Dal "Libro" del nostro branco:
(di Alessandra)
Venerdì, al rientro a scuola di mio figlio mi sento telefonare. Fede piangeva ed era in pieno panico. Mollo il lavoro e mi precipito a casa. Come posso descrivere l’insieme di panico, angoscia, disperazione che abbiamo provato in quei momenti?
Forrest questa volta l’aveva combinata davvero grossa, per la prima volta aveva forzato le sbarre dalla parte del giardino, forzando prima quelle che davano nel box di Lice per passare alle altre, ma probabilmente non le aveva aperte a sufficienza. Era riuscito a passare dall’altra parte fino al bacino, ma quest’ultimo non era riuscito a passare ed era rimasto imprigionato finendo nella parte non allargata delle due sbarre, che era strettissima. Probabilmente era rimasto appeso a mezz’aria così per diverse ore, rimanendo a ciondoloni senza appoggio con la testa in giù. Quando sono arrivata era in iperventilazione, la lingua ormai era bianco-grigistra ed era una maschera di bava. Le zampe davanti non erano più tese a cercare un appoggio ma erano ripiegate indietro, orami esausto non si muoveva più. In preda al panico ho provato da dietro a chiudergli le anche per farlo passare ma non c’era verso, il corpo in avanti era troppo pesante per poter tentare qualsiasi manovra dietro nel bacino. Dal davanti prendendolo su cercavo di tirarlo, chiudendogli le anche ma anche così non passava. Nonostante la sua paura, il suo dolore non ha mai provato a mordere una sola volta.
Improvvisamente l’ho lasciato con un appoggio di una sedia e ho iniziato a correre in strada in cerca d’aiuto. Fortunatamente i vicini di casa c’erano e si sono precipitati non capendo cosa gli stessi gridando. Ero veramente fuori di testa.
In due uomini non riuscivano ad aprire di più le sbarre, ed io che piangevo e gridavo, Forrest che era sempre più abbandonato. Momenti interminabili, la paura di non farcela…
Con una leva abbiamo divelto una sbarra e pian piano lo abbiamo steso a terra. Continuava ad ansimare, le pupille dilatate al massimo, i baffi improvvisamente aperti e drizzati. Ho pensato che il cuore gli cedesse. Lo abbiamo calmato con dei massaggi e delle carezze, con parole calme…
Mio figlio in tutto questo è stato fantastico, nonostante il suo panico non si è mai perso d’animo, correva da una parte all’altra del box per aiutarci, lo sosteneva e una volta a terra se l’è stretto forte riempiendolo di carezze. Intanto mio marito, anche lui mollato il lavoro, si precipita a casa, in moto in mezzo ad un acquazzone incredibile e tra la pioggia e i lacrimoni andava quasi alla cieca.
Dopo mezz’ora ha iniziato a respirare leggermente meno e solo dopo abbiamo capito la gravità di quello che era successo. Forrest non camminava più, non si tirava più su.
Disperazione su altra disperazione.
Se la colonna vertebrale era rotta purtroppo non c’era nulla da fare…
A volte ti ritrovi a pensare a quando i tuoi compagni a 4 zampe non saranno più con te, forse lo fai per scaramanzia e non per altro, poi quando ti trovi in una realtà in cui forse devi salutare per l’ultima volta uno del tuo branco, non vorresti essere lì, ti ripeti che non è a te che stà capitando. Non è possibile. Non può essere.
E allora ti passa per la mente tutto quello che hai fatto con lui, tutte le gioie che ti ha dato e inizia a urlare. Urlare perché non deve essere così, perché sei disperata, perché lo ami e non vuoi che domani lui non ci sia più. Mai più….
Non so se capite quanto dolore si può provare….perché vi auguro di non provarlo mai.
Quando lo abbiamo messo sul lettino per le lastre non si muoveva, non è stato necessario anestetizzarlo. La colonna è risultata miracolosamente intatta, il bacino non si è rotto ma si è evidenziata una lussazione ad un’anca che prima era perfetta come l’altra. Probabilmente lo sforzo per uscire da quella posizione. Nella pancia, sempre dalla stessa parte dell’anca, ha una sacca con un versamento di sangue dove era a contatto con le sbarre, le interiora sono intatte anche se ha urinato sangue. I nervi hanno subito però una grave compressione. E’ da sabato che gli faccio punture antidolorifiche, ora aspettiamo che si riprenda, mi è stato detto che ci vorrà molto, molto tempo.
Forrest probabilmente ha perso per sempre la funzionalità di una zampa. Ma è vivo, è ancora con noi.
E’ probabile che non la userà più, non correrà sicuramente più, ma in tutto questo si è rivelato un cane fortissimo, sia di ossatura che di cuore. Davvero una roccia.
A distanza di 2 giorni riesce ad alzarsi, ad usare un po’ la zampa posteriore sinistra, ma quella destra la trascina, quasi morta.
Lo accompagnamo fuori, aiutandolo a camminare, lo sorreggiamo, mio marito lo porta in braccio ogni volta per le scale nonostante i suoi quasi 40 kg.
Non sarà più come prima, nemmeno il nostro amore sarà come prima, perché ora è molto, molto più forte.
La sua vecchiaia ora veramente sarà tutta pantofole, copertina e poltrona. Ma non sapete che fortuna abbiamo avuto…..ora lui poteva essere sul ponte dell’arcobaleno.