICE CON LA PREPOSIZIONE “ANA”', CHE SIGNIFICA “IN CIMA” O “VERSO L’ALTO”. QUELLO PUÒ SOLTANTO VOLERE DIRE CHE LA PIETRA VENNE ROTOLATA VERSO L’ALTO. CI DOVEVA DUNQUE ESSERE UNA PENDENZA NEI DINTORNI.


LUCA, CONSIDERATO COME UNO DEGLI STORICI PIÙ ACCURATI DELL’ANTICHITÀ, UTILIZZA “KULIO” (LUCA 24) CON LA PREPOSIZIONE “APPO” CHE SIGNIFICA “LONTANO DA” CHE DA L’IDEA DI UNA DISTANZA O DI UNA SEPARAZIONE.

SCRIVE CHE LA PIETRA FU RIMOSSA NON SOLTANTO DALL’ENTRATA, MA DALLA “TOMBA” O DAL “SEPOLCRO”.

GIOVANNI HA UTILIZZATO LA PAROLA GRECA ”AIRO”, CHE SIGNIFICA RACCOGLIERE QUALCOSA E PORTARLO VIA. LA PIETRA FU SOLLEVATA E PORTATA VIA.

LE GUARDIE NON AVREBBERO POTUTO NON ACCORGERSI DI TUTTO CIO’, ANCHE SE FOSSERO STATE ADDORMENTATE.

UNA GUARDIA –
Pilato disse: “prendete le guardie e fate sorvegliare la tomba come vi pare”. – la guardia del tempio o la guardia romana – tutte e due severe – la guardia del tempio veniva battuta e i suoi abiti bruciati se si addormentava in servizio - Apocalisse 16:15: “BEATO CHI E’ SVEGLIO E HA I SUOI VESTITI A PORTATA DI MANO!”
La guardia romana era potente – da 4 a 20 uomini – generalmente 16, ciascuno era addestrato a proteggere 6 piedi quadrati, 16 uomini, 4 da ogni lato, potevano proteggere un territorio di 36 yarde quadrate.

Dormire a turni di tre ore, da 8 a 12 uomini dormivano mentre 4 erano di guardia. In un gruppo di 16, 10 dormivano e 6 erano di guardia. Ciascuno aveva 8 ore di sonno – Restava SVEGLIO.
Soldati Romani:

I ROMANI - Dei duri. Armati di LANCIA di 6 piedi di lunghezza, di una SPADA aguzza di 3 piedi, un PUGNALE, e per proteggersi, uno SCUDO in legno e vimini, ricoperto di CUOIO, con un EMBLEMA IN FERRO CHE RAFFIGURAVA UN FULMINE!

SE LA GUARDIA ROMANA S’ADDORMENTAVA, TUTTI E 12 O 16 UOMINI ERANO GIUSTIZIATI. ESSI VENIVANO SPOGLIATI E ARSI VIVI, I LORO VESTITI GETTATI NEL FUOCO.

LA GUARDIA ROMANA NON SI ERA ADDORMENTATA.

I Farisei volevano a tutti i costi che la tomba fosse ben sorvegliata 1) per non avere sommosse politiche, 2) per ragioni religiose – migliaia di convertiti, 3) per ragioni personali - Gesù li chiamava in causa costantemente.

IL SIGILLO:
MESSO SOLTANTO IN PRESENZA DELLA GUARDIA ROMANA.

FUNE CON DUE CORREGGE ATTACCATE IN DIAGONALE A QUATTRO MASSI D’ARGILLA CON UN SIGILLO NEL MEZZO.

IL SIGILLO DI TIBERIO CESARE

LA POTENZA DI ROMA DIETRO IL SIGILLO

LA PUNIZIONE DEL SIGILLO ERA LA CROCIFISSIONE A TESTA IN GIU’

GLI APOSTOLI NON LO AVREBBERO ROTTO

GLI APOSTOLI:
PRIMA DI VEDERE GESÙ RESUSCITATO:
PIETRO DISCONOSCE IL CRISTO (6 dinieghi - 2 volte 3 dinieghi)

CODARDI.

SCORAGGIATI, ABBATTUTI. NON HANNO COMPRESO LE PROFEZIE CIRCA LA SUA RESURREZIONE (Giovanni 20:9)

DOPO LA RESURREZIONE DI GESÙ CRISTO
DOPO LA RESURREZIONE, HANNO PROCLAMATO CHE GESÙ RESUSCITO’ DALLA MORTE DINANZI AI TRIBUNALI, ALLE PERSECUZIONI E ALLA MORTE.

HANNO PROCLAMATO LA RESURREZIONE DI GESÙ IN TUTTO IL LIBRO DEGLI ATTI

"NOI SIAMO TESTIMONI OCULARI".

SOLO UN VERA RESURREZIONE AVREBBE POTUTO SUSCITARE TALE ENTUSIASMO

GESÙ È APPARSO AGLI APOSTOLI IN 40 GIORNI. SI È MOSTRATO VIVENTE “CON MOLTE PROVE” (ATTI 1:3 CEI). TERMINOLOGIA LEGALE.

MARIA MADDALENA S’AVVICINA A GESÙ NELLA TOMBA.

GESÙ LE CHIEDE DI NON TOCCARLO POICHÉ NON ERA ANCORA SALITO AL PADRE.

È APPARSO IL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA ENTRANDO ATTRAVERSO PORTE CHIUSE E MOSTRANDO AI DISCEPOLI LE SUE MANI ED IL SUO COSTATO
(Giovanni 20:20).

TOMMASO, ASSENTE, NON HA CREDUTO. OTTO GIORNI DOPO GESU’ SI MOSTRERA’ AD ESSI DI NUOVO ENTRANDO A PORTE CHIUSE (Giovanni 20:26). TOMMASO VOLEVA UNA PROVA EMPIRICA, OBIETTIVA.

LASCIA CHE TOMMASO ESAMINI LE SUE MANI E IL SUO COSTATO (FERITO DALLA LANCIA).

GESU’ APPARE SU UNA SPIAGGIA DI 100 M, AL LARGO DELLA QUALE I SUOI DISCEPOLI, IN UNA PICCOLA BARCA, PESCAVANO. EGLI DICE LORO DI GETTARE LE RETI NELLA PARTE DESTRA (Giovanni 21:6). NON AVEVANO PRESO NULLA DURANTE LA NOTTE. GROSSA PESCA. 153 PESCI. LE RETI NON SI ROMPONO.

GIOVANNI DICE A PIETRO CHE ERA GESU’. PIETRO SI VESTE E SI GETTA IN ACQUA PER ANDARE A VEDERE.

QUANDO I DISCEPOLI ARRIVARONO VIDERO CHE EGLI AVEVA GIA’ DEL PESCE CHE STAVA PER ARROSTIRE SU CARBONI ARDENTI E DEL PANE.

NEL 56 DC, PAOLO DICE CHE GESU’ APPARVE A PIU’ DI 500 FRATELLI CHE CERTAMENTE ERANO ANCORA VIVI ALL’EPOCA E POTEVANO CONFERMARLO! (1 Corinzi 15:6).

11 SU 12 MORIRONO MARTIRI, PIETRO CROCIFISSO A TESTA IN GIU’, NON SI SENTIVA DEGNO. QUALCOSA ERA SUCCESSO.

IL SABATO:
LA CELEBRAZIONE PASSÒ DAL PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA, ALLA DOMENICA.

GLI EBREI TEMEVANO IL NON RISPETTO DEL SABATO. ERANO STATI MANDATI IN CATTIVITÀ A BABILONIA PER QUASI 500 ANNI PER NON AVERE OSSERVATO IL SABATO.

GLI APOSTOLI ERANO EBREI CHE TEMEVANO DIO E CHE OSSERVAVANO IL QUARTO COMANDAMENTO.

QUALCOSA DI FONDAMENTALE E’ AVVENUTO PERCHE’ LA LORO CELEBRAZIONE PASSI DAL SABATO ALLA DOMENICA.

PROVA STORICA NON CRISTIANA - Josephus in "Antiquities" (Antichità degli Ebrei) - affermò che Gesù era apparso il terzo giorno.

SE NON CI FOSSE STATA LA RESURREZIONE, NON AVREBBERO CORSO IL RISCHIO DI INCORRERE NELLA COLLERA DI DIO, OLTRE A FARSI SCOMUNICARE.

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MessaggioTitolo: Re: il mistero della resurrezione di gesù   il mistero della resurrezione di gesù 16gd9bkLun Ott 06, 2008 12:18 am

CONCLUSIONE:

È REALMENTE RISUSCITATO!

ARGOMENTAZIONI CONTRO:

I DISCEPOLI HANNO RUBATO IL CORPO: PROBLEMI CON LA ROTTURA DEL SIGILLO, GUARDIA ROMANA, PIETRA, BENDE, APPARIZIONE A 500 PERSONE. ALLO STESSO TEMPO PROBLEMA ETICO E MORALE (IL LORO SIGNORE AVEVA INSEGNATO UNA VITA ETICA).

ALLUCINAZIONI:

LE ALLUCINAZIONI SONO ESPERIENZE MOLTO INDIVIDUALI, E NON DI GRUPPO.

NON TERMINANO IMPROVVISAMENTE. LE APPARIZIONI DI GESU’ TERMINANO DOPO L’ASCENSIONE.

SPERIMENTATE DA PERSONE EMOTIVAMENTE INSTABILI E CHE SI ASPETTANO UN EVENTO (UN UFO ECC...). GLI APOSTOLI NON SI ASPETTAVANO DI RIVEDERE GESÙ.

GLI EBREI E I ROMANI AVREBBERO POTUTO NASCONDERE IL FATTO CHE LA TOMBA VUOTA FOSSE VUOTA.

I ROMANI E GLI EBREI HANNO PRESO IL CORPO PER METTERE LA TOMBA AL SICURO:

PERCHÉ SI SAREBBERO DATI TANTO DA FARE PER AVERE UN PROBLEMA CHE NON VOLEVANO AVERE?

SE AVESSERO SAPUTO DOV’ERA IL CORPO LO AVREBBERO MOSTRATO.

MOSTRANDO IL CORPO AVREBBERO FERMATO IL CRISTIANESIMO.

INVECE , GLI EBREI FERMARONO I CRISTIANI, LI PERCOSSERO E LI FRUSTARONO PER IMPEDIRGLI DI PREDICARE LA RESURREZIONE.

JOSH MCDOWELL, “IL SILENZIO DEGLI EBREI ERA PIÙ FORTE DELLA VOCE DEI CRISTIANI”.

LA TEORIA DELLA SCOMPARSA:

GESÙ NON ERA MORTO MA SVENUTO.

GESÙ ERA STATO DURAMENTE PERCOSSO, NON POTEVA PORTARE LA SBARRA TRASVERSALE DELLA SUA CROCE, FU INCHIODATO SULLA CROCE, SOFFOCÒ, FU TRAFITTO, IL SUO SANGUE SI SEPARÒ DALL’ACQUA, ED HA RIPRESO CONOSCENZA NEL FRESCO DELLA TOMBA?

QUATTRO ESECUTORI HANNO POTUTO CERTIFICARE LA SUA MORTE.

QUINDI SI È ALZATO, HA SPOSTATO LA PIETRA DI DUE TONNELLATE, ED HA TRASCORSO I 40 GIORNI SEGUENTI A SERVIRE I SUOI DISCIPOLI IN TUTTA LA TERRA SANTA.



Le Profezie Adempiute

Dopo la sua resurrezione Gesù è apparso a due discepoli sulla strada che conduceva al villaggio di Emmaus. I discepoli all'inizio non lo riconobbero perché i loro occhi erano impossibilitati a riconoscerlo. Erano tristi ed Egli ne chiese il motivo. Gli raccontarono di come Gesù di Nazareth, un profeta potente in opere ed in parole davanti Dio e dinanzi a tutto il popolo, fosse stato crocifisso (Luca 24). Gli dissero anche che alcune donne del gruppo erano andate alla tomba e non avevano trovato il corpo, ma avevano avuto una visione di angeli, che dissero loro che era vivo. Gli altri si erano recati alla tomba e trovarono tutto come le donne avevano detto, ma non c’era traccia di Gesù. Gesù dice allora ai due apostoli: “Voi capite poco davvero; come siete lenti a credere quel che i profeti hanno scritto! Il Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria? Quindi Gesù spiegò ai due discepoli i passi della Bibbia che lo riguardavano. Cominciò dai libri di Mosè fino agli scritti di tutti i profeti.” (Luca 24:25-27).

Quando furono vicino al villaggio, lo pregarono di restare con loro poiché scendeva la notte. Entrò, e a tavola prese il pane, rese grazie, lo spezzò ed iniziò a distribuirlo. “In quel momento gli occhi dei due discepoli si aprirono e riconobbero Gesù, ma lui sparì dalla loro vista. Si dissero l'un l'altro: ‘Non ci sentivamo come un fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava e ci spiegava la Bibbia?’Allora i loro occhi si aprirono, e lo riconobbero” (Luca 24,32 TILC).

Nella Bibbia ci sono centinaia di profezie che dimostrano il fatto che una mano soprannaturale e invisibile ha inspirato gli autori. Ci sono trecento referenze sul Messia che si sono adempiute nella vita di Gesù. Nel suo completo e pregevole libro Evidence That Demands A Verdict (Campus Crusade for Christ, Inc., 1972, 1979), nel nono capitolo, Josh McDowell analizza 61 profezie di rilievo sul Messia.

Si è avanzata l’ipotesi che Gesù le abbia adempiute deliberatamente ma, la maggior parte di queste erano completamente fuori del suo controllo: il luogo della Sua nascita (Michea 5:2), l’epoca della Sua nascita (Daniele 9 :25); (Genesi 49:10), le circostanze della Sua nascita (Isaia 7:14), il tradimento (Salmi 41:9, Zaccaria 11:12, 11:13b), il modo in cui è morto (Salmi 22:16), le reazioni della folla (i loro insulti, sputi, sguardi, ecc…) (Isaia 50:6, Michea 5:1, Salmi 22:7,8, Isaia 53:3, Salmi 69:8, Salmi 118:22, Salmi 69:4, Isaia 49:7, Salmi 38:11, Salmi 22:7, Salmi 109:25, Salmi 22:17), il suo costato trafitto (Zacccaria 12:10, Salmi 22:16) e la sua sepoltura (Isaia 53:9).

Un’altra ipotesi sostiene che le profezie sono state scritte al tempo di Gesù, o dopo la sua morte, e dunque che sono state costruite. Il problema con questa spiegazione è che la data storica della stesura del Vecchio Testamento è del 450 avanti Cristo e la stesura della Bibbia dei Settanta, la traduzione greca delle scritture ebraiche, fu iniziata durante il regno di Ptolemy Philadephus (285-246 AC). La bibbia ebraica doveva essere già terminata interamente perché la sua traduzione sia cominciata nel 250 avanti Cristo. Sono trascorsi almeno 250 anni tra il momento in cui le profezie sono state scritte e la loro realizzazione nella persona di Gesù Cristo.

Ora osserveremo alcune di queste profezie straordinarie (le citazioni dalla Bibbia, dove non altrimenti specificato sono tratte dalla versione TILC) che rivelano l'esistenza di un essere intelligente esistente al di la della dimensione temporale:

Nato da una vergine: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.” (Isaia 7:14 CEI, Isaia profetava all'incirca tra il 758 e il 698 AC).

Emmanuele significa “Dio con noi”.

Nato a Betlemme: “Betlemme-Efrata, tu sei una delle più piccole città della regione di Giuda. Ma da te uscirà colui che deve guidare il popolo d'Israele a nome mio. Le sue origini risalgono ai tempi più antichi” (Michea 5:1). Michea profetava all'incirca tra il 756 e il 697 AC. Essendo la seconda persona della Trinità i giorni di Gesù sono senza fine.

Il Suo governo e la Sua esistenza: vedi numero 2, “Ma da te uscirà colui che deve guidare il popolo d'Israele a nome mio. Le sue origini risalgono ai tempi più antichi” (Michea 5:1). “È nato un bambino per noi! Ci è stato dato un figlio! Gli è stato messo sulle spalle il segno del potere regale. Sarà chiamato: ‘Consigliere sapiente, Dio forte, Padre per sempre, Principe della pace ’. Diventerà sempre più potente, e assicurerà una pace continua. Governerà come successore di Davide. Il suo potere si fonderà sul diritto e sulla giustizia per sempre. Così ha deciso il Signore dell'universo nel suo ardente amore, e così sarà.” (Isaia 9:5-6). Isaia profetava all'incirca tra il 758 e il 698 DC.
I bambini uccisi da Erode: “Il Signore dice: Una voce si è sentita nella regione di Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata perché essi non ci sono più.” (Geremia 31:15).
Preceduto da un messaggero: “Una voce grida: Preparate nel deserto una via per il Signore, tracciate nella steppa una strada per il nostro Dio!” (Isaia 40:3).

Questa profezia si è adempiuta nella persona di Giovanni Battista. “In quei giorni Giovanni il Battezzatore venne a predicare nel deserto della Giudea. Egli diceva: Cambiate vita, perché il regno di Dio è vicino!” (Matteo 3:1,2).

Il ministero doveva cominciare in Galilea: “Il territorio delle tribù di Zabulon e di Neftali nel passato è stato umiliato dal Signore, ma il futuro sarà glorioso per la strada che va dal Mediterraneo al Giordano, cioè la Galilea, dove vivono gli stranieri” (Isaia 8:23b).

Il compimento di questa profezia è documentato in Matteo 4:12, 13, 17 : Quando Gesù seppe che Giovanni il Battezzatore era stato arrestato e messo in prigione, si recò in Galilea. Non rimase a Nàzaret, ma andò ad abitare nella città di Cafàrnao, sulla riva del lago di Galilea, nei territori di Zàbulon e di Néftali… Da quel momento Gesù cominciò a predicare il suo messaggio. Egli diceva: Cambiate vita, perché il regno di Dio è vicino.”

Il re doveva entrare a Gerusalemme su un asino: “Gioisci, sii contenta, Gerusalemme! Esulta di felicità, città di Sion! Guarda, il tuo re viene a te, giusto e vittorioso, umile e sopra un asino, un asinello puledro d'asina.” (Luca 19:35, 36, 37a).

Il profeta Zaccaria, che era nato a Babilonia, era tornato per ricostruire Gerusalemme con una carovana di esiliati sotto Zorobabele e Giosuè, e fu coinvolto nella costruzione del secondo tempio.

Alcune profezie dell’Antico Testamento si sono avverate in un giorno, queste erano state date da diversi profeti in un periodo di cinque secoli dal 1000 al 500 AC e concernevano il tradimento, il processo, la morte e la sepoltura di Gesù Cristo:

Tradito da un amico: “Mi fidavo del mio amico più caro, con lui dividevo il mio pane: ora anche lui è contro di me!” (Salmi 41:10). Gesù fu tradito da Giuda Iscariota, suo amico (Matteo 10:4).

Venduto per 30 pezzi d’argento: “Dissi loro: Se vi sembra giusto, datemi il mio salario, altrimenti lasciate stare. Essi contarono trenta pezzi d'argento e me li diedero come salario. (Zaccaria 11:12 ). Giuda tradì Gesù per trenta pezzi d’argento (Matteo 27:3).

IL denaro doveva essere gettato nella casa dell'Eterno: “Ma il Signore mi disse: "Getta nel tesoro questa bella somma, con cui sono stato da loro valutato!". Io presi i trenta sicli d’argento e li gettai nel tesoro della casa del Signore” (Zaccaria 11:13 CEI).


Quando Giuda vide che Gesù era stato condannato, fu preso dal rimorso e restituì le trenta monete d'argento ai gran sacerdoti ed agli anziani dicendo che aveva peccato, ed aveva denunciato del sangue innocente. Gettò il denaro nel santuario ("nella casa dell'Eterno"). I sacerdoti conclusero che non era permesso rimettere il denaro nel tesoro poiché era il prezzo del sangue. È per questo che con quel denaro comperarono il campo del vasaio per seppellire gli stranieri. Dio lo aveva rivelato a Zaccaria alcune centinaia di anni prima. Tuttavia, Zaccaria non si fece ingannare dalle macchinazioni legali dei sacerdoti per evitare la macchia del sangue innocente (la forma contro la sostanza), semplicemente mise il vasaio nella casa del Signore.

Le profezie predicono in realtà (1) il tradimento, (2) da parte di un amico, (3) al prezzo di trenta pezzi, (4) d’argento, (5) il denaro gettato, (6) nella casa dell'eterno e (7) cita un "vasaio" i cui campi furono comperati.

Altre profezie citano l’abbandono di Gesù da parte degli apostoli (Profezia in Zaccaria 13:7 il cui compimento è documentato in Marco 14:50, Marco 14:27, e Matteo 26:31); Gesù accusato da falsi testimoni (profezia in Salmi 35:12, compimento in Matteo 26:59,60) ; che Gesù sarà silenzioso davanti ai suoi accusatori (profezia in Isaia 53:7 il cui compimento è documentato in Matteo 27:12); che egli sarebbe stato percosso e ferito (profezia in Isaia 53:5 e il compimento in Matteo 27:26); che sarà percosso e gli sputeranno addosso (profezia in Isaia 50: 6, compimento in Matteo 26:67); che l’avrebbero insultato (profezia in Salmi 22:8,9, compiuta in Matteo 27:31); che le sue mani e i suoi piedi sarebbero stati forati (profezia in Salmi 22:17, compimento in Luca 23:33, Giovanni 20:25); che sarebbe stato crocifisso tra i ladri (profezia in Isaia 53:12, compiuta in Matteo 27:38, Marco 15:27, 28); che intercederà per coloro che lo perseguiteranno (sulla croce) (profezia in Isaia 53:12, compiuta in Luca 23:34); che i suoi lo rigetteranno (profezia in Isaia 53:3, compiuta in Giovanni 7:5, 48); che sarebbe stato odiato senza motivo (Salmi 69:5 e Isaia 49:7, compiuta in Giovanni 15:25); che i suoi amici si terranno a distanza (Salmi 38:12, compiuta in Luca 23:49); che la gente scuoterà la testa (Salmi 109:25, compiuta in Matteo 27:39); che lo guarderanno e fisseranno (Salmi 22:18, compiuta in Luca 23:35); che i suoi vestiti saranno spartiti e tirati a sorte (Salmi 22:19, compiuta in Giovanni 19:23,24).

Queste profezie comprendono anche il fatto che: avrebbe avuto sete (profezia documentata in Salmi 69:22, compiuta in Giovanni 19:28); gli sarebbe stato offerto del fiele e dell’aceto (profezia in Salmi 69:21, compiuta in Matteo 27:34); il suo grido d’abbandonato (profezia in Salmi 22:2a, compiuta in Matteo 27:46); la rimessa del suo spirito a Dio (Profezia in Salmi 31:6, compiuta in Luca 23:46); le sue ossa non saranno spezzate (profezia in Salmi 34:21, compiuta in Giovanni 19:33); il fianco trafitto (Salmi 22:15, compiuta in Giovanni 19:34); le tenebre copriranno la terra (Amos 8:9, compiuta in Matteo 27:45) e che sarà seppellito nella tomba di un ricco (Isaia 53:9, compiuta in Matteo 27:57-60).


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MessaggioTitolo: Re: il mistero della resurrezione di gesù   il mistero della resurrezione di gesù 16gd9bkLun Ott 06, 2008 12:22 am

Il capitolo 53 di Isaia è potente e profetico e riguarda Gesù, il Messia:

“Chi di noi ha creduto
alla notizia che abbiamo ricevuto?
Chi di noi vi ha visto
la mano di Dio?
Davanti al Signore infatti
il suo servo è cresciuto
come una pianticella,
come una radice in terra arida.
Non aveva né dignità né bellezza,
per attirare gli sguardi.
Non aveva prestanza,
per richiamare l'attenzione.
Noi l'abbiamo rifiutato e disprezzato;
come un uomo pieno di sofferenze
e di dolore.
Come uno che fa ribrezzo a guardarlo,
che non vale niente,
e non lo abbiamo tenuto in considerazione.

Eppure egli ha preso su di sé le nostre
malattie, si è caricato delle nostre sofferenze,
e noi pensavamo che Dio
lo avesse castigato, percosso e umiliato.
Invece egli è stato ferito
per le nostre colpe,
è stato schiacciato per i nostri peccati.
Egli è stato punito,
e noi siamo stati salvati.
Egli è stato percosso,
e noi siamo guariti.
Noi tutti eravamo come pecore smarrite,
ognuno seguiva la sua strada.
Ma il Signore ha fatto pesare su di lui
le colpe di tutti noi.

Egli si è lasciato maltrattare,
senza opporsi e senza aprir bocca,
docile come un agnello condotto al macello,
muto come una pecora davanti ai tosatori.
È stato arrestato,
giudicato e condannato,
ma chi si è preoccupato per lui?
È stato eliminato dal mondo dei vivi,
colpito a morte
per i peccati del suo popolo.
È stato sepolto con i criminali,
si è trovato con i ricchi nella tomba.
Eppure non aveva commesso alcun delitto,
non aveva ingannato nessuno.
Ma il Signore ha voluto castigarlo
e lo ha fatto soffrire.
Lui, suo servo, ha dato la vita
come un sacrificio per gli altri;
avrà discendenza e vivrà a lungo.
Realizzerà il progetto del Signore.
Il Signore dichiara:
" Dopo tante sofferenze,
egli, il mio servo, vedrà la luce
e sarà soddisfatto
di quel che ha compiuto.
Infatti renderà giusti davanti a me
un gran numero di uomini,
perché si è addossato i loro peccati.
Perciò lo pongo tra i grandi,
e parteciperà alla gloria dei potenti.
Perché si è consegnato alla morte
e si è lasciato mettere tra i malfattori.
Ha preso su di sé
le colpe di tutti gli altri
ed è intervenuto a favore dei peccatori.”




Questa profezia straordinaria di Isaia, scritta intorno al 700 avanti Cristo risuona di tutte le verità incarnate nella vita di Gesù Cristo, compresi i temi del sacrificio sostitutivo per i nostri peccati, la sua innocenza, la sua natura umile e senza pretese, la sua gentilezza, la sua volontà di sopportare l'ingiustizia, la sua crocifissione tra due criminali, e la sua sepoltura nella tomba di un uomo ricco, Giuseppe d’Arimatea. Nessuno, oltre ad un Dio onnisciente al di la del tempo, che vede l'inizio e la fine di qualsiasi cosa, avrebbe potuto dare ad Isaia una tale rivelazione. Isaia ha profetizzato sulla Giudea e su Gerusalemme del tempo di Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia, re di Giudea, probabilmente dal 758 al 698 avanti Cristo. Era sposato e aveva due figli. Secondo la tradizione rabbinica, Isaia fu segato in due, secondo l'ordine del re idolatra Manasse, all'interno di un tronco d’albero, all'età di novant’anni (Smith, William, L.L.D., A Dictionary of The Bible, Thomas Nelson Publishers, Nashville).

Davide, nato a Betlemme nel 1085 AC e Re di Giuda, ha scritto il salmo profetico seguente che descrive la sofferenza di Gesù (Salmo 22):

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza:
sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.

Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.

Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico
……..
Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
E` arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.

Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.”

(Salmi 22:2-9, 13-19 CEI)


Come abbiamo già detto, i soldati romani hanno forato le mani e i piedi di Gesù con i chiodi. Poiché il sabato era vicino i soldati si avvicinarono a Gesù per spezzargli le gambe per farlo smettere di respirare ed affrettarne la morte, ma egli era già morto e quindi non lo fecero. Essi presero i suoi vestiti e ne fecero quattro parti, una per soldato. La tunica era senza cuciture e non volendo strapparla la tirarono a sorte per decidere chi doveva prenderla. (Giovanni 19:23,24).


La Probabilità Profetica

Utilizzando la probabilità statistica in Science Speaks, Peter Stoner calcola che il compimento di otto profezie soltanto è una probabilità di 1 su 100.000.000.000.000.000 o 1 su 10 in potenza 17 (vedere Stoner, Peter W. Science Speaks. Chicago: Moody Press, 1963). Per aiutarci a comprendere questa probabilità che confonde, ci dà un esempio: se prendiamo 10 in potenza 17 di dollari d’argento potremo ricoprire tutta la superficie del Texas con una strato spesso 2 piedi. “Ora, segnate una di queste monete e rimescolatele tutte in tutto lo Stato. Bendate gli occhi di un uomo e ditegli che può andare lontano quanto vuole ma deve trovare il dollaro segnato. Quale possibilità ha di trovarlo? E’ la stessa probabilità che i profeti avrebbero avuto di vedere compiersi in un uomo le otto profezie che avevano scritto, dalla loro epoca fino ad oggi, assumendo che le abbiano scritte con la loro saggezza.”

La probabilità che un uomo compia 48 profezie è di 1 su 10 potenza 157. Gesù misteriosamente ha compiuto almeno 48 profezie. La probabilità pertanto è infinitesimale. Non c’è altra spiegazione che quella dell’ispirazione della scrittura di queste profezie da parte di un Dio intelligente, che le ha " piantate '', quindi le ha realizzate nell'incarnazione del proprio figlio, Gesù Cristo!
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