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 Roberto Benatti: Un solo capitolo...

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fabirob
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fabirob


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Roberto Benatti: Un solo capitolo... Empty
MessaggioTitolo: Roberto Benatti: Un solo capitolo...   Roberto Benatti: Un solo capitolo... 16gd9bkDom Ago 23, 2009 3:38 pm

Mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione, qualcosa che sto scrivendo... Non la solita poesia..ma qualcosa di diverso. Ho provato ad uscire dallo schema dei soliti servizi giornalistici cui sono settimanlmente imbrigliato, per guardare alla potenzialità delle piccole cose, alle sfumature, alle emozioni e a quei dettagli che l'indifferenza della routine ci fa morire dentro.


Il piccolo universo
....
Antoine de Saint-Exupéry:
«Il significato delle cose non sta nelle cose in sé, ma
nel nostro atteggiamento verso di esse».



Il mondo parallelo

Gabriele apre gli occhi all’improvviso, sul far dell’alba, e fissando il soffitto, nella penombra della sua stanza, vede scorrere come nei fotogrammi di un film, tutte le immagini appena spente che, per tutta la notte, non avevano mai smesso di rincorrersi, nel mondo parallelo che lo aveva ospitato. Come fosse appena tornato da un viaggio in un luogo misterioso, nascosto nella memoria e sfuggito alla logica della fretta e di ogni palinsesto, ripercorre ogni istante che ha potuto vivere e vedere, per non perdere l’incisività di ogni dettaglio, le sfumature di ogni scena. Nei corridoi e nelle sale di una nave in movimento, vede facce sconosciute e volti distratti, che disegnano risa squillanti, fin negli angoli delle loro bocche. Le grida dei bambini fanno compagnia ai suoni e ai rumori della partenza, nella luce soffusa e nel balenare ritmico del temporale. Gli occhi ridenti e fuggitivi di ciascuno, non si incrociano mai con i suoi, così gli sguardi scivolano via, come rivoli d’acqua sulle pietre levigate di un ruscello. Gli sembrava di essere passato per un angolo di paradiso dove gli angeli ancora non potevano vederlo, come se fossero stati in attesa di una prima volta, di un inizio forse da tempo sperato. Gli assolo delle pompe si inseguono e fanno eco a quello delle macchine, e intrecciandosi, compongono una sinfonia metallica di poche note secche e ripetute. Un dialogo di vibrazioni monotone e scomposte, che riempie le sue orecchie, quasi graffiandone i timpani con unghie lunghe, fatte di note acute, ruvide e stonate. Il mare antico non nasconde la sua agitazione e accoglie lo scafo, in un abbraccio liquido, fatto di spruzzi bianchi come gli istanti della vita, in una danza grigio-perla di onde e di creste gonfie di spuma.
Il sole irresistibile e insistente, si fa largo tra le volute
plumbee e cariche di pioggia e raggiunge, abbagliando, i volti pallidi dei passeggeri, imprevedibilmente sorpresi e sempre più silenziosi. Nei momenti di silenzio sfrecciano i dardi infuocati dei ricordi, e affiorano all’orizzonte della memoria di Gabriele, come uno squarcio verdeazzurro sulla coltre opaca del mare. Il suo sguardo si sforza di spingersi oltre la linea del comune visibile, e si smorza contro gli sbuffi che accarezzano i riccioli di schiuma che si rincorrono fitti e sempre uguali, come le onde bionde di una chioma liscia e docile, sotto i denti del pettine. Le note struggenti di una vecchia melodia riportano alla mente i momenti tristi già vissuti che la malinconia ripercorre, trascinando con sé i sussulti del cuore e tutte le lacerazioni che il tempo non ha mai guarito. Gabriele, affacciandosi temerariamente dalla balaustra, spinge nuovamente lo sguardo oltre la linea dell’orizzonte, mentre uno schiaffo di vento bagnato e denso di pioggia, gli incolla i capelli contro la fronte. Con gli occhi della mente si inoltra al di là della linea remota del tempo, fino a veder emergere le isole lontane e verdi dei ricordi, sperduti e dimenticati, ma che la lente lucida della memoria, ingigantisce dando ad ogni dettaglio, sfrangiato e confuso, la nitidezza dei contorni, le pennellate di colore, i guizzi e i vocalizzi che ne hanno fissato l’origine e forse a qualcuno, condizionato la storia. In molti, pensò Gabriele, non si rendono conto di quanto le situazioni e le cose, quantunque piccole, abbiano segnato e ancora possano condizionare la vita nostra e quella di chi è stato in contatto con noi. Egli pensa al tono di un buongiorno al mattino, ad un sorriso all’incrociare di uno sguardo, oppure un’occhiata sfuggente anziché una più intensa e prolungata; il tocco deciso o viceversa indifferente di una stretta di mano. Piccole situazioni che possono segnare in positivo o in negativo, il corso della giornata di una persona, con le inevitabili conseguenti sue decisioni, legate allo scorrere delle ore. A Gabriele, assorto nelle sue profonde riflessioni, proprio in virtù di esse, non può sfuggire, la poesia dell’attimo in cui una lingua di mare verde smeraldo, lambisce, accarezzandolo, il rosso del granito di uno scoglio, cotto dal sole. Pensa che ogni giorno, davanti ai nostri occhi, va di scena il più grande spettacolo del mondo. Quando apriamo la finestra e guardiamo fuori, la luce di un nuovo giorno ci presenta il rinnovarsi del miracolo della vita, presente in ogni sfumatura, in ogni piega del possibile, in ogni cosa visibile e invisibile. In realtà è più quello che non vediamo di quello che ci appare o che preferiremmo vedere. Tutto ciò che è nascosto ai nostri occhi o non osservato per la nostra pigrizia o indifferenza, ovvero dalla disattenzione e dalla fretta, esiste e vuole manifestarsi, anche fosse solo per un attimo. Gabriele era salito al piano più alto della Torre Eiffel, sulla guglia più alta del Duomo di Milano, ai piedi della Madonnina, in cima alla Brugiana sotto la croce di ferro, e ogni volta l'emozione era stata la stessa. Tutto era lì, davanti a lui, esteso sotto di sé nella sua infinità e al tempo stesso, a sua dimensione, quasi a portata di mano. Era come se potesse toccare con le sue piccole dita tutte le cose, anche le più grandi, come se gli appartenessero. Quante volte aveva guardato alle cose grandi come fossero piccole e, al contrario, alle cose piccole come fossero grandi…più grandi di lui, lontane e irraggiungibili? Il vagito di un neonato, il pigolio di un pulcino, il grido affamato di un passero uscito dal guscio: sono solo le brevi note della meravigliosa melodia della vita, scritta sul pentagramma di ogni giorno. Gabriele non può fare a meno di allargare l’orizzonte della sua immaginazione e pensare alla grandezza nascosta nel sottile tratto di una matita. Dalla traccia nera scaturita dalla sua punta, nasce una linea che dà corpo all’idea di chi la tiene fra le dita. Un’immagine che si completa quando il pennello intinto nel colore della fantasia, si plasma con l’inesistente ancora inesplorato, e che sposandosi con l’abilità dell’artista, dà vita all’opera d’arte che sfonda il muro del tempo e della storia. Gabriele si bea nel suo immaginario oltre il quotidiano raggio di interesse, mentre l’incedere liscio e penetrante della prua del pensiero, lo trasporta tra le acque azzurre e calme, di una storia a lieto fine. Il drappo azzurro gonfio di vento, sospinge il fragile guscio di un amore adolescente, mentre il volo sospeso di un gabbiano irsuto, persiste nell’ aerea attesa di una rapida cabrata. Ecco che il mondo parallelo che ha ospitato Gabriele nella sua notte dal sapore infinito, si manifesta nella sua dimensione fatta di piccole facce, di piccole entità, ciascuna con la sua chiara connotazione, con la sua spettacolarità. Il mondo delle piccole cose, che sono le legittime e indiscusse parti del tutto. “È bene considerare sempre le piccole cose come una prefigurazione delle grandi”; la massima di Simone Weil ben riassume il senso di questo percorso sociologico che indaga i valori di quei momenti della quotidianità, apparentemente privi di importanza. Il silenzio tra una parola e l'altra o un momento di svago, sono "interstizi", tempi marginali, dotati però di loro specifici e singolari significati, capaci di conferire un senso alle azioni più rilevanti che a essi si susseguono. Un sorriso accattivante al mattino entrando in ufficio, o incontrando le persone per strada, anche se non si conoscono. Una stretta di mano convinta e non formale. Gocce, spruzzi d’acqua alla sorgente, ossia linee di una corrente che vive della vita ed effervescenza di ciascuna, che la rende fluida casta e liscia come la carezza del vento che scivola in silenzio fra le foglie. Piccole foglie verdi dipinte sulle chiome folte degli alberi, come le esili piume che avvolgono gli uccelli quando vi si nascondono dentro. Gabriele aveva sempre pensato alla vita come ad un grande punto interrogativo. Molte delle risposte alle domande esistenziali ancora non le aveva. E così, cercava di godersi le piccole cose, quelle che magari la vita non la cambiano, ma certamente possono renderla più vivibile. I dettagli. Un letto comodo quando si chiudono gli occhi dalla stanchezza; un caffè bevuto in compagnia; il sorriso di un figlio; una risata che toglie il fiato; una passeggiata in riva al mare. Gabriele non aveva mai pensato a quali sono, per ciascuno di noi, le piccole cose che rendono la vita degna di essere vissuta. Quei piccoli, insignificanti dettagli che, spesso, sono l'unica differenza tra il mediocre ed il magnifico.
Gli abbracci della mamma, le risa dei fratellini, una giornata di sole, i pomeriggi passati con il migliore amico a fare tutto e niente...le emozioni! Sono loro che ci fanno vivere!

....continua....
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MessaggioTitolo: Re: Roberto Benatti: Un solo capitolo...   Roberto Benatti: Un solo capitolo... 16gd9bkDom Ago 23, 2009 4:39 pm

IO NON SONO UNA GRANDE LETTRICE,MA NON PER QUESTO PENSO DI NON CAPIRE QUANDO UNO SCRITTO è BEN FATTO,ED è PIACEVOLE LEGGERLO,IO TI DIRò ROBERTO A ME PIACE MOLTISSIMO,QUELLO CHE HAI SCRITTO,E TI DIRò FORSE COMINCEREI A LEGGERE,NON è UN COMPLIMENTO CHE VOGLIO FARTI MA è SINCERITà BRAVO TI FACCIO I MIEI COMPLIMENTI Roberto Benatti: Un solo capitolo... 678676
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MessaggioTitolo: Re: Roberto Benatti: Un solo capitolo...   Roberto Benatti: Un solo capitolo... 16gd9bkDom Ago 23, 2009 6:51 pm

grazie Anna,
le tue parole sono fili d'oro
nella rete, spesso scolorata della speranza,
sfilacciata al palo,
approdo
arduo ai figli randagi.
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MessaggioTitolo: Re: Roberto Benatti: Un solo capitolo...   Roberto Benatti: Un solo capitolo... 16gd9bkDom Ago 23, 2009 6:57 pm

grazie a te roberto di allietarci di bei scritti Roberto Benatti: Un solo capitolo... 678676
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MessaggioTitolo: Re: Roberto Benatti: Un solo capitolo...   Roberto Benatti: Un solo capitolo... 16gd9bkLun Ago 24, 2009 9:29 am

roberto autorizzi una eventuale stampa? leggere sul video non è sempre agevole!
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MessaggioTitolo: Re: Roberto Benatti: Un solo capitolo...   Roberto Benatti: Un solo capitolo... 16gd9bkLun Ago 24, 2009 10:12 am

Daniele
sarò onorato di sapere che vuoi dedicare maggiore attenzione alla lettura del mio scritto.
Tieni solo conto che si tratta di una semplice bozza e che non è ad uso pubblico.
Se poi ti piacerà, potrò farti leggere anche altri capitoli..così per condividere con te il mio modo di pensare.
A proposito anch'io ho studiato Teologia.
Ciao e
Buona giornata

Gugol ha scritto:
roberto autorizzi una eventuale stampa? leggere sul video non è sempre agevole!
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MessaggioTitolo: Re: Roberto Benatti: Un solo capitolo...   Roberto Benatti: Un solo capitolo... 16gd9bkMar Ago 25, 2009 9:23 am

grazie, appena ne avrò la possibilità le stamperò! Roberto Benatti: Un solo capitolo... 566177 (sono a corto di toner! Roberto Benatti: Un solo capitolo... 514603 )
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