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| Titolo: TORO SEDUTO Mer Lug 15, 2009 12:00 am | |
| a cura di Matteo Chiari
Toro Seduto: l’uomo a cui il Grande Spirito affidò il suo popolo
Toro Seduto è senza dubbio una delle figure emblematiche della lotta che gli indiani d’America combatterono contro l’”uomo bianco” e la sua fame di terre. Una battaglia che gli indiani persero, ma che li consacrò nella storia come il popolo che orgogliosamente e fino all’ultimo difese il proprio diritto alla terra.
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| Titolo: Re: TORO SEDUTO Mer Lug 15, 2009 12:04 am | |
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La battaglia di Little Big Horn
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L'ultima carica del Settimo Cavalleggeri (Foto Archivio IGDA) | Lo scontro divenne inevitabile. Dopo il fallimento di altri tentativi da parte del governo americano di forzare gli indiani a vendere il proprio territorio, il trattato di Fort Laramie venne definitivamente messo da parte. Il commissario per gli affari indiani fece sapere che entro il 31 gennaio 1876 tutti i Lakota avrebbero dovuto trovarsi nelle riserve. Per gli indiani liberi l’ultimatum dei “soldati blu” non fu altro che una dichiarazione di guerra.
Toro Seduto riunì nel marzo successivo i capi Lakota, Cheyenne e Arapaho nel campo di Rosebud Creek. Li guidò in una Danza del Sole, offrendo preghiere al Grande Spirito e tagliandosi le braccia cento volte in segno di sacrificio. Durante la cerimonia Toro Seduto raccontò di aver avuto una visione profetica: soldati americani che cadevano nel campo dei Lakota, come cavallette dal cielo. Gamba di Legno, uno dei capi Cheyenne raccontò così quell’incontro: “I capi delle varie tribu si incontravano da eguali. Solo uno era considerato superiore a tutti. Questi era Toro Seduto. Egli veniva considerato l’unico vecchio capo di tutti gli accampamenti riuniti”.
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Il luogo della battaglia del Little Big Horn oggi (Foto Archivio IGDA) | La profezia di Toro Seduto si sarebbe realizzata di lì a poco. Dopo aver spostato il proprio campo nella valle del fiume Little Big Horn, dove furono raggiunti da tremila indiani che avevano lasciato le riserve, i Lakota affrontarono il 25 giugno del 1876 l’attacco del Settimo Cavalleggeri al comando del generale Custer, il nemico di sempre, che gli indiani chiamavano Pahuska (“Capelli Lunghi”). Il reggimento attaccò con pochi uomini e, nonostante la superiorità dei mezzi, subì una disfatta totale. Sul campo morì anche il generale Custer.
La storica vittoria degli indiani segnò però anche l’inizio della resa. La sconfitta subita dal Settimo Cavalleggeri ebbe un’eco profonda in tutto il paese. Il governo decise di risolvere una volta per tutte la questione degli indiani e inviò nella regione migliaia di uomini. Il 15 agosto il governo americano emanò una nuova legge secondo cui gli indiani avrebbero dovuto rinunciare a tutti i diritti sui Black Hills. Intanto tutti gli indiani che stavano nelle riserve vennero dichiarati prigionieri di guerra, nonostante non avessero partecipato alla battaglia di Little Big Horn. La commissione incaricata di risolvere la questione delle Black Hills costrinse i capi indiani a firmare la cessione del territorio, minacciandoli di tagliare tutte le provviste destinate alle riserve e ritirare cavalli e fucili. Nel frattempo l’esercito stava setacciando il territorio a nord e ovest dei Black Hills, a caccia di tutti gli indiani ancora fuori dalle riserve.
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Gugol Moderatore
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la bontà e l'educazione in persona Data d'iscrizione : 04.11.07
| Titolo: Re: TORO SEDUTO Mer Lug 15, 2009 9:49 am | |
| un pessimo momento per l'umanità! | |
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