Non sembri strano che parta da un semplice cittadino, il richiamo al buon governo a colui il quale, vincitore della competizione elettorale del 28 e 29 p.v. si accingerà a governare la mia regione: la Calabria.
Qualcuno ha scritto che una volta toccato il fondo si può sempre cominciare a risalire. E, la Calabria ha toccato il fondo. Ma non per demerito dei cittadini dei cittadini, ignari di quanto succedeva nel Palazzo, ma per i demeriti di voi politici. Di voi che vi siete avvicendati alle sedie del potere.
Vorrei smentire Corrado Alvaro quando scrive:" . . . . mi fu sempre più difficile spiegare cos'è la mia regione". Vorrei scriverne; vorrei parlarne, una tantum in termini positivi.
Vorrei smentire quanto detto F. Minervino quando scrive:" Quì la tragedia è il seguito di una democrazia senza qualità, degenerata in un governo caotico di una massa disordinata e priva di regole".
Vorrei poter smentire il Segretario generale della C.E.I. che, riportando il pensiero degli eccellentissimi Vescovi italiani, scrive:" . . . . denunciamo l'orrore del Sud, usato solo come collettore di voti per disegni politici ed economici estranei al suo sviluppo.".
Vorrei . . . . . ma non posso.
Leggendo, in questi giorni, la carta stampata sembra che il meridionale oltre che (considerato fino ad oggi) brutto sporco e cattivo, sia d'un tratto diventato pure analfabeta, ignorante e stupido.
Siamo l'ultima regione d'Italia. Ultimi in tutto.
Invece di avere un Macchiavelli ci siamo trovati di fronte a tanti Guicciardini, nella cura del particolare.
Sta di fatto che la Calabria è senza una rete stradale, degna di tal nome. E siamo nel 2010 !!!
La Calabria è senza una rete ferroviaria. La TAV non ci sfiora e fino a poco tempo fa' sulla tratta jonica Taranto-Reggio Calabria si viaggiava ancora sui vagoni con sedili di legno. Cavalli 20, uomini 100 di "non" felice memoria.
La Calabria è senza porti. Eppure si estende tutta sul mare. E l'unica realtà che fino a qualche settimana fa ci faceva inorgoglire, Gioia Tauro, sembra sia già in agonia e, prima o poi morirà, grazie all'insipienza della classe politica.
La Calabria è senza aeroporti. Anche Lamezia, fiore all'occhiello dicevano, non è collegata direttamente con nessuna linea inernazionale.
La Calabria è senza . . . . (mi duole il cuore !) servizio sanitario.
In Calabria si muore, ancora, per una semplice operazione alle tonsille o si ingessa un' altro arto anzicchè quello giusto. Il dissesto finanziario della sanità in Calabria non si può certo addebitare ai cittadini !
Eppure, i vari politici che vi avvicenderete, verrete certamente a propinarci degli immagginari programmi che tali resteranno sulla carta. Certamente non basteranno le 400 e più piazze degli altrettanti comuni calabresi per erigere monumenti a quanti vi renderete benemeriti.
Purtroppo, però, gli ultimi dati statistici dicono che il livello economico della popolazione calabrese è ulteriormente sceso, mentre il divario con il Nord è ulteriormente aumentato.
La Calabria è senza lavoro. Siamo tornati agli anni '60 del secolo scorso allorchè i poveri "cafoni calabresi" carichi di scatole di cartone emigravano verso il Nord o, addirittura, all'estero, in cerca di lavoro.
Sig. futuro Presidente, nessuno fugge dalla propria casa, dal proprio paese, dai propri affetti se ha il giusto pane per se stesso e per i propri figli.
Gramsci, nel secolo passato, nei suoi "quaderni dal carcere", poneva seriamente la questione meridionale. Ad un secolo di distanza si è tornati a parlare di "questione", si! ma questa volta settentrionale, malgrado le infinite necessità della Calabria che vive sempre di promesse e di speranze.
A questo punto è giusto chiedersi: Cosa fare, dunque? Come poter sopperire a tali e tante manchevolezze e necessità?
A parere di chi si appella al futuro Presidente della sua Regione, uomo della strada che, però, vuole il bene della sua Calabria, occorre, da parte di chi governerà: una strategia di grande respiro, comprensiva di pochi ma concreti progetti, realizzabili nell'arco dei cinque anni di governo.
Potenziare e aiutare le poche forze produttive che pure ci sono; salvaguardare l'ambiente (vedi le ultime sciagure-frane); creare infrastrutture; tutelare meglio chi è più debole; preparare i cittadini ad una società sempre più basata sul sapere e sulle nuove tecnologie, a dispetto di chi ci vuole oltre che brutti, sporchi e cattivi, anche analfaberi ed ignoranti; avvicinare la politica ai cittadini; dare un migliore servizio sanitario.
Tutto ciò serve a disegnare un futuro, a costruire il cambiamento che auspichiamo e che vogliamo. Lo vuole il popolo calabrese.
E' ambizioso, Sig. futuro Presidente. E' ambizioso, lo so. E mi rendo conto che sono andato più in la di quello che dovevo e potevo.
Comunque, la Calabria non può più aspettare.
Non possiamo permetterci di fallire.
Chiunque sia in futuro Presidente . . . . . Auguri !!!