Ricordo
Verso sera mi fermo a fissare l'orizzonte.
Socchiudo un po' gli occhi e accarezzo
i contorni e i colori tra le ciglia,
mentre la striscia dei colli si spiana,
tremula, azzurra, davanti a me.
Non penso più. Sono contento e muto.
Tutto è sospeso come in un’attesa.
Anche la solitudine reclama il suo spazio.
Leggo la pulita miniatura della stanza;
la luce fioca, sul ritratto appeso al muro,
disegna riflessi nella sua discreta rarità.
Il mio cuore batte al ritmo di ogni passo,
davanti alla mia maschera sconosciuta.
Discende l’amore che mi sconvolse l’anima,
come il vento dal monte si getta sulle querce.
Mi ritrova l'alba come una lampada spenta.
Il tuo ricordo leggero come un fruscio,
stende il suo sospiro fra i tetti rossi
delle case e i freschi declivi verdi
incorniciati da finestre riaperte sull'estate.
Là leggera te ne vai dentro riccioli di vento,
col tuo bagaglio di gioventù, e ti perdi nella sera.