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 Il Natale.

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MessaggioTitolo: Il Natale.   Il Natale. 16gd9bkDom Dic 19, 2010 6:53 pm



IL NATALE (A. Manzoni)

Sottopongo alla lettura, se non il più bello, il secondo "Inno", in quanto a bellezza, pregandovi di esprimervi circa la bontà dello stesso.
Vi sembra, quest' "Inno" carico di retorica, come scrive il Momigliano, privo di sentimento ?
Il Momigliano, giustifica la sua tesi adducendo quale prova: " . . . poichè il Manzoni, allorchè si accinse a scrivere i cinque "Inni Sacri", si era
da poco convertito alla religione cattolica, c'era in lui l'ardore di chi è nuovo ad un sentimento . . . .":

Qual masso che dal vertice
Di lunga erta montana,
Abbandonato all’impeto
Di rumorosa frana,
Per lo scheggiato calle
Precipitando a valle,
Batte sul fondo e sta;

Là dove cadde, immobile
Giace in sua lenta mole;
Né, per mutar di secoli,
Fia che riveda il sole
Della sua cima antica,
Se una virtude amica
In alto nol trarrà:


Tal si giaceva il misero
Figliol del fallo primo,
Dal dì che un’ineffabile
Ira promessa all’imo
D’ogni malor gravollo,
Donde il superbo collo
Più non potea levar.

Qual mai tra i nati all’odio,
Quale era mai persona,
Che al Santo inaccessibile
Potesse dir: perdona?
Far novo patto eterno?
Al vincitore inferno
La preda sua strappar?

Ecco ci è nato un Pargolo,
Ci fu largito un Figlio:
Le avverse forze tremano
Al mover del suo ciglio:
All’uom la mano Ei porge,
Che si ravviva, e sorge
Oltre l’antico onor.

Dalle magioni eteree
Sgorga una fonte, e scende,
E nel borron de’ triboli
Vivida si distende:
Stillano mèle i tronchi
Dove copriano i bronchi,
Ivi germoglia il fior.

O Figlio, o Tu cui genera
L’Eterno, eterno seco;
Qual ti può dir de’ secoli:
Tu cominciasti meco?
Tu sei: del vasto empireo
Non ti comprende il giro:
La tua parola il fe’.


E Tu degnasti assumere
Questa creata argilla?
Qual merto suo, qual grazia
A tanto onor sortilla?
Se in suo consiglio ascoso
Vince il perdon, pietoso
Immensamente Egli è.

Oggi Egli è nato: ad Efrata,
Vaticinato ostello,
Ascese un’alma Vergine,
La gloria d’Israello,
Grave di tal portato:
Da cui promise è nato,
Donde era atteso uscì.

La mira Madre in poveri
Panni il Figliol compose,
E nell’umil presepio
Soavemente il pose;
E l’adorò: beata!
Innanzi al Dio prostrata,
Che il puro sen le aprì.

L’Angel del cielo, agli uomini
Nunzio di tanta sorte,
Non de’ potenti volgesi
Alle vegliate porte;
Ma tra i pastor devoti,
Al duro mondo ignoti,
Subito in luce appar.

E intorno a Lui, per l’ampia
Notte calati a stuolo,
Mille celesti strinsero
Il fiammeggiante volo;
E accesi in dolce zelo,
Come si canta in cielo,
A Dio gloria cantar.


L’allegro inno seguirono,
Tornando al firmamento:
Tra le varcate nuvole
Allontanossi, e lento
Il suon sacrato ascese,
Fin che più nulla intese
La compagnia fedel.

Senza indugiar, cercarono
L’albergo poveretto
Que’ fortunati, e videro,
Siccome a lor fu detto,
Videro in panni avvolto,
In un presepe accolto,
Vagire il Re del Ciel.

Dormi, o Fanciul; non piangere;
Dormi, o Fanciul celeste:
Sovra il tuo capo stridere
Non osin le tempeste,
Use sull’empia terra,
Come cavalli in guerra,
Correr davanti a Te. 105

Dormi, o Celeste: i popoli
Chi nato sia non sanno;
Ma il dì verrà che nobile
Retaggio tuo saranno;
Che in quell’umil riposo,
Che nella polve ascoso,
Conosceranno il Re.

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MessaggioTitolo: Re: Il Natale.   Il Natale. 16gd9bkLun Dic 20, 2010 4:04 pm

Il mio amore per Manzoni è recente. L'ho detestato per tutta la vita, specialmente a scuola. Solo pochi mesi fa ho ripreso in mano per l'ennesima volta "I promessi sposi"... e stavolta non solo l'ho letto tutto, ma ne sono rimasta incantata.
Grazie di questa bellissima citazione, conte!!!
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MessaggioTitolo: Re: Il Natale.   Il Natale. 16gd9bkLun Dic 20, 2010 6:59 pm

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MessaggioTitolo: Re: Il Natale.   Il Natale. 16gd9bk

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