Noi - Veltroni Walter
In sintesi 1943: il quattordicenne Giovanni fissa sull'album da disegno gli ultimi giorni del fascismo, il bombardamento di Roma del 19 luglio, la deportazione degli ebrei il 16 ottobre. 1963: Andrea, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino decappottabile, l'Italia del boom. 1980: l'undicenne Luca registra sulle cassette del suo mangianastri l'anno terribile del terremoto in Irpinia, del terrorismo, dell'assassinio di John Lennon. 2025: l'adolescente Nina vuole costruire la sua vita preservando le esperienze uniche e irripetibili di coloro che l'hanno preceduta. Quattro generazioni della stessa famiglia, quattro ragazzi colti ciascuno in un punto di svolta (l'esperienza della morte e della distruzione, la malattia di una madre perduta e ritrovata, il tradimento degli affetti, la rivelazione dell'amore) che coincide con momenti decisivi della recente storia italiana, o si proietta in un futuro di inquietudini e di speranze.
La recensione di IBS L’ultimo romanzo di Walter Veltroni racconta quattro stagioni cruciali della nostra storia attraverso quattro generazioni di italiani. La narrazione ha come protagonista una famiglia romana composta da papà Alfredo, maggiordomo di un gerarca fascista, mamma Maria, bidella in una scuola, i due figli gemelli Cesare e Francesco, facchini ai Mercati generali, e Giovanni, un ragazzino di quattordici anni. La storia d’Italia attraversa le loro vite e quelle dei loro discendenti: dal caos del 1943 al boom degli anni Sessanta, poi passa per gli anni bui delle stragi e del terrorismo, fino all’ipotetico inverno di un 2025 prossimo venturo.
L’estate del ’43 apre il libro: era un periodo di grandi difficoltà per gli italiani, con un Paese diviso dopo l’Otto settembre tra fascisti, al Nord, e Alleati, al Sud. Nel caos di una Roma bombardata dagli americani seguiamo le vicende di Giovanni che pedala con la sua inseparabile bicicletta insieme agli amici, cercando di dimenticare la fame, la povertà, la disoccupazione che attanaglianavano le loro famiglie. Veltroni racconta di quella Roma distrutta, con le file per il pane, i sibili delle sirene e lo scoppio delle bombe, i bimbi dispersi, gli ebrei deportati, gli sfollati che arrivavano dal litorale. In quella calda estate italiana crollava un regime e, per Giovanni e i suoi familiari, soprattutto per il padre Alfredo che non dormiva più le notti per la paura del futuro, sembrava tutto finito. Nella realtà, come in queste pagine, l’Italia si riprese.
Eccoci dunque nella primavera del 1963, l’epoca del boom che portò l’Italia contadina a essere una delle grandi potenze industriali del mondo. Nasceva una grande illusione. Maria ora è nonna di due ragazzi, Andrea e Alberto, figli di Giovanni, e si sono trasferiti tutti a Milano, tranne la madre dei due ragazzi, costretta nella capitale da una malattia e dai traumi subiti dalla sua famiglia di ebrei, sterminata nella Germania nazista. Andrea allora, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino decapottabile, l'Italia del boom per raggiungere la madre, Giuditta. E il viaggio è una rivelazione, l’annuncio di una nuova era: con Sapore di sale e Twist and shout come colonna sonora, davanti agli occhi di Giovanni scorrono le Fiat 600 sulla nuova autostrada, bellissima, con l’autogrill, le pompe di benzina, centinaia di pubblicità e una quantità di automobili nuove di zecca che si fermavano e ripartivano.
Si arriva così all’autunno della Repubblica, anno 1980, quando la stagione della violenza rossa e nera culminò con la strage di Bologna. Si apriva allora nel Paese una fase di instabilità e si aggravava la questione morale. Troviamo di nuovo Andrea, giornalista post-sessantottino che è in crisi con la moglie Monica, anche lei ex compagna disillusa, ora donna in carriera. Hanno un figlio, Luca, concepito troppo presto in quell’aula occupata della Statale dove campeggiava, beffarda, una scritta rossa: “La rivoluzione o sarà una festa o non sarà”. Ed è attraverso gli occhi del ragazzo di undici anni, Luca, che Veltroni racconta gli anni Ottanta: le Brigate Rosse, l’Irpinia, la morte di Lennon, la strage alla stazione di Bologna, ma anche il Subbuteo, i Dire Straits, i biscotti Urrà Saiwa, il film 2001 Odissea nello spazio. Luca ha paura del mondo e registra tutto, si confida con lo zio Alberto che vive anche lui a Milano, ancora in via Grancini con i nonni Giovanni e Giuditta.
Noi si chiude con una proiezione nel futuro: inverno del 2025. Troviamo Nina, figlia di Luca e Silvia, separati, che trascorre le giornate con l’amica Giulia. Entrambe hanno alle spalle due famiglie sfasciate, esplose sotto i colpi di una società che ha spostato il suo baricentro esclusivamente lungo i desideri dell’individuo. Nella storia di questa ragazza, alle prese con un Noi da ricostruire, c’è il senso ultimo di questo romanzo di Veltroni, che è un grande affresco sulla memoria dell’Italia nella speranza che il Paese ritrovi una visione positiva, solidale e aperta al futuro.
Fonte: ibs.it