Pistoia, due maestre in manette
«Maltrattavano i bimbi in asilo»
Le donne lavorano in un asilo nido privato. Una di loro ha lasciato un bimbo di 8 mesi nel suo vomito: ripresa dalle telecamere, arrestata in flagranza di reato. Interrogate per ore, sono state trasferite a Sollicciano
PISTOIA - Bambini picchiati, chiusi nel bagno al buio per ore, fuori dalle aule al freddo, costretti a stare immobili e in silenzio e addirittura a mangiare il cibo vomitato. E' quello che, secondo la procura di Pistoia, accadeva da tempo all'asilo nido privato «Cip -Ciop» gestito dalla società «Il Giardino dell’Infanzia» a Pistoia. Con l'accusa di maltrattamenti, la titolare dell'asilo, Anna Laura Scuderi, 41 anni, e una giovane maestra, Elena Pesce, 28 anni, sono state arrestate mercoledì mattina dagli agenti della squadra mobile per presunti maltrattamenti sui bambini dell'asilo. A far scattare gli arresti, l'ultimo episodio finito sotto gli occhi delle telecamere nascoste installate dalla polizia una decina di giorni fa: un bambino di otto mesi vomita, la titolare della struttura, Anna Laura Scuderi, lo colpisce con due schiaffi alla nuca che fanno cadere il piccolo sul vomito, poi la donna lo solleva prendendolo per un braccio in malo modo. È la scena ripresa dalle telecamere che fa scattare il blitz degli agenti.
L'ALTRA MAESTRA - La polizia bussa alla porta dell’asilo e invitano la donna, pistoiese e residente a Quarrata (Pistoia), a seguirli in questura. Arriva la maestra, Elena Pesce, 28 anni, di Pistoia: i bimbi vengono affidati a lei. «La titolare deve firmare dei fogli in questura», le dicono. Sono le 11. Passano pochi minuti e anche la giovane maestra comincia a colpire alcuni bimbi con schiaffi. Le telecamere filmano anche questi episodi. Gli agenti e le assistenti sociali, mandate sul posto dal Comune, entrano nella scuola e anche Elena viene portata in questura. Arrestate per maltrattamenti. Le assistenti sociali portano avanti l’attività in attesa che i genitori, alla spicciolata, vengano a riprendere i figli.
INTERROGATE E POI PORTATE A SOLLICCIANO - Le due donne, interrogate per ore in questura, sono state trasferite nella sezione del carcere femminile di Sollicciano, a Firenze. Al momento di salire sull'auto della polizia per il trasferimento alcuni familiari delle arrestate hanno gridato «tranquille tranquille», «copritevi, copritevi» e subito dopo hanno imprecato verso fotografi, giornalisti e teleoperatori definendoli «sciacalli e avvoltoi».
IL PROCURATORE CAPO - «Per la violenza delle immagini - ha detto il procuratore capo di Pistoia, Renzo Dell'Anno - non vogliamo divulgarle per rispetto dei genitori e dei piccoli, le farò vedere soltanto a loro quando e se la sentiranno. Ma davanti all'ultimo abuso ripreso dalla telecamere non potevamo attendere oltre. Dovevamo tutelare i bambini e non potevamo permettere altri maltrattamenti». Il procuratore ha immediatamente avvertito il sindaco di Pistoia, Renzo Berti, della situazione, che ha provveduto con l’invio di personale specializzato, a gestire la scuola. Ma l'inchiesta non si fonda solo sui filmati realizzati negli ultimi 10 giorni. I poliziotti hanno raccolto anche le testimonianze di sei genitori e soprattutto di quattro ex insegnanti che dopo aver visto i metodi usati nell’asilo, fanno sapere dalla questura, hanno deciso di licenziarsi. Sarebbe stata proprio una di queste a rivelare di aver visto, una volta, la titolare del nido costringere un piccolo a rimangiare il cibo che aveva vomitato.
LE ACCUSE - Secondo le accuse le due donne maltrattavano i bambini, sotto i quattro anni a loro affidati, in particolare - ha spiega la Mobile - «costringevano i bambini a mangiare stringendo loro la mandibola per fargli aprire la bocca e a volte, quando avevano fretta, porgevano loro la minestra ancora calda, in particolare in un'occasione avevano preteso che un bambino rimangiasse quello che aveva vomitato»; e ancora «lasciavano i piccoli soli nella stanza dove dormivano, senza vigilanza, e per non sentire il loro pianto alzavano il volume della radio». Oppure «punivano i bambini chiudendoli nel bagno da soli e lasciandoli al buio per lungo tempo». «Le due operatrici di abitudine - proseguono gli investigatori - strattonavano violentemente i bambini, tirandoli per un braccio, per farsi ubbidire, tanto che in un caso hanno provocato la lussatura alla spalla di un bambino. Picchiavano i piccoli in modo violento - sottolineano gli agenti - quasi sempre in faccia o in testa, e quando li spostavano li tiravano per un braccio e, in alcuni casi, li alzavano e poi li sbattevano a sedere a terra. E ancora costringevano i bambini a stare fermi e in silenzio per lungo tempo, non prevedendo per loro nessun tipo di gioco». L’aggressività delle maestre - spiegano gli investigatori - ha provocato nei bambini rifiuto per il cibo, regressione nella parola, atteggiamenti aggressivi ed insonnia.
L'INCHIESTA COMINCIA AD AGOSTO - È la fine dell’agosto scorso quando gli uomini della squadra mobile vengono a sapere di voci secondo cui in quell'asilo avvengono episodi strani. Alcuni genitori segnalano che nei piccoli si manifestano episodi di disappetenza, disturbi del sonno, rifiuto del cibo. Gli agenti cominciano a mettere insieme il puzzle. Riprendono in mano vecchie segnalazioni, una spalla lussata ad un bambino, altri piccoli tornati a casa con arrossamenti, ecchimosi, e quelle parole dei bambini: «la maestra ha picchiato un bimbo». La polizia va a ritroso e scopre che una decina di famiglie in passato ha tolto i figli dal «Cip-Ciop». Vengono contattate. Le segnalazioni aumentano. Dieci giorni fa l’installazione delle telecamere per la video sorveglianza. Giorni di visione. Gli scappellotti che si ripetono, gli strattonamenti. Fino all’episodio chiave di mercoledì mattina.
LO STUPORE DI ALCUNI GENITORI - Ma sono in molti, genitori in primis, a non credere a tutta
questa storia e manifestano stupore, sorpresa, solidarietà alle maestre. Davanti all’asilo nido tra i genitori regna l’incredulità e c’è anche chi, come la signora Greta Mazzei, madre di un bimbo di due anni, che manifesta solidarietà alle maestre. «Prima di iscrivere mio figlio all’asilo nido avevo raccolte tutte le informazioni sulla scuola. La maestra era descritta come una persona rigida, ma tutti mi avevano detto che i suoi metodi educativi erano validi». Nel pomeriggio poi, circa 60 genitori dei bambini dell'asilo nido sono state ricevute dall'assessore comunale all'istruzione, Rosanna Moroni, e dalle dirigenti del servizio. «Hanno ribadito che i loro bambini erano sereni e che loro erano soddisfatti del servizio - ha detto Moroni - Soltanto alcuni hanno detto che negli ultimi tempi i figli avevano manifestato disagio, piangendo per non andare all'asilo». Dal Comune si specifica che si sta cercando una soluzione per trovare una sistemazione per i bambini nei prossimi giorni.
IL SINDACO - L'asilo nido è stato autorizzato nel 2005. È quanto si legge in una nota del sindaco di Pistoia Renzo Berti che ricorda come, tuttavia, «in tutti questi anni non è mai pervenuta alcuna segnalazione su aspetti critici nella conduzione del servizio. Solo a fine ottobre dell'anno in corso è stata trasmessa dalla Regione Toscana la segnalazione di un genitore preoccupato di voci raccolte su comportamenti scorretti adottati nei confronti dei bambini frequentanti».
UN ALTRO ASILO A QUARRATA - Laura Scuderi, la titolare dell'asilo «Cip-Ciop» gestisce un’altra struttura identica nel comune di Quarrata (Pistoia), «Il magico bosco», in nessun modo coinvolto nell'inchiesta. Il Comune ha deciso comunque di sospenderne l’attività. La decisione è legata al fatto che «in seguito al caso che ha coinvolto la struttura di Pistoia, viene meno il requisito minimo di presenza di personale qualificato. È ragionevole pensare che l’attività resterà sospesa fino al ripristino delle condizioni minime necessarie al funzionamento della struttura». In seguito agli arresti, si spiega, il Comune ha avviato accertamenti amministrativi sull’asilo di Quarrata, struttura privata che non rientra tra quelle convenzionati con l’amministrazione comunale.
Alessandra Bravi