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 LA DOMENICA DELLE PALME

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MessaggioTitolo: LA DOMENICA DELLE PALME   LA DOMENICA DELLE PALME 16gd9bkDom Apr 05, 2009 11:01 am

LA DOMENICA DELLE PALME Palme-2006


Dal Vangelo secondo Drago
Va’ e anche tu fa’ lo stesso


-Siete uomini di poca fede.

Così disse il Maestro alla folla di fedeli che aveva radunato nell’orto di Pasquale in una Domenica d’agitazione festosa di ramoscelli d’ulivo e piccole palme. Un brav’uomo Pasquale, fatto cristiano per cannoli e matrimoni, venduti e festeggiati nell’oasi di famiglia, nella casa che fu dei suoi avi e che prendeva adesso il nome suo: Villa di Pasquale. Il Maestro quel pomeriggio gridava parole diverse da quelle che aveva sempre pronunciato nel passato: “Che fantastica storia e’ la vita”, “Abbiamo creato dei mostri, abbiamo sbagliato. L’ho fatto anche io”. Il gruppo già disordinato dei suoi seguaci non riusciva a seguirlo.

- Il Maestro vaneggia! – disse Giancarlo, apostolo di Floriddia, quasi sottovoce all’amico Giovanni della Scala, che per togliersi dall’imbarazzo di non aver compreso a fondo le parole del Messia annunciò subito l’adesione e l’appoggio di tutto il suo gruppo, tutti esponenti dell’Ultima Dinastia Emarginatadagli Ulivisti Rifondaroli - conosciuta al mondo intero come UDEUR, cellula impazzita e spina nel fianco di ogni Messia, poiché a tutti i Messia fu devota.

- Giovanni, non occorrono adesioni adesso. Grazie di cuore - rispose l’apostolo Giancarlo con la mente distratta e logorata da un dicotomico pensiero: da un lato le deliranti parole del Messia -“Abbiamo creato dei mostri, abbiamo sbagliato”- che pulsavano ancora, forti ed incalzanti, come il cuore di una cavalla impazzita – eppure il Maestro non faceva abuso di vino dalle nozze di Cana - e dall’altro la triste notizia, funesta, inaspettata: la cassa del partito era quasi vuota! Bisognava informare il Maestro. Occorreva fare presto. Non c’era tempo da perdere. Il discorso ai fedeli stava per finire.

-Da qui non scappa nessuno senza pagare il conto!- mormorava dentro di sé Pasquale il Fariseo, che al pari di un canuto avvoltoio, bianco di peli e senza scrupoli seguiva con attenzione le mosse del Maestro e dei suoi apostoli. Aveva messo guardie dappertutto. Le vie d’uscita della sua casa, la famosa villa di Pasquale, erano ben controllate. Nessuno sarebbe potuto evadere senza aver prima saldato il conto. E Giancarlo, l’apostolo di Floriddia, questo lo sapeva. - Pasquale non era un fesso. Tremava al sol pensiero di doverlo affrontare.

Pietro, detto Piero, apostolo di famiglia Torchi, rifiutò di riferire la cattiva notizia al Maestro e disse a Giancarlo di eseguire gli ordini di scuderia, senza discutere: scappare senza pagare! E la parola del Maestro non poteva essere disattesa. LA DOMENICA DELLE PALME Resurrezione-di-CristoNella sua disperazione, l’apostolo di Floriddia, si rincuorò quando Peppe, il Messia, il Maestro, il Drago, venne avvicinato da un oratore generoso e devoto, guarnito di vecchia e solida esperienza, interprete di transumanti pensieri, guida spirituale dei volta gabbana, Ferdinando, ovvero, l’Adornato. L’oratore gli disse: “Maestro, io ti seguirò dovunque andrai” Ma Drago rispose: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo”. Era la Domenica dei deliri. Qualcosa d’importante stava per accadere. Un svolta storica. L’Adornato non capì che cosa intendesse il Maestro Drago con “Figlio dell’Uomo”, poiché da sempre erano le donne a partorire bambini e non gli uomini; terminò il suo discorso e se ne andò indignato, borbottando: -le pari opportunità? Mai sia! Eppure, in poche parole il Messia riassunse le convinzioni dei Casini di tutta una vita: “andiamo da soli Ferdinà, siamo perduti!”.

E un altro venne da Drago e gli disse: Vorrei seguirti, ma prima devo tornare in consorzio per bonificare dei fedeli. Era Giovanni, Fariseo dei Cosentini.

- il Maestro farnetica – Per la prima volta il Floriddia, scoraggiato dagli strani e folli comportamenti del leader, cominciò a dubitare che Drago, nel quale aveva riposto tanta fiducia e impegno, fosse il Messia atteso. E fu colto da un lieve malore nel sentire il Maestro rispondere così al Cosentini: “Seguimi e lascia i fedeli al consorzio senza bonifica e senza lavoro”. Ma cos’era il consorzio? e la bonifica? Nessuno mai lo comprese. Bisognava portarlo via dalla villa di Pasquale. Subito. E il conto? Chi lo pagava?

- Ecco l’agnello che toglie i peccati del mondo - Una voce sconosciuta rompe il silenzio dei già muti pensieri degli apostoli, dall’orto degli ulivi. E a dire il vero, quelle parole, catturano perfino l’attenzione di Pasquale che presidiava costantemente senza concedersi distrazioni la porta della sua villa. Chi era costui. Chi aveva declamato quelle soavi parole con sì tanta passione.LA DOMENICA DELLE PALME Image007

- Sei tu colui che deve pagare il conto a Pasquale o dobbiamo attenderne un altro?- gridò Giancarlo, riacquistando intanto colore e favella. I fedeli, attirati da quella voce divina e dal grido felice dell’apostolo Floriddia si ripetevano l’un l’altro: Chi è quest’uomo? E lasciarono il Maestro sul palco a farneticarsi addosso.

- Sono io, Orazio- rispose l’uomo con fermezza, distratto dai baci e dagli abbracci della folla che già lo calcava. – Sono l’apostolo della forestale, il prodigo figlio del piccolo borgo marinaro di San Pieri (qui le fonti discordano poiché il Messia ancora non era morto, la sua parola poco diffusa e Santi in giro non ce ne dovevano stare!). Orazio sin da ragazzo pensava di poter cambiare il mondo. Voleva combattere contro le ingiustizie, a favore dei più deboli. Era un ribelle, forte di un valore che i suoi genitori gli avevano insegnato: l’onestà. Una mina vagante per l’etica del gran Maestro! L’apostolo della forestale, non ebbe manco il tempo di completare quel suo breve ma intenso pronunciamento che una colomba discese dal cielo e si posò su di lui. Era il prescelto. Il cielo lo aveva indicato. Era lui che doveva salvare la “capra sacrificanda” rintronata a suon di cavoli dalla folle oratoria del palco e, saldare i conti con quel Fariseo di Pasquale per l’affitto dei locali della sua villa, dove il Maestro aveva radunato i fedeli, nel pomeriggio di quella Domenica di Marzo. Giancarlo Floriddia a quel punto era già in estasi. E per miracolo i suoi occhi piansero lacrime d’azzurra libertà.

Era già tutto previsto. - Dopo di me verrà uno che è più grande di me – il Maestro aveva parlato ai suoi fedeli del nuovo Messia in tempi non sospetti. Aveva predicato di un “uomo forte” per la continuazione del suo regno. Orazio era dunque il predestinato, la pietra su cui Peppe, il Drago, avrebbe edificato la sua casa. Il successore.

Pietro, detto Piero, l’apostolo della famiglia Torchi, che aspirava al regno ed alla successione, custode di tutte le verità, che s’era prodigato per il Maestro da sempre, reggendogli anche le bisacce, al grido di gioia dei fedeli -“Benedetto colui che viene nel nome di Drago! Osanna ad Orazio nel più alto dei cieli!- perdette i sensi e cadde privo di conoscenza al suolo. Nessuno si curò di lui.

-È il figlio dell’uomo; è tempo per me di farmi da parte e lasciare che egli faccia la mia volontà- E Orazio rispose alle parole del leader a stretto giro di Aramaico: - Fiat voluntas tua.
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MessaggioTitolo: Re: LA DOMENICA DELLE PALME   LA DOMENICA DELLE PALME 16gd9bkDom Apr 05, 2009 4:10 pm

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MessaggioTitolo: Re: LA DOMENICA DELLE PALME   LA DOMENICA DELLE PALME 16gd9bkDom Apr 05, 2009 5:44 pm

Buona domenica delle Palme Amici LA DOMENICA DELLE PALME 566177
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MessaggioTitolo: Re: LA DOMENICA DELLE PALME   LA DOMENICA DELLE PALME 16gd9bkDom Apr 05, 2009 7:25 pm

GRAZIE ANCHE A TE STEFANO LA DOMENICA DELLE PALME 307640
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MessaggioTitolo: Re: LA DOMENICA DELLE PALME   LA DOMENICA DELLE PALME 16gd9bkSab Apr 11, 2009 11:11 am

si era cannato quello che ah scritto quell'obbrobbrio o voleva essere satirico? :-(
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MessaggioTitolo: Re: LA DOMENICA DELLE PALME   LA DOMENICA DELLE PALME 16gd9bk

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