Nonostante tutto…
Nonostante noi stessi, eccoci qui alla fine di quest’anno.
Anche se viviamo in un mondo di contraddizioni pazzesche, anche se vestiamo firmato e i nostri capelli brillano al sole come spade lucenti, siamo continuamente separati dall’infinito grazie al costante e paziente lavoro del nostro cuore che batte.
Anche se “l’amore ti da la mano, si scusa e ti lascia seduto in un bar”* ; anche se a volte le donne preferiscono la tua scrittura alla persona; nonostante tu ti dia sempre l’ennesima possibilità per una vita migliore; nonostante ti senta libero anche se le tue orecchie sono ovattate per non sentire il suono delle catene sul pavimento della tua cella; nonostante tutto: siamo qui.
Anche se vorresti scrivere il libro della tua vita sui muri del mondo, ti ritrovi qui a perdere tempo con questa e-mail; anche se ci profetizzano nuovi attentati per costringerci a comprare la nuova maschera anti-gas made in usa; anche se il mio stomaco brucia per la rabbia e do la colpa al peperoncino; anche se le donne dei calendari non miglioreranno il mio umore perché non sento l’odore del caffè dopo una notte d’amore; anche se ancora una volta cambio casa e faccio le valigie senza portare a casa nuovi regali; anche se compro mille cd ma la musica dentro di me è sempre la stessa; anche se sorriderai vedendo le stesse persone con cui non parli da anni ma vorresti fuggire su un ghiacciaio in Islanda perché sai che lì troveresti più calore; anche se a volte l’amore è come un bambino che suona il citofono e poi fugge via; anche se apri la finestra a Dicembre pensando che le zanzare siano morte per il freddo ma il giorno dopo ti trovi con mezzo litro di sangue in meno; anche se non hai trovato ancora l’editore della tua anima che pubblichi il tuo dolore; anche se ti senti solo mentre gli altri ti elencano i loro impegni ma tu sei altrove con la mente; anche se i tuoi progetti si sono rivelati una burla e non sai più da dove ricominciare; anche se Bin Laden forse è morto ma continui ad avere paura di lui (perché non tremi quando vedi tutte le sere in tivvù la faccia di Bush mentre passeggia con i suoi cani nel parco?); anche se non siamo capaci di cambiare o migliorare la nostra vita ma protestiamo come i “no global” affinchè non ce la cambino gli altri; nonostante tutto, amici miei, siamo qui.
Ci sono giorni in cui cammini ma non credi nei tuoi passi perché hanno il sapore della menzogna che ti fa sorridere nonostante tutto… Ci sono quartieri di noia infinita nel mio cuore e all’orizzonte nebbie fitte. Il faro è crollato alcune tempeste fa e non vedo porti sicuri. Questa volta non si tratta della depressione che si legge sui giornali, ma di “pesantezza”. A volte la vita sembra una montagna troppo difficile da scalare e ogni metro ti riporta indietro di un chilometro. E allora tanto vale stare fermi.
Anche se vai in Chiesa ma non riesci più a capire cosa può darti il volto di un uomo crocifisso che ti sfida a crederci ancora; anche se ti riscaldi al fuoco della storia perché è più rassicurante ciò che è accaduto e non quello che deve ancora avvenire; anche se ti arrabbi perché gli altri vedono i tuoi passi su sabbie mobili mentre tu invece pensi di passeggiare per le strade di Firenze; anche se ti dicono che non esistono più armi nucleari ma qualcosa dentro di te ti urla che è meglio se continui a scavare il tuo rifugio anti-atomico; anche se il panettone fa schifo ma il “dio catodico” ci profetizza che se non lo mangiamo passeremo un Natale di merda; anche se pensi di essere “chic” andando alla messa di mezzanotte in un convento dove pensi di esserci solo tu, ma poi ci ritrovi mezza città che ha fatto un “pensiero chic” mentre nasceva il figlio di un falegname; anche se quest’anno metterai l’ennesima crocetta sul tuo fegato perché qualcuno in famiglia ha comprato l’Enciclopedia della Cucina natalizia e vuole provarla tutta in un solo Natale; anche se andrai a sciare in un posto alla moda nonostante i tuoi polmoni siamo pieni di catarro e di fumo pensando che l’aria di montagna ti faccia bene; anche se vorresti trascorrere la santa notte in un tronco d’albero con una famiglia di gnomi che non sanno dell’esistenza della televisione; anche se il dubbio non ti fa più visita perché è stanco di trovare la porta chiusa su una stanza di certezze razionali che nei sogni di prima mattina vengono smembrate dall’Io inconscio; anche se mi imbottisco di aspirine e Gore Vidal, la vita non fa meno male; anche se tra la fuga e la rassegnazione esiste la lotta, ma tu resti a guardare gli aerei che volano; anche se vorresti essere cullato dalla vita ma mentre lei ti passa dolcemente il borotalco sul culetto, una sveglia regolata male ti sbatte giù dal letto delle illusioni e ti presenta il mondo… Il tuo mondo.
Nonostante tutto, cari amici, siamo qui.
Ma chi l’ha detto che chi nasce in una mangiatoia debba morire in un castello. La coerenza della vita è spietata come un dardo che ti trafigge la gola mentre ingoi il primo boccone di una lasagna.
Nonostante il mio silenzio, un amico ha deciso di incollare un mio scritto contro la guerra sul monumento ai caduti del proprio paese, sperando di fare incazzare le destre.
E allora, in questa notte di freddo e silenzio, Santa Madonna dell’Islam (anche se non esisti) fai nascere anche tu il tuo Messia, tanto per calmare quei pazzi del Pentagono.
Anche se in Occidente qualcuno morirà perché inciamperà sull’uva passa di un panettone gettato ai cani; anche se il 2003 non sarà diverso dal 1003; anche se continuo a disegnare sorrisi su pupazzi di neve ai Caraibi; anche se la mia pazzia è più lucida di qualsiasi altra ragione benpensante di questo mondo senza radici; anche se stai male dentro per una serie di motivi e per nessun motivo in particolare; anche se ci sono momenti in cui non trovi conforto in nulla e ogni soluzione ti sembra più fastidiosa del problema; anche se la tua vita ha perso la stereofonia e puoi ascoltare solo una vecchia canzone in “mono”; anche se non sai di che morire perché a mala pena sai riconoscere di che vivere; anche se nessuno mi porterà sulla scogliera a Natale per vedere il mare agitato, perché basterà guardarmi negli occhi; anche se la tua vita ti sembra un gigantesco divieto di accesso posto all’inizio delle tue giornate; anche se mentre paghi una multa sull’esistenza te ne fanno già un’altra; anche se la soluzione è facile ma tu ti ostini a cercarla fuori di te; anche se i bilanci di fine anno fanno più male delle letterine che lasciavi sotto il tovagliolo di speranzosi genitori in cui promettevi di essere più buono; anche se non è giusto dire troppi “anche se” quando invece sarebbe il caso di scrivere qualche “però”…
Però c’è il sole, la speranza di una nuova scelta; però c’è la salute, la gente che incontri ogni giorno e che non soffre più o meno di te; però c’è l’infinita serenità di Dio che potremmo catturare nel silenzio e nella preghiera. Però non è tutto nero come in un nero di seppia che ti sporca le mani mentre prepari da mangiare. Però c’è il vino e questa scrittura che ci tiene compagnia con il suo inchiostro bizzarro. Se pensiamo alla Parola e alla Scrittura nella vita dell’Uomo: quando prima si esprimeva a gesti lanciando segnali verso simili con l’istintiva speranza di essere compreso.
Tra mille “anche se” e qualche “però”, vi mando dal castello della mia follia un disperato ma ludico Buon Natale.
Nonostante tutto.
Michele Nigro - Napoli 16-12-2002
* da “La vita è un’altra” di Edoardo De Crescenzo.