Storie dalla vita
Era il 1991 22 Aprile.....
Nasce Cristian, neonato prematuro all'ottavo mese dal peso di kg 1,45,
praticamente erano ossicine con un pò di pelle attorno ma un viso dolcissimo e bellissimo....
Stò parlando di mio figlio, la dolce senzazione della venuta al mondo rovinata da una serie di problemi che ci hanno fatto preoccupare per la sua vita e della madre.
Alla fine comunque è andato tutto bene, Cristian era ricoverato è sistemato dentro l'incubatrice, ricovero che dal 22 Aprile si concluse il 4 Giugno,
Noi genitori ci recavamo in ospedale tre volte al giorno,
la mamma lasciava il latte per le 8 poppate giornaliere del piccolo........
E da qui inizia questo mio racconto che ha segnato profondamente la mia esistenza......
Il reparto del nido era locato infondo alla reparto pediatria, una grande vetrata con vetro affuscato come ingresso, dentro un corridoi divideva due zone,
sulla destra una vetrata immensa con le dolcissime creature nelle culle mentre nella sinistra le incubatrici con i prematuri,
sempre comunque dietro una vetrata.......
Quando entrai per la prima volta provai un emozione indescivibile, Cristian era propio vicino il vetro sul lato sinistro da solo,
notai infondo alla stanza un altra incubatrice con un bambino che aveva un aflebo,
non posso giurarlo perchè era lontano, ma sembrava l'ago infilato nella sua povera testina,
allora io pensai che lo tenevano lontano dal vetro per evitargli di fare da attrazione per tutti quelli che venivano in visita dei piccoli....
La prima serata di visita mi volò in fretta non avrei mai voluto allontanarmi da quel vetro,
ma giustamente ad una certa ora arrivò l'infermiera e pregò tutti di lasciare il reparto,
ma propio mentre ci stavamo allontanando per uscire la stessa mi prese per un braccio e mi portò a parte e dissi:
Tu che hai il figlio in incubatrice puoi rientrare, senza farti aspettare fuori tua moglie.Ti spiego come fare....
Esci con tutti gli altri e poi fuori dal reparto prendi le scale a destra, scendi fin al piano di sotto,
poi trovi un altra scala che ti fa risalire e ti porta fin davanti al nido e rientri, sono attenzioni che abbiamo per voi genitore che avete i figli in incubatrice,
siete già tanto in pensiero per i vostri figli facciamo il possibile per venirvi incontro,
se ci sono problemi in reparto troverai chiusa la porta, tu prova a passare da di sotto se anche quella è chiusa vuol dire ci son problemi gravi
a volte capitano urgenze e nemmeno Voi potete entrare....
Ed io così feci, usci con tutti gli altri ma rientrai da di sotto.....
La trovavo una cosa giusta, un privilegio per sopperire un pò al calvario di starmene davanti a quella vetrata
e guardarmi mio figlio dentro l'incubatrice e quel bimbo che tenevano sempre lontano con lo sguardo di tutte le altre persone, un pò di intimità per noi.....
Dopo diversi giorni arrivando come al solito in visita trovai la porta del reparto chiusa con tanta gente fuori che aspettava e allora io provai da di sotto,
trovai la porta aperta ed entrai, sulla porta del nido c'era un biglietto che diceva,
"chiuso per manutenzione rivogersi al personale di servizio", bussai alla porta delle infermiere ed una di loro mi disse di seguirla che mi avrebbe accompagnato da Cristian,
mentre mi faceva strada scherzando mi disse:
- Lo sai perchè hai fatto un figlio piccolo?
- No ...... !!!! Sentiamo l'esperta ......
Capendo che era intenzionata nel prendersi gioco di me...
- L'hai fatta troppo incima ..... Hahahahaha... !!!!
Ed allora io prendendo la palla al balzo e stando allo scherzo le dissi
- Ma se le misure son quelle che ci posso fare io ???
E lei ribattendo alla mia affermazione
- Ahahahahahah...!!! me la sono propio cercata......
Mi stava portando in stanze dentro il reparto allora io le chiesi
- Ma dove lo avete nascosto mio figlio?
-Per oggi li abbiamo spostati, stiamo imbiancando il reparto , ma domani tutto ritorna alla normalità non ti preoccupare.
Poi passando davanti una stanza con una vetrata vidi un lettino con un bimbo, con un aflebo attaccato e allora capii che era quello dell'incubatrice, chiesi
-Ma come mai non vedo mai nessuno in visita a quel bimbo, porello come mai tutti quegli aflebi?
E Lei
-lo hanno lasciato qui......
Io perplesso
- Mi stai prendendo per il culo un altra volta.... Hahahahhaahah .... !!!
Allora lei rallentò il suo passo e ci fermammo propio davanti al vetro
- No ...... Non stò scherzando...... Il suo destino è segnato, una grave problema genetico, pensa che avevano detto che non avrebbe vissuto più di un mese,
pesava un pò meno del tuo Cristian è stato cinque mesi in incubatrice ed ora ha raggiunto un peso che gli permette di vivere anche al di fuori dell'incubatrice.....
E appoggiando la mano nel vetro della stanza disse ancora...
- Strana la vita..... vero?
Allora io preso da un desiderio inrefrenabile le dissi
- Senti scusa debbo riuscire un attimo dall'ospedale debbo fare una cosa importante me ne sono scordato e mi è venuto in mente solo ora.....
Lei perplessa perchè sapeva benissimo della voglia che avevo di stare vicino il mio Cristian
-Ma come non vuoi vedere Cristian?
-Torno subito ci metto un attimo
Mentre le dicevo questo gia mi ero incamminato verso l'uscita del reparto.
- Non ti preoccupare torno subito .
Ed io appena fuori dell'ospedale inizia a correre verso il centro della città, era la sera tardi diciamo le 21 circa,
io dovevo correre perchè volevo andare in un negozio " REAL CICOGNA" si chiamava, ed avevo paura di trovare chiuso,
arrivai giusto in tempo perchè uno dei titolari stava per chiudere....
- La prego mi scusi non chiuda ho bisogno di un favore, mi faccia la cortesia...
E lui, un ragazzone gay sposato in Olanda con il suo socio del negozio
-Ma certo dimmi bel giovanotto.
-Mi scusi io vorrei una di quelle giostre che si attaccano ai lettini dei neonati con il carillon...
E lui si rese disponibilissimo mi fece vedere alcuni modelli ed io scelsi quella che mi piaceva di più.
Mentre mi accingevo a pagare notai attaccato ad una appendice della vetrina un angioletto bianco e azzurro,
era a molla, premendo sulle alette apriva le braccia che stavano in posizione di preghiera..
-vorrei anche quell'angioletto lì
E lui un pò perplessomi disse
-Te lo regalo, quello è rimasto lì da Natale faceva parte degli addobbi, lo abbiamo tenuto lì perchè non abbiamo capito come sia stato possibile non esserci accorti nel disfare,
lo abbiamo considerato un porta fortuna, ma visto che tu lo hai chiesto te lo regalo volentieri....
E così me ne tornai in ospedale dall'infermiera e gli spiegai dove ero stato.
-Vorrei metterli nel lettino del piccolo - Le dissi
- Lo sai che non si può, il regolamento non lo permette, rischiamo che tutti i genitori poi vogliano fare la stessa cosa.....
-Si certo i genitori degli altri, anche io a casa l'ho preparata, ma lui è gia a casa vive qui, non è mica di passaggio per qualche giorno.
-Si è vero messa così mi piace, montala pure con la capo sala e il primario ci penso io...
La sera dopo rientrando al nido, nel lato di mio figlio era solo, era il solo in incubatrice, ma nel lato dei lettini........
Quella sera cera un lettino speciale, uno sicuramente più bello degli altri, ed il "propietario" ne sembrava sicuramente soddisfatto.
Io dal lato sinistro della sala appoggiato alla vetrata a guardarmi Cristian e dall'altra tanta gente che si deliziavano della visione dei nuovi arrivati,
notai una signora alta e robusta che iniziava un commento alla quale miero già preparato.
-Ma perchè quel bimbo ha la giostra nel lettino, anche io la voglio mettere a mio nipotino.
Ed iniziò a bussare nel vetro per avere l'attenzione di qualche infermiera.
- Scusate ma anche io voglio mettere la giostra a mio nipote.....
Continuava ad insistere nel bussare e cercava consensi tra gli altri che aveva attorno al lei, risultando debbo dire ai più antipatica,
continuava nel suo reclamare, alla fine io non ho resistito....Io ero di spalle a loro
-Signora mi scusi ma quel bambino abita qui ed il suo destino è segnato..... stà morendo
A quel punto fu il gelo nella stanza, nessuno ebbe il coraggio di voltarsi per guardarmi in viso, nessuno ebbe il coraggio di aggiungere nessun commento.
Il gelo del momento fu interrotto da un pianto di un bimbo, guarda caso era propio Lui, il suo pianto, entrò la capo sala dicendo...
-Non ti preoccupare non te la tocca nessuno la tua giostra e nemmeno il tuo bel angioletto portafortuna.
Lo prese inbraccio per portarlo in un altra stanza, ma mentre stava per entrarvi si voltò verso di me, accennò un sorriso e mi strizzò l'occhio.
Al momento di uscire per la chiusura io feci il solito giro per rientrare da di sotto,
mentre rientravo un infermiera riposava il piccolo nel lettino e Lui scoppiò di nuovo in un pianto incontrollato, l'infermiera
-Non posso stare con te ho da fare, vorrei ma non posso.
Poi rivolgendisi a me disse
-Senti papà di Cristian vieni qui vicino la vetrata, la apro (il vetro scorreva verso destra) allungha la mano per favore.
Avvicinò la culla il più possibile al vetro ed io allungai la mano e Lui...... si impossessò del mio dito indice della mano sinistra finchè non si addormentò.
Così passaro tante delle mie serate in visita a mio figlio, un dito di qua e lo sguardo verso il mio Cristian.....
Finalmente arrivò il giorno di portare a casa Cristian, il fatto che fosse nato prematuro ci avrebbe costretto a tornare ogni 15 giorni per una visita,
la cosa non mi dispiaceva almeno tornavo a far visita al PICCOLO.
Passarono diverse visite di controllo, ricordo che quel giorno era caldo, una mattina afosa, in fila per pagare la visita, io dissi a mia moglie
-Vado un attimo al bagno torno subito.
Corsi in reparto Pediatria, quel giorno non avevo avuto tempo, non potevo andarmene senza averlo visto,
la porta del reparto era chiusa allora corsi di sotto, avevo un po di timore di trovare la porta chiusa, ma la porta
era aperta, allora corsi su......
Aprendo la porta della vetrata notai subito la culla, la giostra era inconfondibile, cominciai a percorrere il corridoio Lui era infondo,
con la coda dell'occhio vidi le infermiere ma non mi voltai per guardarle avevo paura che
magari mi dicessero di uscire , ormai ero lì, mentre mi avvicinavo notai che il vetro era aperto, contentissimo del fatto lo potevo anche toccare.
Arrivai lì davanti il suo lettino..... La sua giostra e l'angioletto agganciato alla sponda dove lo avevo messo io.......
Le lenzuola ricamate e sul cuscino......... Un mazzo di fiori bianchi...
Allora mi voltai verso le infermiere, ora realizzavo perchè fossero tutte lì, la capo sala accennò un sorriso tirato ed io alzai la mano in gesto di saluto.
Non ero triste allora, lo sono ora nel ricordarlo, doveva vivere un mese,
non gli hanno dato la possibilità di farsi amare dai veri genitori, ma ancora oggi mi chiedso come sia possibile un gesto del genere,
avessi potuto lo avrei portato io a casa, in compenso ha avuto come mamma le infermiere dell'ospedale e mi piace pensare di essere stato io,
in parte, suo padre.......
Il mio rimpianto è quello di non aver mai chiesto come si chiamasse, una mia carissima amica mi ha detto, lo chiamiamo
...... Angelo.....
Con quel poco di vita vissuta mi ha insegnato tantissimo.....
Quanto preziosa sia la vita, Angelo sicuramnete l'ha vissuta intensamente fino alla fine e non smetterò mai di dirgli ......
Grazie ANGELO....