Admin meryan Amministratrice
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| Titolo: «No alla modella troppo magra» Mar Ott 20, 2009 4:57 pm | |
| «No alla modella troppo magra» La scelta choc dello stilista Capasa Il creatore salentino, aperto sostenitore della battaglia contro l’anoressia, ferma la nipote di Hemingway LECCE - L’ha vista nel backstage della sfilata. Sta­va provandosi i vestiti, con sarte e assistenti intorno. «A un certo punto si è tolta la giac­ca e non potevo crederci: sembrava uno scheletro. Troppo». Ennio Capasa, stilista e fondatore di Co­stume National, fa parlare di sé a Parigi, do­ve è in corso la settimana della moda, e non solo per la sua nuova collezione. Ieri, a po­che ore dall’inizio, ha mandato a casa Dree Hemingway, pronipote dello scrittore, mo­della in ascesa (è uno dei volti della campa­gna Gucci), capelli biondi sulle spalle e po­chi chili addosso. «Bella, ma ai limiti del­l’anoressia - dice Capasa - ed io non me la sento di avallare questo tipo di estetica». Chapeau allo stilista salentino e a quelli co­me lui (pochi, per la verità) che mandano in passerella donne e non grucce. Dopo finti tentativi in cui qualche griffe in cerca di visibilità ha fatto sfilare modelle taglia quarantaquattro, il modello dominan­te è ancora quello sotto i cinquanta chili: ra­gazze che entrerebbero tutte intere nella so­la manica di un vestito.
| Dree Hemingway | Un po’ di tempo fa, perfino qualche ministro europeo tentò di far abolire la taglia 38; qualcun altro ideò campagne pubblicitarie sul valore morale di cellulite e chili di troppo (figuriamoci!). Ma furono giusto delle trovate, strane proposte che non hanno avuto mai seguito. Spietata­mente selettiva qual è, la moda continua a preferire donne supersottilissime. Capasa, che al Carrousel du Louvre, in questi giorni, ha fatto sfilare ragazze magre sì, ma non dei fili d’erba, col suo gesto spiazza. «Dei miei colleghi non parlo - dice al telefono da Pari­gi - non m’interessa le modelle che scelgo­no e il tipo di donna che propongono. Esi­ste un’estetica della moda che predilige fisi­ci sottili, ed è un’estetica che alla moda ser­ve, perché su un fisico sottile ogni tipo di abito cade alla perfezione. Ma quando que­sta magrezza rasenta la patologia, quando tutto diventa eccessivo, io non ci sto più. Non mi va di proporre un modello che, pur dominante, ritengo sia sbagliato». Se così non la pensasse del resto, non potrebbe nemmeno dire che «la mia musa è la strada, dove ci sono tutte le donne del mondo»; e cioè donne magre e donne che non lo sono per niente (in giro si vedono più seconde che prime); donne che possono permettersi tutto e donne invece normali, che si siedo­no a tavola, vestono la quarantasei e spesso sono in lotta con la bilancia. Ma magre quanto? Questo è il punto. Quanti chili, per stare bene in un abito visto in passerella, e nello stesso tempo non sem­brare un grissino? «Magre senza stravolgere le proprie caratteristiche fisiche - dice Capa­sa - Mia moglie, quando faceva la modella, mangiava il triplo di me ed era magrissima. Molte donne sono sottili per metabolismo, altre cercano di diventarlo con privazioni ec­cessive: è lì che non va più bene». Ma i messaggi, in giro, continuano ad es­sere di tutt’altro tenore. Carla Sozzani, ma­grissimo direttore di Vogue Italia e gran si­gnora della moda italiana, in un’intervista ha confessato di non aver mai mangiato un tiramisù in vita sua. Recentemente ha detto che il suo cane è grasso, e che presto lo sot­toporrà a liposuzione. | |
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