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 LA COSCIENZA DI ZENO

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MessaggioTitolo: LA COSCIENZA DI ZENO   LA COSCIENZA DI ZENO 16gd9bkDom Lug 12, 2009 5:34 pm

La coscienza di Zeno è un romanzo di Italo Svevo.

Nella Prefazione del romanzo lo psicanalista Dottor S. dichiara che vuole pubblicare "per vendetta" alcune memorie di un suo paziente, che si è sottratto alla cura. Gli appunti del suo ex-paziente sono il libro che si ritrova in libreria col titolo La coscienza di Zeno.
Il romanzo non è altro che l'analisi della psicologia di Zeno, che si sente "malato" o "inetto" e continuamente cerca di guarire attraverso molteplici tentativi a volte assurdi o controproducenti.

Struttura
Il romanzo è dunque la confessione di Zeno Cosini, scritta per aiutare il suo psicanalista a curarlo. La narrazione, svolta in prima persona, si articola ad alcuni punti fondamentali fra cui la morte del padre, il fumo, e il rapporto con la moglie. Non segue un ordine cronologico ma piuttosto un ordine dettato dai rapporti logici e analogici tra gli episodi ricordati.

Trama
Zeno, il protagonista dell'opera, proviene da una famiglia ricca e vive nell'ozio ed in un rapporto conflittuale con il padre, che si rifletterà su tutta la sua vita. Nell'amore, nei rapporti coi familiari e gli amici, nel lavoro, egli prova un costante senso di inadeguatezza e di "inettitudine", che interpreta come sintomi di una malattia.

Prefazione
Poche righe firmate dal Dottor S., il quale espone l'origine del libro ed afferma di averlo pubblicato per vendicarsi di Zeno, il quale si è sottratto alle cure del dottore.

Preambolo
Zeno racconta i suoi primi inutili tentativi di ricordare la sua infanzia.

Il fumo
Il protagonista parla della sua malattia del fumo, narrando fatti che coprono tutta la sua vita.
Oltre all'inettitudine, il suo grande problema è il vizio del fumo, del quale non riesce a liberarsi. Il protagonista infatti, che già nell'adolescenza aveva iniziato a fumare a causa di un rapporto conflittuale con il padre, nonostante più volte si sia riproposto di smettere, non vi riesce e per questo si sente frustrato. I tentativi si moltiplicano, e anche gli sforzi, ma il problema non viene risolto. Ogni volta che prova a smettere di fumare, Zeno decide di fumare un'«ultima sigaretta» e di annotare la data di questa; dopo numerosi fallimenti Zeno si rende conto che fumare "ultime sigarette" è per lui un'esperienza piacevolissima, in quanto quelle assumono ogni volta un sapore diverso, causato dalla coscienza che dopo quella, l'autore non potrà fumarne più. Zeno, inoltre, indica il vizio del fumo come causa dei cambiamenti repentini di facoltà universitaria (passa infinite volte da chimica a giurisprudenza).

La morte di mio padre
Zeno rievoca il rapporto conflittuale con suo padre, con particolare importanza data ai suoi ultimi giorni di vita.

La relazione è stata deviata dall'incomprensione e dai silenzi; il padre non ha alcuna stima del figlio, tanto che, per sfiducia, affida l'azienda commerciale di famiglia ad un amministratore esterno, l'Olivi. A sua volta il figlio, che si ritiene superiore per intelletto e cultura, non stima il padre e sfugge ai suoi tentativi di parlare di argomenti profondi. Il più grande dei malintesi è l'ultimo, che avviene in punto di morte: quando il figlio è al suo capezzale il padre (ormai incosciente) lo colpisce con la mano e Zeno non riuscirà mai a capire il significato di quel gesto: quello schiaffo gli fu assestato allo scopo di punirlo o fu soltanto una reazione inconscia del padre ammalato? L'interrogativo produrrà un dubbio che accompagnerà il protagonista fino all'ultimo dei suoi giorni. Alla fine Zeno preferisce ricordare il padre come era sempre stato: "io divenuto il più debole e lui il più forte".

La storia del mio matrimonio
Zeno parla delle vicende che lo portano al matrimonio.

Il protagonista conosce quattro sorelle, le figlie di Giovanni Malfenti, con il quale Zeno ha stretto rapporti di lavoro e per il quale nutre profonda stima, al punto che vedrà come una figura paterna dopo la morte del padre. La più attraente delle figlie è la primogenita, Ada: a costei il protagonista fa la corte, ma il suo sentimento non è ricambiato, perché ella lo considera troppo diverso da lei ed incapace di cambiare. Anche dopo il rifiuto, Zeno è sempre attratto dalla sua bellezza esteriore ed interiore. Tuttavia, ormai deciso a chiedere in sposa una delle sorelle Malfenti, si dichiara ad Alberta che ugualmente lo respinge; dato che l'ultima, Anna, è ancora una bambina, egli finisce per sposare Augusta, la seconda delle sorelle Malfenti, delle quattro la donna che meno gli piaceva.
Nonostante questo il protagonista nutrirà sempre per lei amore, anche se ciò non gli impedirà di stringere una relazione con un'amante. Augusta costituisce nel romanzo una figura femminile dolce, tenera, che si prodiga per il proprio marito: è la figura materna che Zeno cercava.

La moglie e l’amante
Il conflittuale rapporto dell'autore con la sfera femminile – la sua patologia è stata bollata dallo psicologo come sindrome Edipica – è evidenziato anche dalla ricerca dell'amante: Zeno accenna a tale esperienza come un rimedio per sfuggire al «tedio della vita coniugale». Quella con Carla Gerco è un'«avventura insignificante»; lei è solo una «povera fanciulla», «bellissima», che inizialmente suscita un istinto di protezione. Tuttavia quella che in principio appariva come una relazione basata sul semplice desiderio fisico si trasforma successivamente in una vera e propria passione. Anche Carla subisce dei cambiamenti: dapprima insicura, diventa una donna energica e dignitosa che finisce coll'abbandonare il suo amante a favore di un maestro di canto, che Zeno stesso le aveva presentato. Zeno non smetterà mai di amare la moglie Augusta che ha per lui un atteggiamento materno comunicandogli sicurezza mentre, verso la conclusione del suo rapporto con Carla, maturerà per quest'ultima uno strano sentimento che si avvicina all'odio.

Storia di un'associazione commerciale
Incapace di gestire il proprio patrimonio, Zeno viene pregato da Guido di aiutarlo a mettere in piedi un'azienda, e accetta, per "bontà", come egli dice a se stesso, ma in realtà per un oscuro desiderio di rivalsa, di superiorità nei confronti del fortunato rivale in amore che, nel frattempo, ha sposato Ada. Anche Guido, peraltro, è un inetto, e incomincia, per insipienza, a sperperare il suo patrimonio, mentre Zeno ha la soddisfazione di essere incaricato da Ada di aiutare e proteggere il marito. Questi, dopo un'ennesima perdita (ha infatti iniziato a giocare in borsa) simula un tentativo di suicidio, per indurre la moglie a sovvenzionarlo con la propria dote. Più tardi, ritenterà il colpo astuto, ma, per un banale giuoco della sorte, si ucciderà davvero. Zeno, che impegnato a salvarne, per quanto è possibile, il patrimonio, non riesce a giungere in tempo al suo funerale (ed in seguito sbaglia persino corteo funebre), è accusato da Ada, divenuta nel frattempo brutta e non più desiderabile per una malattia, di avere in tal modo espresso la sua gelosia, il suo malanimo verso il marito. Il famoso triangolo matrimoniale termina con tre sconfitte irreparabili, ma anche con l'autoinganno dei tre protagonisti, incapaci di distinguere fra sogno e realtà.
Psico-analisi
Il capitolo precedente aveva concluso il racconto imposto dal medico a Zeno. Ma ora questi lo riprende, per ribellarsi al medico, che non l'ha guarito, come crede. Zeno tiene un diario, che poi invia al Dottor S. per fargli capire come la pensa. Questo si compone di tre parti distinte, contrassegnate dalle date di tre giorni distinti negli anni di guerra 1915-1916. Nella riflessione conclusiva Zeno si considera completamente guarito, grazie alla scoperta che la "vita attuale è inquinata alle radici" e rendersene conto è segno di salute e non di malattia.

Critica
Questo romanzo conclude la serie di opere sul tema dell'inettitudine iniziato in Una vita e successivamente sviluppato in Senilità: a differenza dei suoi predecessori, Nitti e Brentani, il protagonista Cosini riesce a superare la malattia ed il complesso di inferiorità.

La "malattia" di Zeno gli impedisce di identificarsi con il mondo normale. Egli prende tuttavia conoscenza di queste sue imperfezioni; per questo è ben lieto di modificare le proprie esperienze. Gli altri uomini, invece, convinti di essere perfetti, restano cristallizzati in una condizione di immutabilità, ovvero negano ogni possibile miglioramento. Il processo di guarigione del protagonista si baserà quindi in buona parte su una presa di coscienza nei confronti della propria personalità e si realizzerà nell'accettazione dei propri limiti.

Particolarmente interessante è la concezione che Zeno ha di sé a confronto con gli altri personaggi (le tre sorelle, il padre, Guido Speier, Enrico Copler...): egli sa di essere malato e considera gli altri "sani", ma proprio perché questi ultimi sanno di esser "normali" tendono a rimanere cristallizzati nel loro stato, mentre Zeno, inquieto, si considera un inetto e per questo è disposto al cambiamento e a sperimentare "nuove forme di esistenza". Sulla base di questa convinzione egli finisce col ribaltare il rapporto tra sanità e malattia: l'inettitudine si configura come una condizione aperta, disponibile ad ogni forma di sviluppo; e di conseguenza la sanità si riduce ad un difetto, l'immutabilità.


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MessaggioTitolo: Re: LA COSCIENZA DI ZENO   LA COSCIENZA DI ZENO 16gd9bkLun Lug 13, 2009 9:00 am

è uscita alla maturità di quest'anno se non sbaglio!
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MessaggioTitolo: Re: LA COSCIENZA DI ZENO   LA COSCIENZA DI ZENO 16gd9bkLun Lug 13, 2009 2:56 pm

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