La Carità.

Titolo: La Carità. Lun Mag 17, 2010 7:22 pm

C’era una volta . . . . . . . .

Non vorrei cominciare così un fatterello che a livelli più alti ha dato modo alla letteratura di trarne una commedia, seppur brillante.

Potremmo intitolarla:

La Carità.

Don Pasqualino Quagliarella dopo aver vissuto in modo irreprensibile la sua esistenza, sotto il lato morale, passa a miglior vita.

Si trova in un androne di un palazzo bellissimo da dove sbircia corridoi immensi ; luci, specchi, pavimento a cera uno scalone larghissimo, in marmo. Più che da curiosità, tutto quello splendore, tutta quella grandezza, mette nell’animo del nostro una certa apprensione se non una vera e propria soggezione.

Incomincia a salire lo scalone, con molta accortezza, direi, quasi con timore.

Giunto alla sommità gli viene consegnato un biglietto con un numero progressivo e allo stesso tempo gli viene rivolta la domanda: “Nazione? Provincia?”. Il povero Don Pasqualino tutto intimorito, mezzo farfugliando le parole che per lo più gli sono rimaste in gola:” Italia – risponde - Napoli”. “Da quella parte”, si sente dire e, gli viene indicato un lungo e largo corridoio. Anche qui luci, tappeti, cera.

Legge il numero stampato sul biglietto: 999.999.999. “Ci vorranno anni – pensò - per potermi chiamare”, dimenticando di trovarsi in un’altra dimensione.

File immense, nei corridoi. Però, cosa strana, quelle file come si formavano, così di colpo si dissolvevano. Il nostro Legge una freccia indicativa: Italia. Segue la freccia e incomincia a leggere, agli sportelli che si affacciavano sul corridoio, i nomi delle provincie italiane.

“Ci siamo”, pensò. Si mise in fila sempre pensando di potersi liberare dopo una lunghissima attesa. Vede qualche faccia conosciuta ma non fa in tempo ad avvicinarla.

Pochi minuti dopo: “Carlo Quagliarella” sente chiamare. “Presente, sono io”, dice alzando la voce ed il braccio per farsi notare. Nota, con meraviglia che la folla che era davanti a lui era scomparsa.

Si avvicina allo sportello e tra Don Carletto e colui che lo ha chiamato per nome (inutile dire che si tratta di un Angelo), si svolge il seguente dialogo :

C: “Chiedo scusa ma come fate a sapere il mio nome, se ancora non mi sono presentato?”.

A: “Caro Carletto!- riprese l’ Angelo che aveva parlato – Hai dimenticato il luogo dove sei! Nello stesso momento che hai messo il piede sul primo gradino dello scalone, qui davanti a me nel display è comparso il tuo nome”.

C: “Sbaglio o siete anche voi di Napoli? Sento dall’accento . . . . . .”

A: “Non sbagli affatto, io ero di Afragola”.

C: “Di Afragola? Giacchè siamo della stessa provincia, non sarebbe meglio se ci parliamo nel nostro bellissimo dialetto?”.

A: “Non si può. Sua Eccellenza ha proibito tutte le lingue, tutti gli idiomi, tutti i dialetti ed ha ordinato che si parli una sola lingua. La Sua” (Così dicendo l’Angelo rivolge gli occhi in su).

C: “E chi è Sua Eccellenza? Lo conosco?”.

A: “Per sentito dire, non di persona, certamente. Verrà il giorno in cui anche tu Lo conoscerai. Ci vorrà del tempo, capirai poi il perché, ma Lo conoscerai. Dunque, dicevamo, io ero di Afragola e tu di dov’eri?”.

C: “Di Resina. Sono nato e sono stato sempre a Resina. Com’è il vostro nome?”.

A: “Paesa’ ti avviso una volta per tutte: cca nu nce chiamammo ‘e nomme e nu nce damme ‘o vvuie. Hai capito? Lui non vuole (e rialzò gli occhi in su). Comunque io me chiammavo Friariello.”

C: “Comm’o compare mio Ciccillo. ‘o cconosci a Don Ciccillo?”.

A: “Come non lo conosco , oltre che parente era anche mio compare!!!”.

C: “Gesù! Aggio trovato ‘nu paesano dove meno me l’aspettavo. E cosa fai?. Voglio dire, come lavoro?”.

A: “Lavoro? Ma ti vuoi rendere conto del posto in cui stai?”

C: “Senti, per fare pure io lo stesso lavoro, scusami ma non so come si dice, a chi mi devo rivolgere, da chi mi devo fare raccomandare?” .

A: “Allora nunn’o vvo’ capì veramente. Non stai in terra”.

Costernato e affranto, il nostro si mise in posizione di attesa.

“Allora – disse dalla parte interna l’Angelo che doveva esaminare don Carletto - vediamo un po’: Siete stato a Messa tutte le domeniche?”.Don Carletto si affrettò a rispondere: ”Certo, tutte le domeniche, non ne ho mancato nemmeno una”. “Qui c’e scritto tutto – riprese quello - stai tranquillo che non sfugge niente. Hai sempre fatta la comunione?”- ridomandò. “Sempre. Sono stato sempre in stato di grazia”. Riprese : “Certo, certo. Ripeto qui, in questa cartella – ed alzò, per farla vedere, una cartella contenuta in raccoglitore dorso 25- c’è scritto tutto. E’ vero, risulta, hai sempre fatta la comunione. E dimmi, hai sempre onorato i Santi? Hai mai bestemmiato? Hai rispettato i sacerdoti?” “Ho sempre onorato i Santi; non ho mai bestemmiato; ho avuto sempre il massimo rispetto per i sacerdoti” “Bravo – disse lo spirito – anche questo c’è scritto. Quindi, è tutto vero. Bene, bene!!”.

L’ Angelo prese la cartella, aprì qualche pagina, lesse, timbrò e firmò. Porse tutto a don Carletto: “Adesso con questa cartella ti presenti a quella porta verde, in fondo al corridoio a sinistra, là sanno già tutto . . . . . . . Hai capito? Prendi la cartella e vai . . . . . . .- dopo un po’ - Ho detto, prendi la cartella” – alzò la voce lo spirito nell’intento di farsi ubbidire.

Lo spirito aveva inviato il nostro, in Purgatorio. Don Carletto sapeva, perché appena arrivato, quando era ancora in fila, aveva sbirciato furtivamente nel corridoio:”Non ci vado, perché non lo merito”. “Ma cosa vuoi che siano 2000/3000 anni di Purgatorio – riprese lo spirito - passeranno presto vedrai. Prendi la cartella e vai, perché mi hai fatto perdere già troppo tempo”

“Io non ho fatto niente- disse don Carletto con le lacrime agli occhi e con fare mortificato - non ho fatto niente”. “Già – disse l’ altro - non hai fatto proprio niente, perciò meriti un po’ di Purgatorio. Vedi, qui in questa tua cartella ci sono cinque righe e sono tutte in bianco. Vediamo: Opere di carità, zero. Amore verso il prossimo, zero. Aiuto ai bisognosi, zero. E via di questo passo. Qui c’è scritto tutto. Puoi aver fatto tutte le opere meritorie di questo mondo. Devi sapere che Tra tutte le virtù, la più grande è la CARITA’ ”.

Titolo: Re: La Carità. Lun Mag 17, 2010 7:23 pm

Mi dovete scusare ma non riesco ad ingrandire e a cambiare colore del carattere.
Sarà che il computer fa ancora le bizze?
Salutoni.

NON PREOCCUPARTI HO INGRANDITO IO La Carità. 566177

Titolo: Re: La Carità. Mar Mag 18, 2010 4:24 pm

Grazie, Anna.

Errata corrige:

AAAA. . . . Laddove è stato scritto Pasqualino, deve leggersi Carletto.
Chiedo, ancora una volta, scusa per l'involontario errore.

Titolo: Re: La Carità. Mar Mag 25, 2010 3:08 pm

Titolo: Re: La Carità. Mar Mag 25, 2010 5:41 pm

Esatto!!!

Titolo: Re: La Carità. Mar Mag 25, 2010 9:03 pm

vero verissimo!

Titolo: Re: La Carità. Mer Mag 26, 2010 10:58 am

Titolo: Re: La Carità. Ven Mag 28, 2010 10:39 pm

Titolo: Re: La Carità. Lun Mag 31, 2010 11:00 am

Titolo: Re: La Carità. Lun Mag 31, 2010 12:18 pm

Esatto!!!
La Carità, intesa come valore, è Amore.

Titolo: Re: La Carità. Sab Giu 05, 2010 9:32 am

proprio vero!