Admin meryan Amministratrice
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| Titolo: Coltellate e assegni Dom Nov 22, 2009 8:27 pm | |
| CORRIERE DELLA SERACaso Marrazzo - Il trans morto Coltellate e assegni nella cittadella del sesso: «Qui campa chi tace» Nei palazzi dei trans, affitti in nero e clienti ricchi Fiori sul portone bruciato. «Ora ci minacciano»ROMA —Mezzogiorno. Camilla scende dai quattordici gradini fin­to- maiolicati del primo piano e fende a naso in su il capannello, come Wan­da Osiris ai tempi belli: «Nel nostro mestiere stare zitti è la prima qualità, se vuoi vivere», dice circospetta. Qui, nella cittadella del sesso proi­bito, tra palazzine intrecciate di cuni­coli scuri, cucinini strizzati sul balco­ne, parabole col cuore sintonizzato sul Brasile e perizomi stesi ad asciuga­re al sole di questa estate indiana — nella casbah di umori e amori che è via dei Due Ponti 180 — nessuno sen­te il bisogno di chiedere quale sia il mestiere di questo ragazzone brasilia­no alto quanto Brenda e con i capelli neri alla cintola, che abita proprio dal­l’altro lato del pianerottolo, interno 9 F, e in pratica ha ancora la maglia ros­sa impregnata del fumo che l’altra not­te ha ucciso il trans più vistoso dell’af­fare Marrazzo. Camilla s’infila nella Delta blu sen­za degnare d’uno sguardo i giovanotti del palazzo e sgomma verso il super­mercato Sma: nel caos di questi gior­ni, chi ha avuto tempo per la spesa? Sance, autista dello Sri Lanka, scala G, storce la bocca: «Io li odio, questi qua. Mai un saluto, ma chi credono di esse­re, principesse? E non c’hanno nem­meno la cosa, lì...». In qualche modo sono scene di lotta di classe, lumpen­proletariat cingalese e gingillo del ses­so carioca, vita agra.
| (Emmevi) | È un posto stratificato Due Ponti 180, che si apre con un sottopassag­gio di cemento armato dentro il verde della via e s’infila in una bolgia di vite (100 appartamenti per quattro palazzi­ne): affitti in nero da 500 o 600 euro per stambugi dentro cui si dorme nei soppalchi. Una coppia gay con cagnet­to racconta che qui i clienti facoltosi sono così tanti che gli assegni sono moneta corrente (quella di Marrazzo sarebbe solo una delle firme vip): il trans — spesso clandestino e senza conto in banca — non incassa l’asse­gno ma lo gira, magari al pusher, il Gianguerino Cafasso di turno, e coi contanti va a fare provviste allo Sma o alla Giesse: l’assegno con­tinua a galleggiare nel vento, come una minaccia al por­tatore. «Un tempo era un pa­radiso di pied- à- terre , i professionisti di Ro­ma ci portavano l’amante. Poi sono ar­rivate le mignotte, co­me la povera Marta buonanima, che abita­va accanto a me, ma era ’na signora , ancora ci si poteva stare... Alla fi­ne so’ venuti loro, gli stra­nieri », dice la condomina del 16 F («niente nomi, per piace­re ») che sta qui da trent’anni e ha dato l’allarme per prima, l’altra notte: «Quelli non parlano neanche l’italia­no, bussavano e mi strillavano: fu-mo! fu-mo! Ai pompieri ha telefo­nato mio marito». Teoricamente, l’affaire si estende in un quadrilatero di viette a Roma nord, a cavallo della Cassia con le sue palazzine abusive, i circoli di tennis per ricchi, i centri commerciali dilata­ti come funghi: con via dei Due Ponti c’è via Gradoli (ma al 96 il citofono di Natalì, la prediletta di Marrazzo, squil­la a lungo a vuoto); c’è via Biroli, coi suoi prati affacciati nel nulla da dove sono sbucati i romeni che giorni fa avevano aggredito e rapinato Brenda; e c’è largo Sperlonga, capolinea della marchetta, giostre da dove i bambini s’affacciano invadenti (« ce stamo pu­re noi!», urlano ai cameramen) sbir­ciando Imma Battaglia e il gruppo trans che s’è tirata dietro, alle due del pomeriggio, per chiedere la protezio­ne della polizia. In realtà, oggi il mondo si concen­tra sul pianerottolo di Brenda, anzi, da­vanti alla sua porta, dove China, «l’amica del cuore» con decreto d’espulsione in tasca, depone un maz­zo di fiori davanti alle telecamere. Di­ce tutto e il contrario di tutto questo ragazzetto smilzo che ha un po’ strap­pato la scena all’amico defunto: «Pen­so a un incidente, non credo che Bren­da sia stata uccisa... Ma se è stata ucci­sa la prossima a morire sono io, che le stavo vicina. Foto? Sì, le foto c’erano, ma Brenda le ha distrutte... e il compu­ter, quello, sparirà di sicuro. Marraz­zo, poveraccio, non ha nessuna colpa. Però smettete di nominarlo, quel no­me porta male...». Dall’uscio socchiu­so s’intravedono la tv che manda un porno, un altro trans seduto al tavolo con un ragazzo in giubbotto e berret­to, forse un cliente, un materasso but­tato a terra tra piatti di plastica. «La madre di Brenda sta venendo qui... for­se subito, forse domani. Vuole vedere Brenda». Mamma Azenete è ancora lontana, chiede giustizia, dice l’avvoca­to. Chiede giustizia anche Leila Daia­nis, un brasiliano arguto da trent’anni in Italia, presidente dell’associazione Libellula: «Rimpiango i democristia­ni, erano più laici». Barbara, sull’orlo di una crisi di nervi, si stringe al suo braccio, «ho paura, mi minacciano», dice, e vede «carabinieri in borghese» che la seguono ovunque (chissà come fa a riconoscerli...). È tutto così, nella cittadella: in precario equilibrio tra dramma e farsa. Tre mesi fa un altro incendio (casuale) stava accoppando mezzo palazzo. Un altro trans, Marce­la, s’era preso qualche coltellata. Non è un posto per gente tranquilla, que­sto. Valentino, il moldavo della porta accanto a Brenda (2 F), fa una smor­fia: «Di quello là, e del casino che face­va di notte, non ne potevo più. Io lavo­ro al mattino». Pietà l’è morta. Da via Biroli arriva Hayma, rosa bianca in ma­no. Giura: «La mamma di Brenda è già arrivata, è a casa. E lunedì, al funerale, viene pure Marrazzo». Non è vero niente, ma suona bene, nella notte che cala sulla casbah.
Goffredo Buccini | |
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Gugol Moderatore
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la bontà e l'educazione in persona Data d'iscrizione : 04.11.07
| Titolo: Re: Coltellate e assegni Lun Nov 23, 2009 2:54 pm | |
| SEMPRE PIù INQUIETATNE LA FACCENDA.... | |
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Admin meryan Amministratrice
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| Titolo: Re: Coltellate e assegni Lun Nov 23, 2009 3:38 pm | |
| MOLTO INQUIETANTE E ......... | |
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| Titolo: Re: Coltellate e assegni | |
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