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| Titolo: LA SAGRA DEL CARCIOFO ROMANESCO Dom Ott 11, 2009 1:01 am | |
| Sagra del carciofo romanesco
Ladispoli, Roma dal 13 aprile al 15 aprile 2007 Dal 13 al 15 aprile 2007 torna a Ladispoli la Sagra del Carciofo Romanesco, giunta alla 57^ edizione, organizzata nel periodo primaverile per rendere omaggio ad un ortaggio, famoso per la sua prelibatezza, simbolo di queste terre, protagonista della cucina romana e non solo e dotato di innumerevoli proprietà terapeutiche. Ma cos'è che rende inimitabile questo prodotto? Sicuramente la morfologia del territorio ha una grande importanza. Inoltre, grazie alla presenza dei due torrenti Sanguinara e Vaccina ed alla loro funzione di nastro trasportatore il terreno di questa zona risulta così ricchissimo di minerali nobili che conferiscono al carciofo colori e sapore inimitabili. Ma vediamo da dove nasce la sagra. Correva l’anno 1950. Nella sala del caminetto della trattoria “Tripolina” un gruppo di amici e fondatori della neo costituita Pro Loco stava discutendo. Bisognava trovare una soluzione per rilanciare Ladispoli e prolungare la stagione balneare che si era ormai ridotta a pochi mesi l’anno. Perché non sfruttare allora il carciofo, quel succulento prodotto della terra, di cui Ladispoli era piena di coltivazioni? Così nacque la prima Sagra del carciofo romanesco. Allora le difficoltà da superare, come ricorda Corrado Melone in “Storie & Storie”, furono molte, ma il due aprile di quell’anno ci fu la prima edizione della Sagra e fu un vero successo. La partecipazione degli espositori andò al di là di ogni aspettativa. Per non parlare della gente, che come nei bei tempi passati, riempì le strade di Ladispoli. Le trattorie non riuscivano più a servire i clienti e qualcuno cucinò tanti carciofi da arrivare ad averne la nausea. Della prima Sagra del carciofo se ne parlò a lungo, se ne occupò la stampa cominciando ad accentrare l’attenzione su quella piccola cittadina a pochi passi da Roma. Una Sagra importante non solo dal punto di vista turistico ma anche commerciale. Basti pensare che la popolarità di questa manifestazione aprì ai contadini ladispolani le porte dei mercati del nord come Firenze, Padova, Bologna e Verona. Non dimentichiamo, infatti, che già molto prima della seconda guerra mondiale nei dintorni di Ladispoli si coltivavano i carciofi. Allora erano solo due le qualità: una chiamata Castellammare che era molto precoce e l’altra denominata Campagnano che maturava più in ritardo ma si presentava meglio perché i carciofi erano più chiusi e più coloriti. Nel dopoguerra molti contadini cominciarono a coltivare carciofi perché questa coltura era molto conveniente e con una spesa di manutenzione molto contenuta poiché veniva lavorata solo una volta in autunno inoltrato. Da quel due aprile del ’50 si susseguirono molte Sagre e furono tutte un successo. Inoltre a questo appuntamento furono affiancate altre manifestazioni. Prima fu la volta di una mostra zootecnica, che però durò solo due anni, poi di una mostra mercato della meccanizzazione agricola ed industriale. Quest’ultima si incrementò di anno in anno tanto da costringere gli organizzatori a scindere le due manifestazioni. La Sagra del carciofo romanesco, intanto, con il passare del tempo era diventata, come lo è ancora, il biglietto da visita della cittadina non solo in Italia ma anche all’estero. La manifestazione ebbe anche un’importante funzione economica: erano molte le famiglie romane, che avendo una casa ne anticipavano l’apertura mentre altre venivano in quell’occasione ad affittare un appartamento o una camera per l’estate lasciando una caparra. Da quella sera nella trattoria Tripolina è passato più di mezzo secolo e sicuramente Bartoli, Nardocci, De Michelis e gli altri non avevano certo immaginato di aver ideato una manifestazione così importante. Da allora è passato tanto tempo e la Sagra è diventata un appuntamento fisso nel cartellone delle manifestazioni di Ladispoli. E’ diventata, inoltre, una vetrina per molti artisti. Durante la Sagra, negli anni passati, sono sfilati anche i carri allegorici creati dai più grandi maestri della cartapesta. Oggi la Sagra del carciofo è diventata un appuntamento fisso con le tradizioni ed il foklore a cui non si può assolutamente mancare ed anche un’occasione per assaggiare in mille modi questo gustoso prodotto della terra. Giunta alla sua 57^ edizione, ogni anno richiama centinaia di migliaia di visitatori, è una kermesse ormai consolidata nell'ambito del calendario delle manifestazioni ladispolensi, nelle ultime edizioni sono state introdotte novità significative che hanno avuto un ottimo riscontro di critica e pubblico.
Origini e nascita
Ladispoli (città di Ladislao): il nome deriva da colui che è ritenuto il suo fondatore, il principe Ladislao della nobile famiglia degli Odescalchi, originaria di Como, trasferitasi a Roma per l'elevazione al soglio pontificio di Benedetto Odescalchi (Papa Innocenzo XI). La storia della famiglia s'intreccia con quella locale quando il 21 marzo del 1693 don Livio I acquistò la signoria di Palo, antico feudo degli Orsini. Tale zona corrisponde alla'antica Alsium, in epoca etrusca porto della città di Caere (l'odierna Cerveteri) che divenne poi colonia romana. E' ricordata nelle fonti letterarie come luogo di villeggiatura della nobiltà del tempo della repubblica ma soprattutto in epoca imperiale, come testimoniano i resti della Villa di Pompeo in zona San Nicola, i resti della villa romana nei giardini della Posta vecchia e i reperti trovati all'interno del borgo di palo. Il porto d'Alsium, citato per la prima volta da Cicerone, fu distrutto dall'assedio del generale Totila e ne rimangono pochissimi resti sotto i bastioni del castello di Palo: una vasca rettangolare, probabile peschiera. Il castello risale al 1500, sorto su un sito fortificato d'età medievale, sembra derivare il suo nome (Palus) dalla presenza di paludi molto estese nella zona circostante. Qui hanno soggiornato Francesco Orsini, Papa Alessandro VI (Borgia), Felice Orsini della rovere ed i papi Paolo III e Sisto V, i cardinali Flavio e Virgilio Orsini. Dopo l'acquisto da parte d'Odescalchi, attuali proprietari, il maniero fu venduto al Duca Grillo di Genova ed al marchese Carlo Loffredo di Treviso, ma nel 1870 tornò in mano agli Odescalchi. Da questa sede assicurarono poi gli interessi delle proprietà delle loro campagne, cedute a mercanti affittuari, i quali reclutavano per il lavoro dei campi butteri, bifolchi e guitti che assoldati da sensali nelle marche, Abruzzo e Ciociaria e nei villaggi della Maremma come braccianti agricoli stagionali, erano divisi in "compagnie", secondo la regione di provenienza e alimentati con polenta al peperoncino. La signoria di Palo con atto 18 giugno 1881 fu attribuita a Don Livio III, il quale per atto di donazione del 23 gennaio 1884 la concesse al secondogenito Ladislao. Il principe scelse come luogo di residenza il castello di palo attorno alle cui mura si erano venute ad appoggiare, come a cercare protezione delle casette di rifugio di pescatori ed un borgo d'artigiani, contadini e pastori. Era il 1888 quando il Principe decise di sbarazzarsi degli abitanti di Palo e dei villeggianti che in estate arrivavano con il treno fin sotto il Castello. A tale scopo istituì un consorzio insieme all'ing. Vittorio Cantoni, lottizzò la striscia di terra tra i due torrenti Vaccina e Sanguinara…..nasceva Ladispoli. | |
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Gugol Moderatore
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la bontà e l'educazione in persona Data d'iscrizione : 04.11.07
| Titolo: Re: LA SAGRA DEL CARCIOFO ROMANESCO Dom Ott 11, 2009 3:11 pm | |
| non sapevo ci fosse pure il romanesco! | |
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Admin meryan Amministratrice
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| Titolo: Re: LA SAGRA DEL CARCIOFO ROMANESCO | |
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