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 La classe politica calabrese deve dimagrire.

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MessaggioTitolo: La classe politica calabrese deve dimagrire.   La classe politica calabrese deve dimagrire. 16gd9bkGio Giu 17, 2010 4:58 pm

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Passato, per il momento, il pericolo della soppressione di alcune provincie, si torna ad essere spensierati come se non fosse successo nulla. Vi invito a leggere, invece, la proposta per far dimagrire la classe politica calabrese:

Al Sig. Presidente

della Giunta regionale

Catanzaro



Sig. Presidente,

lo dice anche una vecchia canzonetta calabrese: “ . . . . . . lu dittu anticu nunn’è sbagliatu; ‘u cane muzzica ‘a ru strazzatu”. Eccome se è vero, Sig, Presidente!

Sono quello stesso che qualche giorno prima delle elezioni regionali ha pubblicato su “Il Crotonese” una lettera aperta ai candidati a presidente. In quella lamentavo le carenze in cui si dimena la mia Regione: Manca di strade (veda la SS.106); manca di ferrovie degne del nome (veda la linea Jonica); manca di porti; manca di aeroporti (Lamezia non è collegata direttamente con nessuna altra nazione); manca il lavoro per cui i calabresi per poter vivere devono nuovamente emigrare.

Lei, non molto tempo fa lamentava, dalle pagine di un giornale, a proposito del possibile futuro aumento delle imposte regionali: <<Noi siamo al massimo della tassazione consentita e questo significa che dovremo mettere i tributi al massimo del massimo. Ma neanche questo basterà>>. Parole che lasciano l’amaro in bocca a chi le legge e, credo, anche a chi le ha pronunciate . Direi, lasciano quasi, esterrefatti.

Tutto per cercare di colmare il disavanzo creato, da voi politici, nella sanità calabrese.

“. . . . . lu dittu anticu nunn’è sbagliatu; ‘u cane muzzica ‘a ru strazzatu”.

E, dopo aver letto attentamente l’articolo , da uomo della strada, mi sono detto: << Ma allora è vero quello che ha scritto l’On. E. Letta: << . . . . . è che i fondi UE al Sud hanno sortito l’effetto opposto>>. La verità è una, a mio sommesso avviso: la situazione della Calabria in special modo, è resa ancora più drammatica dalla crisi mondiale in corso, non c’è dubbio; ma negare o irridere alla percezione di disagio dei calabresi, come sembrano tentati di fare alcuni tra i politici regionali, è non solo sbagliato e offensivo; per chi avverte la sensazione di impotenza, è delitto.

Eppure, nessuno di noi ha sentito il bisogno di far sentire la propria voce! Come un greve mantello del vento di scirocco, di casa nella nostra Regione, l’indifferenza soffoca i sentimenti e i risentimenti di molti calabresi, che pure vorrebbero far sentire la loro voce, e anestetizza ogni desiderio di indignarsi e di reagire. E’ inculcata nei nostri cervelli, ormai, non a caso, la persuasione che la politica sia incapace di rappresentare gli interessi comuni e di distribuire speranze.

Che fare a questo punto? Proporrei (?) di riconoscere i vostri errori (il fallimento di tutta la classe politica calabrese) e di assumervi le responsabilità che sono solo vostre. Perché far pagare ancora i calabresi? Aumentare il già aumentato peso fiscale è delinquenziale.

La sua onestà politica, però, mi sprona a rivolgerle un invito: << Poiché i guasti alla sanità, e non solo, sono stati provocati, come ho detto, dalla classe politica succedutasi sulle poltrone dell’Ente Regione, che con prebende pari, se non superiori a 16.000,00 (dico sedicimila) Euro (così sentito da una TV locale), che al vecchio conio sarebbero trentadue milioni di lire al mese, hanno provocato la catastrofe che stiamo lamentando, decurti l’indennità del 50% che sarebbe sempre tanto per i nostri Consiglieri regionali verso quali il popolo calabrese non nutre, certo, stima e rispetto . E del quale operato, loro, fanno in modo che il popolo non sappia mai nulla. Chi li vede? A quale lavoro gravoso si sottopongono, effettivamente, per meritare simili somme? Quante sedute consiliari si tengono in un anno?

Metta mano allo Statuto. Abbia il coraggio di farlo; la sua onestà politica, come ho detto sopra, glielo impone: Non sono troppi 50 Consiglieri per una regione disastrata come la Calabria? Mi potrà obiettare che la proposta anche se, per lei allettante, non verrebbe, certamente, approvata. Le suggerisco, allora: Sottoponga la proposta a referendum ed il popolo calabrese sarà con Lei.

I calabresi apprezzerebbero; eccome se apprezzerebbero !!!

Questo pensa e dice, neanche tanto sommessamente, il cittadino alla cui voce lei, Sig. Presidente, dovrebbe tendere l’orecchio più che a quella dei politici, ognuno dei quali parla solo per se stesso.

Il segnale che si aspetta il popolo è evidente: La classe politica calabrese deve dimagrire. Le spese devono essere necessariamente ridotte se la politica vuole riconquistare la fiducia.

Si ha l’impressione, certamente un poco (?!) vera, che i politici nostrani abbiano preso l’Ente regione per una comoda poltrona su cui campare, sonnecchiando, di rendita per il resto della legislatura.

L’arroccamento della politica continua alla faccia della Calabria e dei calabresi.

La mia non vuole e non è una proposta demagogica, ma neanche tanto insignificante! Ci pensi seriamente.

Mi creda, Sig. Presidente il popolo calabrese è diventato da parecchi anni, un popolo anemico. Un popolo senza sangue. Per vivere deve emigrare.

Se poi, Lei, vuole raggiungere veramente il “Top”, allora le propongo di lasciare le auto blu ai soli componenti della Giunta togliendole definitivamente ai consiglieri. Che risparmio sarebbe, Sig. Presidente!!!

Ed il popolo calabrese ringrazierebbe !!! Di vero cuore.

E’ dell’ultima ora la notizia che, con tutta probabilità, verranno soppresse le provincie di Crotone e di Vibo V.. Meglio così, mi creda. Tanto resterà in piedi la provincia di Bergamo che “non si tocca, si rischierebbe una guerra civile”. Bene così!

Ah, dimenticavo di aggiungere: “ Tutto quanto proposto, dovrebbe avvenire (?!), senza trucchi e senza inganni. Senza salire sui palchi delle Piazze calabresi per rivendicare i “sacrifici” a cui si sono sottoposti gli onorevoli (perché poi onorevoli?) calabresi e, soprattutto senza benefit sotto banco per ripagare dei “sacrifici” gli stessi onorevoli.

Non me ne voglia.

Con stima,



Da Cirò Marina
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